Le astuzie di Bertoldo, 1606, attualissimo, una testamento che - TopicsExpress



          

Le astuzie di Bertoldo, 1606, attualissimo, una testamento che farebbe arrossire i nostri politici, finisce con il testamento al re che lo aveva appena condannato a morte. Item, non mi trovando altro, poiché non ho voluto accettar mai nulla dal mio Re, il quale non ha mancato di persuadermi a prendere da lui anelli, gioie, danari, veste, cavalli e altri ricchi presenti, perché forse con simili ricchezze non avrei mai posato e forse ancora avrei fatto mille insolenze, e fattomi odioso a tutti, come alcuni che, di bassi e vili che sono, ascendono per fortuna a gradi alti e sublimi, né però con tante dignità non escono fuora del fango del quale sono impastati; io mi contento di morir povero e sapere ch’io non ho mai usato adulazione al mio Re, ma sempre consigliatolo fedelmente in ogni occasione ch’egli mi ha chiamato, parlando liberamente secondo che io l’ho inteso, e non altrimente. E per mostrargli parimente in quest’ultimo fine l’affetto ch’io gli porto, gli lascio questi pochi di documenti, i quali non si sdegnarà accettare e osservare insieme, ancor ch’essi eschino fuor della bocca di un rustico villano, e sono questi, cioè: Di tenere la bilancia giusta, tanto per il povero, quanto pel ricco. Di far veder minutamente i processi, inanzi che si venghi all’atto del condennare. Di non sentenziare mai nessuno in colera. Di farsi benevoli i suoi popoli. Di premiare i buoni e i virtuosi. Di castigare i rei. Di scacciar gli adulatori, i gnattoni e le lingue mal dicenti che mettono fuoco per le corti. Di non aggravare i suoi sudditi. Di tenere la protezzione delle vedove e pupilli, e difendere le loro cause. Di espedire le liti, né lasciare stracciar i poveri litiganti, né farli correre in su e giù per le scale del foro tutto il giorno. Che osservando questi pochi ricordi viverà lieto e contento, e sarà tenuto da tutti per ottimo e giusto Signore, e qui finisco. Udito il Re il prefato testamento e gli ottimi ricordi a lui lasciati, non puoté fare che non mandasse le lagrime fuor degli occhi, considerando alla gran prudenza che rognava in costui e l’amor e la fedeltà che esso gli avea portato in vita e dopo la morte. E così, fatto donare a Sier Cerfoglio cinquanta ducati, lo licenziò; poi, secondo che il Magno Alessandro conservò fra le più care e preciose gioie l’Iliade d’Omero, così esso fece riporre il detto testamento fra le sue più ricche e pregiate gemme; poi cominciò a fare instanza che si trovasse dove fosse il suo figliuolo Bertoldino e la Marcolfa sua madre e che si conducessero alla città, che per ogni modo gli voleva appresso di lui, per memoria del detto Bertoldo; e così espedì alquanti cavalieri che l’andassero a cercare per quei monti e boschi vicini e che non tornassero a lui se non gli avevano con essi.
Posted on: Wed, 16 Oct 2013 20:00:05 +0000

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