La solitudine di Israele Pubblicato da ab il 7/9/11 • Inserito - TopicsExpress



          

La solitudine di Israele Pubblicato da ab il 7/9/11 • Inserito nella categoria: Primo Piano 7 set 2011 [...]Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivato il chiarimento di Ankara: con Israele tagliamo i cordoni sì, ma solo quelli militari e diplomatici. Gli altri, quelli economici, restano così come sono. Del resto, chi è quel pazzo disposto di questi tempi a buttare al vento almeno quattro miliardi di interscambi commerciali all’anno? E allora. Turchia e Israele ai ferri corti. Ormai è ufficiale. Ora arriva la prova decisiva, quella del 20 settembre. Quando i vertici palestinesi si dovrebbero rivolgere all’Onu per chiedere il riconoscimento dei diritti di sovranità di uno Stato di Palestinese indipendente, con Gerusalemme Est capitale e con i confini esistenti prima della Guerra dei Sei Giorni del 1967. L’Anp dice che avrà il sì di almeno 140 Paesi. Difficilmente il voto porterà subito alla creazione dell’autorità indipendente, ma è anche vero che sono numeri che ormai pesano. E che l’amministrazione Usa non è più in grado di ignorare. Soprattutto alla luce della crisi tra Israele e Turchia. Non che il resto non conti nulla. Nel nuovo scenario – quello dell’isolamento politico-diplomatico israeliano – fanno ancora più paura i confini per nulla sicuri con l’Egitto lungo il Sinai, Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e quelle fazioni radicali che premono lungo il confine con la Siria, nell’Altura del Golan, in un Paese ormai allo sbando. La sindrome dell’accerchiamento – temuta, prospettata, studiata ed evitata per decenni – rischia di diventare qualcosa di più concreto. E i venti di guerra qualcosa di più di uno scenario da guerrafondai. Basta leggere le reazioni ufficiali del governo di Cipro (membro Ue): «Il nostro Paese farà di tutto per fermare la guerrafondaia Turchia». Li han chiamati proprio così, i turchi: «guerrafondai». Certo, la scusa ufficiale era la minaccia di Ankara di rivedere certi progetti di ricerca di risorse di gas naturale dopo la rottura con Israele. Ma il messaggio di fondo puntava chiaramente ad altro: a salvaguardare il fragile equilibrio dell’isola. E dell’area. Anche a costo di una spedizione militare. Trascinando così l’intera Europa. Che, a dire il vero, sembra dormire. Leonard Berberi falafelcafe
Posted on: Fri, 06 Sep 2013 09:13:54 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015