La salute è un diritto non disponibile per il profitto La - TopicsExpress



          

La salute è un diritto non disponibile per il profitto La sanità pubblica è al centro di attacchi pesantissimi: lo dice una fonte insospettabile – ultraliberista - cioè il Rapporto Oasi 2012 della Bocconi. lo studio mette in evidenza come nel 2012 i ticket sui farmaci abbiano subìto unimpennata del 40%, senza contare che oramai il 55% degli assistiti paga di tasca propria le visite specialistiche nonché gli accertamenti diagnostici. Nonostante la spesa sanitaria in Italia sia più bassa rispetto al resto dEuropa (7,4 sul PIL contro una media europea del 8,2%) considerate le manovre di austerity varate dal governo Berlusconi e successivamente da Monti, fino al 2015 subirà in totale un taglio brutale di 30 miliardi di euro con un taglio dei trasferimenti sanitari alle Regioni da parte dello Stato. E Le regioni alzeranno i ticket e le tasse regionali. Negli ultimi anni è partita in Toscana una campagna per la difesa ed il rafforzamento della sanità pubblica. Lobiettivo è l’affermazione di un sistema sanitario pubblico gratuito e universale, basato su unidea di solidarietà e di convivenza in cui nessuno mai sia escluso, abbandonato a se stesso e senza diritti, poiché la salute non è un bene disponibile per il profitto. Al tempo stesso, questa campagna s’intreccia e si rafforza con le lotte in difesa del più ampio diritto alla salute, inteso come difesa contro tutte le azioni che, anche in Toscana, minano condizioni di benessere globalmente inteso, economico, ambientale, del territorio, dellaria e delle acque, come per esempio le grandi opere e gli impianti di trattamento dei rifiuti come discariche e inceneritori. La Toscana di Enrico Rossi e della sua Giunta di centro–sinistra sta accelerando il processo di privatizzazione/dismissione del Servizio Sanitario Regionale. Come e più delle direttive del Governo Monti, i tagli a tutto il sistema regionale procedono speditamente, secondo una serie di Delibere che rendono esecutiva la n. 1235 del dicembre 2012 la quale, nel riordinare il Servizio Sanitario Regionale, taglia posti letto, servizi sul territorio, portandosi via diritti e qualità dellassistenza. Lattacco alla Sanità non è un fenomeno solo toscano, anche se trova, nella nostra Regione, politiche particolarmente odiose poiché mischia i tagli al servizio sanitario e ai diritti di tutti i cittadini a indicibili occasioni di profitto per pochi. E necessario che ogni singola vertenza, ogni lotta, ogni momento d’impegno popolare in difesa della sanità si muova nella piena consapevolezza del contesto entro il quale lattacco alla sanità si sta sviluppando. Che cosa succede in Europa? Secondo il “Rapporto sui costi dellausterità” realizzato da un network internazionale di organizzazioni sociali, se gli stati membri dellUnione Europea continueranno ad attuare politiche di Austerity, nei prossimi dodici anni potrebbero esserci tra i quindici e i venticinque milioni di nuovi poveri, facendo salire il numero degli indigenti a 146 milioni di persone, ovvero del 25% della popolazione europea. Al tempo stesso le ricchezze europee finiranno per concentrarsi ancora di più nelle mani del 10% della popolazione più ricca. Questa situazione di pesante attacco alle condizioni di vita delle persone in carne ed ossa passa, in misura importante, dalla sanità. Dallinizio della crisi, l’opinione pubblica è bombardata da una campagna stampa terroristica sui pericoli del “debito sovrano” e dello “spread” per l’economia nazionale. Una serie di trattati europei, siglati dai Governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni, impone ferree politiche di austerità, come il famigerato “Fiscal Compact” che, inserito direttamente nella Costituzione italiana come “pareggio di bilancio”, imporrà per oltre venti anni politiche economiche di “lacrime e sangue”, attraverso l’automatismo del taglio medio di quarantasette miliardi annui sulla spesa pubblica. Per realizzare queste politiche Berlusconi e Monti ieri e Letta oggi applicano tagli ingenti e la famigerata “spending review”, che deve recuperare grandi risorse economiche a copertura di un “debito” prodotto da speculatori finanziari, banchieri e industriali. Questa grande opera di massacro sociale in atto ha colpito tutti gli erogatori di diritti sociali, scuola, università, cultura, assistenza ecc., tra questi il settore più colpito è quello della sanità, poiché gran parte delle risorse pubbliche sono investite in questo settore fondamentale per la vita e il benessere della maggioranza della popolazione. Il “diritto alla salute” e quindi il Servizio Sanitario Nazionale che lo garantisce, è visto come un immenso salvadanaio che i burocrati di Bruxelles stanno rompendo in tutti i paesi europei per fare cassa. Nel nostro paese il movimento in difesa del SSN è presente ma ancora frastagliato e, per questo, debole. Occorre ricomporre il fronte delle lotte, a partire dalla presa di coscienza della dimensione europea della lotta che andiamo a intraprendere. Le politiche nazionali di taglio alla sanità. E’ in atto una modifica sostanziale del sistema sanitario, che consenta di fare della salute, della malattia e della sofferenza appetibili occasioni di mercato, di profitto e di speculazione. Dal 2010 al 2014 sono stati tagliati ventiquattro miliardi di euro, con il taglio di oltre 7mila posti letto (che si aggiungono ai 45mila posti tagliati dal 2000 al 2009), nuovi ticket, ulteriore blocco del turn-over, revisione sino al 10% delle convenzioni e dei contratti con le ditte e le cooperative cui sono appaltati i vari servizi di supporto sanitari e sociosanitari, che già si stanno riversando con tagli di posti di lavoro e di ore ai lavoratori del settore. Si sta ora parlando di portare la spesa sanitaria dal 7% del PIL al 6% entro il 2017. Il tutto accompagnato dal quasi totale azzeramento dei fondi per il sociale, che nel 2013 sono diventati un decimo del 2008. Che cosa succede in Toscana? Nel settore sanitario in Toscana si sta procedendo con estrema velocità verso il progressivo smantellamento della sanità pubblica, a favore del privato. Il nuovo piano sociosanitario regionale, in questi giorni nuovamente in discussione, prevede un’organizzazione mista pubblico/privato, dai settori della diagnostica e della specialistica, dove il privato sta progressivamente sostituendo pezzi di sanità pubblica. La legge regionale del dicembre 2012 per il contenimento della spesa sanitaria e la delibera 1235 ridisegnano il Servizio Sanitario Regionale. La Regione sta applicando e in alcuni punti addirittura peggiorando i provvedimenti del governo: quanto previsto da questa delibera con il nome di “riorganizzazione” sta trovando attuazione nei vari territori, sottraendo e smantellando sempre più servizi: -riduzione dei posti letto a 3,15 ogni mille abitanti, peggiorando quanto già stabilito con la riduzione a 3,7 dal Governo (la media europea è 5,6 ogni 1000 ab), con un taglio di oltre 2.000 posti letto. Questi tagli stanno colpendo principalmente i piccoli ospedali con riorganizzazioni e ristrutturazioni che tendono a togliere servizi essenziali, costringendo i cittadini a spostarsi verso i grandi ospedali. -Riorganizzazione dei distretti territoriali: Gli interventi riducono la presenza dei servizi territoriali e delle prestazioni rendendone l’accesso e l’utilizzo sempre più difficile. - abbandono di attività di prevenzione, centralizzazione dei laboratori analisi con riduzione delle prestazioni, incentivi all’impianto di radiodiagnostiche private, riduzione del servizio di ambulanze 118 con la riduzione dalle attuali 12 a 3 centrali operative, abolizione della guardia medica e incremento dei servizi di emergenza affidati alle sole organizzazioni del volontariato, ecc -Tagli al personale sanitario, poiché si prevede che la spesa non superi quella del 2004, diminuita dell’1,4 %. -Rinegoziazione dei contratti di appalto con un taglio fino al 7%: tagli sui servizi di pulizia e sanificazione, ecc D’altra parte ci sono Apparati direzionali costosissimi, con una schiera di persone a dirigere e sempre meno a lavorare. Esplodono anche i casi di malaffare legati a veri e propri furti (scandalo alla ASL di Massa, con 400 milioni di ammanchi) e alle politiche immobiliari delle ASL. Le politiche dello smantellamento dei piccoli ospedali, della “svendita” degli immobili con lo spostamento di risorse per la costruzione di grandi ospedali unici con il meccanismo del project financing , in base al quale le grandi imprese immobiliari coinvolte diventeranno per trenta anni (o più) l’unico fornitore di servizi, al di fuori di procedura di gara a evidenza pubblica, facendo enormi extra-profitti fuori da qualunque mercato Che fare? Difendere i piccoli ospedali e la presenza di presidi di sanità su tutto il territorio, impedire la chiusura o la riduzione dei servizi, pretendere il ristabilimento di servizi cancellati, contestare i ticket, denunciare le speculazioni. In particolare intendiamo concentrare gli sforzi: 1. Organizzare tutte le lotte in atto per giungere all’obiettivo della revoca di fatto della Delibera Regionale n. 1235 del dicembre 2012, di tutte le altre delibere attuative che ne derivano, di contrasto alle attuali linee guida per il piano regionale sanitario. A tal fine intendiamo costruire un Tavolo regionale di programmazione della sanità toscana composto da lavoratori del settore, da utenti e malati organizzati, dal Coordinamento Toscano per la Difesa e il Rilancio della Sanità, da amministratori locali. 2. Una vasta campagna d’informazione e di sensibilizzazione allillegittimità dei ticket e del “contributo di digitalizzazione”, fino a giungere ad azioni dimostrative verso il boicottaggio degli stessi. 3. Una mobilitazione contro il riordino selvaggio della sanità ospedaliera e in particolare contro le politiche degli ospedali unici.
Posted on: Thu, 07 Nov 2013 23:48:55 +0000

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