L’olocausto del mare Sono più di dieci anni che il - TopicsExpress



          

L’olocausto del mare Sono più di dieci anni che il mediterraneo, porta d’ Europa dei paesi africani, inghiotte giovani e vecchie vite umane. Sono libici, eritrei, somali, egizi, siriani, iraniani e poi tante altre razze ed etnie che abbandonano le proprie terre insanguinate, violentate, non sicure, per approdare sul suolo italico e fiondare, poi, in ogni parte dell’Europa opulenta, trovare un lavoro, dare un senso alla vita, partecipare al processo formativo della costruzione di una società più gusta, più equa. Loro conoscono i meccanismi che regolano i precari equilibri sociali europei, non li spaventa la miseria, le difficoltà, la precarietà, la fame, le malattie. Sono abituati a ben altro . Il loro sogno è sapere che si può anche sopravvivere. Il resto poi lo fa la televisione. Entra, con la parabolica, in ogni dove e alimenta le aspirazioni di intere generazioni, escluse da sempre da ogni possibilità di affrancamento dalle mille soccombenze, vessazioni, torture e morte, inflitte da governi dispotici, da emiri sanguinari, da teocrazie violente, da mercanti senza scrupoli. Loro conoscono le regole in voga in Europa e nel mondo. Loro stessi sanno di essere una merce, non delle più pregiate, del mercato globale, ove la domanda condiziona l’offerta di beni e servizi e nulla si regala e si offre senza il peso dell’euro, nuovo metallo di civiltà, di potere, di scambio e di morte. Loro sanno di valere poco. Già nella loro patria hanno patito tutte le umiliazioni, i sacrifici, le privazioni. Tutto per loro non può avere che una faccia migliore dalla quale fuggono. E gli avvoltoi e i carnefici sono lì ad attenderli, a sezionarli per età e condizioni e le carrette del mare appaiono veloci velieri, imbarcazioni di lusso, sicuro rifugio per l’approdo futuro. La stagione è propizia e il mare nella tranquillità del momento, di ogni momento di partenza, come moderno cavallo di troia, viene guardato senza pericoli, unico mezzo di salvezza tra la terra è il Dio della salvezza. A nulla valgono le esperienze di precedenti imbarchi, i fallimenti, i naufragi e le morti di precedenti loro connazionali. La vita è là, a portata di mano e ogni pericolo futuro è ben poca cosa rispetto alla morte certa dalla quale fuggono. E gli scafisti , i caronti del terzo millennio, sanno che molti di loro periranno e vedranno l’Ade tra mille sofferenze, mentre i fortunati si trascineranno in un inferno sulla terra senza fine . Non solo loro lo sanno. Altri più biechi e cinici, appartenenti al genere umano ( sic ) sanno dell’esodo biblico, delle morti, dell’eccidio, del mercato umano. Custoditi dalle moderne babele, difesi dal moderno potere fascista che dilaga nel mondo, impoverendo sempre più la maggior parte dell’umanità a vantaggio di pochi, intrattengono relazioni diplomatiche, fanno affari, con i moderni Kapo. Sono questi gli Stati Uniti d’America e l’Europa. Soni i popoli che hanno scritto la storia moderna e contemporanea senza aver appreso nessuna lezione utile all’Umanità. Sono questi gli Stati che stanno facendo indietreggiare la umanità occidentale di duecento cinquant’anni riconsegnando, il paese, il mondo, nelle mani dei potenti che erano stati messi da parte o perlomeno nella condizione di non poter nuocere. Echelon e le moderne sentinelle informatiche sono strumenti di difesa delle cose e degli apparati industriali e di potere. Non possono rivelarsi utili per un allarme naturale e salvare vite umane. L’impiego di uomini e mezzi, che rappresenterebbe un costo, chi lo sosterrebbe ? Non c’è mercato legale per questo tipo di transazioni : la salvezza di vite umane . Washington come Bruxelles sono le sedi del potere finanziario, a presidio della salute della moneta e degli equilibri di forza, attenti a misurare : i gap di efficienza, dei popoli laboriosi, gli spreads, a garanzia dei titoli di credito dei vari paesi investitori, i bilanci finanziari delle comunità ormai al collasso. Loro, i senza patria, gli emigranti, gli esuli, gli indifesi, gli schiavi della moderna concezione sociale, i non garantiti, possono solo affidarsi alla clemenza delle onde, al Mediteranneo, terra di mezzo, perché la loro carne non costituisca naturale ripascimento di una costa arida di umanità. E le rotative e le televisioni di tutto il mondo per quarant’otto ore grideranno alla infamia e alla tragedia. Dopo come i vagoni ferroviari, carichi di carne umana entrarono nei campi di Dachau, Muthausen, Buchenwald, Flossemburg, Auschwitz e lasciarono muti quanti sapevano, anche le nostre coscienze e le nostre sensibilità civili accetteranno il silenzio il nuovo olocausto che di lì a poco andrà ad arricchirsi con il nostro colposo silenzio. Per puro spirito di discettamento ricordo a mese stesso : la Dichiarazione universale dei diritti umani. Un documento sui diritti individuali, firmato a Parigi il 10 dicembre1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri ( diritti civili e politici dell’individuo ). Vi sollevo dalla lettura non dalla mia e non solo mia conclusione. Viviamo un momento storico politico di grande diseguaglianza. E dal contrasto tra l’eguaglianza politica e giuridica da una parte, l’ineguaglianza economica e sociale dall’altro, è nato il sentimento che la struttura sociale attuale sia intollerabilmente ingiusta. E in questo scenario terrificante c’è chi è ancora capace d’immolare la propria vita per immergersi in una storia che non gli appartiene . Avremo mai la percezione di comprendere tale sottile convincimento? Avremo mai la sensibilità di guardare quelle vittime con il sentimento della pietas cristiana ? Oggi è stato dichiarato lutto nazionale. Occorre tacere ed io ho scritto troppo.
Posted on: Fri, 04 Oct 2013 08:04:59 +0000

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