Le parole sono proprio come noi, nascono, invecchiano, muoiono con - TopicsExpress



          

Le parole sono proprio come noi, nascono, invecchiano, muoiono con noi. Ci sono quelle premature, venute al mondo prima del tempo, non ce la fanno. Quelle nate ma poi rifiutate e abbandonate per la strada. Quelle negate, quelle taciute, quelle ingoiate, masticate, digerite prima di diventare cibo per la mente. Quelle orgogliose, vestite male, quelle scucite dall’orlo delle labbra solo per riderne. Quelle che piangono, urlate controvento, che si mescolano alla pioggia improvvisa sull’anima. Quelle che diventano deserto, granelli inconsistenti che solo dopo un po’ disturbano gli occhi facendosi sentire e ricordare. Quelle che esplodono, pugnalano, graffiano i sentimenti, come vandali non danno ma sono un danno per l’estetica del cuore. Quelle di gioia, cadute in tempo ad addolcire un momento e un dolore. Quelle belle solo per finta, quelle brutte per troppo amore. Quelle già dette, inflazionate per alcuni, per altri comunque sempre nuove. Quelle intatte di freschezza, quelle chiuse nella plastica, quelle congelate, quelle bruciate nel camino dei desideri, quelle spremute e così attese da diventare quasi silenzio. Quelle trasparenti e quelle invisibili, quelle che precedono una bugia, quelle che seguono una verità. Quelle comprate e quelle senza prezzo, quelle all’ingrosso e quelle al dettaglio, quelle di apertura e quelle di chiusura. Quelle che annunciano addii, quelle che vanno senza avvisare. Quelle che inviti a colazione e arrivano per cena. Quelle del sempre e del troppo tardi. Quelle agitate e rivelate nel bel mezzo di un’emozione, quelle commosse di poesia che non rimandi al mittente. Qualcuno dice che non servono, eppure senza non si vive. Chi resta senza non sceglie mai, le lascia dire, le lascia agire. E quelle chiuse in un cassetto escono nei sogni. Scappano di notte, vanno dove vogliono, fanno arrossire i pensieri taciuti. Un giorno tutte le nostre parole torneranno a cercarci, a coprirci dal freddo. Un giorno capiremo sulla nostra pelle quanto abbiamo risposto, quanto abbiamo taciuto. Un giorno non ci sarà più altro da dire ma da rileggere e da ascoltare. Un giorno raccoglieremo le sensazioni, le spiegazioni, il coraggio del viaggio. Raccoglieremo l’imbarazzo, le ferite, le notti in bianco spese in silenzio, i rimpianti che mordono e la puntualità del caso e del destino quando si abbracciano, che se pure non volesse qualcuno, nessuno può dividere. In qualche posto nel mondo qualcuno conosce le parole esatte che vorresti sentirti dire. Le parole che lanciate al cielo atterranno gesti. Quelle vere che dirò per poi dirti: – Non credermi finché non mi vedi davvero arrivare. (Massimo Bisotti)
Posted on: Sun, 15 Sep 2013 11:03:28 +0000

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