La vita e lopera Allievo del pittore forlivese Francesco - TopicsExpress



          

La vita e lopera Allievo del pittore forlivese Francesco Menzocchi, appartiene perciò alla scuola forlivese di pittura. Risulta iscritto allAccademia romana di San Luca già nel 1534, mentre nel 1535affresca lEucaristia e i Profeti nella cappella del Battistero del Duomo di Forlì, poi staccati nel 1841 e custoditi nella locale Pinacoteca. Nel 1539 lavora nella chiesa di Santa Maria dei Servi; nel 1542, su incarico dellabate Corrado Grassi, va a Ravenna: nella chiesa dello Spirito Santo, già cattedrale degli Ariani, si conserva una sua famosa tela, detta dei Vescovi colombini. A Roma, nel 1544, affresca con Figure allegoriche (Carità e Abbondanza) e con il Martirio dei Santi Pietro e Paolo, la Sala Paolina di Castel SantAngelo, lavorando a fianco di Perin del Vaga. Opera anche nella chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Nel 1555 è ancora a Roma e nel 1557 porta a termine quello che è forse il suo capolavoro, gli affreschi nella cappella Gonzaga della chiesa di Santo Spirito in Sassia, con il Presepe, laPietà, la Resurrezione e le Scene bibliche, impegno continuato nel 1574 nella cappella della Trinità con il Gesù risana lo storpio, Gesù risana il cieco e altre Scene bibliche, e nella volta della cappella, con la Visitazione, lAnnunciazione e lIncoronazione di Maria, e la pala dellAssunzione nellaltare. Rimarranno incompiuti alla sua morte nel 1579 gli affreschi dellaNascita e della Circoncisione di Gesù, completati da Giovanni Battista Lombardelli e Paris Nogari. Del grande successo di quest’opera testimoniano le lettere al committente Alfonso Gonzaga di Novellara dello stesso Agresti e di Girolamo da Ponte, che scrive di aver invitato il vecchio Michelangelo a vedere gli affreschi. Tra il . Al suo rientro a Roma, è ormai celeberrimo, e la sua attività è richiestissima. Tra il 1564 e il 1565 si reca in Germania al seguito del cardinale di Augusta Otto von Waldburg. Membro dellAccademia fiorentina del Disegno, nellottobre 1565, insieme conMarco da Faenza e Prospero Fontana, opera a Palazzo Vecchio sotto la direzione di Giorgio Vasari che lo definisce suo seguace da lungo tempo. Nel gennaio 1568 lAgresti s’impegna col cardinale di Ferrara, Ippolito II dEste, a terminare in tre mesi con sette assistenti le decorazioni di tre sale della Villa dEste a Tivoli. Nel 1571 firma e data due Decollazioni del Battista, del tutto simili fra loro, per lOratorio della Misericordia diAmelia e per quello dellomonima Confraternita nella vicina Lugnano in Teverina; dopo la demolizione di questultimo, il dipinto si trova ora nella chiesa Collegiata. Nel giugno 1571 inizia a Roma laffresco della Passione di Cristo nellOratorio del Gonfalone, che porta a termine a dicembre insieme con lUltima cena; dello stesso periodo è unopera recentemente ritrovata nella Cattedrale di Cesena (2009), un dipinto su rame raffigurante San Giovanni Battista che lartista cesenate Alex Cavallucci ha attribuito al maestro forlivese. Dopo un lungo periodo trascorso fra Firenze e Amelia, dove dipinge affreschi, ormai scomparsi, sopra il portale del Palazzo degli Anziani, alla fine del 1574 torna a Roma per intraprendere la decorazione della Cappella della Trinità nella chiesa di Santo Spirito in Sassia; malato, nellannesso convento fa testamento il 21 gennaio 1575, nominando suoi eredi la sorella Bernardina e lassistente Litardo Piccioli, pittore originario di Amelia. Vivrà ancora quattro anni ma non riuscirà a terminare la decorazione della chiesa. La valutazione critica Vasari lo presenta come amico e collaboratore – ma lAgresti assorbì poco o nulla dello stile del pittore aretino - e lo definisce correttamente buono e fiero disegnatore, pratico coloritore, copioso ne componimenti delle storie e di maniera universale: dunque un pittore pratico e lAgresti fu infatti uno dei più facili artisti del tempo, con una disponibilità ad adeguarsi alle richieste dei più diversi committenti che dimostra i limiti dei suoi risultati artistici; insieme a pale e affreschi di buona qualità, convivono in lui opere prive di originalità e persino di correttezza formale. Alliniziale formazione nellambito della scuola forlivese seguì presto lapproccio alla pittura più moderna rappresentata a Roma, negli anni Quaranta del secolo, dalla cerchia dellantico allievo di Raffaello, Perin del Vaga; i continui viaggi nellItalia centrale e la frenetica attività, se gli permisero la conoscenza delle esperienze pittoriche più diverse, non ne favorirono lelaborazione di una sintesi artistica meditata e originale ma lo portarono ad adeguarsi alla soluzione più facile e comoda di un moderato accademismo aderente alle convenzioni deldecoro, secondo i recenti dettati dellarte controriformistica. Altre opere Cesena, San Giovanni Battista, Cattedrale. Cesena, S. Domenico: Crocefissione Cesena, Madonna in gloria con angeli suonatori, collezione privata. Collescipoli, Terni, S. Maria Maggiore: San Giovanni Battista Forlì, Pinacoteca Civica: Deposizione dalla croce Forlì, Chiesa di S. Antonio Abate in Ravaldino: Pietà Forlì, Pinacoteca Civica: Crocefisso con due angeli Forlì, Pinacoteca Civica: Storie eucaristiche e Profeti (una quindicina di opere in tutto) Groppello dAdda, Palazzo Arcivescovile: Predica del Battista, olio su tela. Roma, S. Maria della Consolazione: Madonna col Bambino, i santi Giuseppe, Anna e il committente Andrea Pelucchi, olio su tela.
Posted on: Mon, 26 Jan 2015 02:25:29 +0000

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