Ma dall’albero della conoscenza del bene e del male non devi - TopicsExpress



          

Ma dall’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti. Genesi 2,17 Abbiamo profanato il mistero della vita per scopiazzarne le sue logiche e i suoi imperscrutabili meccanismi, e in seguito riprodurli in forma sintetica a scopo di mercificazione e profitto! Il risultato finale, è lo scempio che abbiamo sotto gli occhi: estinzione sistematica di specie animale e vegetale, deforestazione, patologie tumorali in crescita esponenziale, inquinamento e contaminazione, effetto serra, deriva etica e morale, gravi disturbi del sistema nervoso, e bruttezza dilagante. Ma il Dio Creatore, sa che l’acqua é composta da 2 atomi di idrogeno e 1 di ossigeno? Di fronte ad una tale semplificazione, rimarrebbe lo Stesso interdetto! L’acqua scorre, ghiaccia, si scioglie, rinfresca, purifica e disseta. L’acqua travolge e ti annega, bagna e deterge, spegne e da vita. L’acqua è un’emozione, e come tutti i fenomeni intrinseci alla creazione, non ha titolo ad essere codificata e riprodotta. Ogni tentativo di schematizzazione, non la definisce, ma la mortifica. Dio sa del bene e del male, dell’oggi e del domani, della colpa e della redenzione, e di tutti gli infiniti ed eterni processi che dall’alba dei tempi regolano, armonizzano e scandiscono lo scorrere del tempo. Credere per un solo istante che possa convenire con le elucubrazioni tecnologiche prodotte nell’arco di questo secolo dall’uomo moderno, è una pia illusione. Un’imperdonabile e mostruosa ingenuità! Niente si può frapporre fra la sua volontà, e il suo piano divino e trascendente, e ogni atto di violazione che intervenga a destabilizzarne le regole e gli scopi, è destinato all’estinzione. Questo è il nocciolo della questione, in virtù del quale ci è facile dedurne gli effetti apocalittici, prossimi, che ridurranno l’umanità ad un pugno di mosche. Un dato matematico, inopinabile, che prescinde da ogni altra interpretazione. Tutta quella montagna di spazzatura tecnologica invalidante che sommerge la nostra quotidianità, non ha prodotto che omologazione, distruzione e morte, ed è il risultato ultimo di quell’opera di profanazione che contempla una punizione esemplare e senza sconti. La fine imminente dell’umanità, è per tanto un atto dovuto, perché ogni cosa rientri nel suo alveo naturale e tutto si ricomponga come all’origine. E qui non centra la religione, ne tanto meno le profezie funeste accreditate dalla storia passata, ma tutto fa capo a quella logica, che definirei “del buon senso sovrano”, che a dispetto di ogni tentativo di manipolazione e di contraffazione, tende ad imporsi nel tempo su tutto e tutti, restituendo al Disegno primigenio la sua completa integrità. Possiamo si comprendere il funzionamento elementare di alcuni meccanismi biologici e tentare infantilmente di duplicarli, ma in assenza di spirito, anima e coscienza – che sono i cardini di ogni autentica scoperta – il risultato non sarà che una fotocopia sbiadita dell’originale, che per quanto riguarda gli elementi della vita, è un processo inimitabile soggetto a Copyright universale. I motivi per cui la scienza moderna non ha prodotto nulla di buono, sta in questa mia considerazione!! “Non é dunque con la bilancia che peserete l’ignoto, e non sondate con l’asta o lo scandaglio le vostre sapienti profondità”. Gibran La moderna scienza, miope e cialtrona, ha voluto ridurre e tradurre ogni cosa animata e non, a mera formula chimica, equazione algebrica e principio fisico, perché di fatto incapace di compenetrare i misteri dell’anima, della coscienza e dello spirito, che ritiene “fattori” inconciliabili e incompatibili con il suo progetto necrofilo di omologazione di massa. Queste tre entità del resto, sono sconosciute ai cervelloni della ricerca, che hanno investito ogni loro risorsa, umana e materiale, nel sondare l’infinitesimale – infinitesimale a sua volta. E così ci si occupa di geni, di strutture genetiche, di codici genetici, anfratti genetici, manipolazioni genetiche, microscopiche entità visibili soltanto con l’ausilio di diabolici marchingegni dai costi inimmaginabili, ma che “fino in fondo”, non potranno mai vedere ne scorgere il più remoto barlume di verità. La vita, ogni forma di vita, non è la risultante della combinazione di geni, cromosomi e affini, ne l’effetto ultimo di un fattore tecnico, ma si esprime dall’incontro di due anime, di due spiriti, di due coscienze, in assenza delle quali nulla potrebbe mai esistere. Per tanto, tutto l’investimento riversato sulla bio/tecnologia si è rivelato un vero e colossale fallimento. Avremmo dovuto occuparci dell’anima e dello spirito – delle autentiche ragioni dell’uomo e dei motivi dell’esistenza: la sola scienza che avrebbe potuto e saputo guarirci da ogni male e tormento psicologico aprendo le porte a quel mondo che porta all’armonia, alla felicità e alla comprensione del Mistero. Abbiamo guardato il dito evitando che il nostro sguardo incrociasse il chiarore della luna, e così imboccato la via più breve e più facile; quella strada a senso unico che porta dritti all’inferno. Credere dunque che l’individuo umano sia la logica conseguenza prodotta dall’incontro di due fattori meramente organici, è una bestialità – un’idea malsana, talmente minimalista e approssimativa, che ci da uno spaccato esaustivo del livello di ignoranza e di incoscienza in cui versa oggi, il moderno sapere occidentale. L’Incontro, non è che un tecnicismo (se pur necessario), ma se la vita non incrocia una seconda vita che ne condivida il destino, nessuna scintilla potrà mai esplodere. Potremmo seminare buoni semi di grano fra le sabbie del deserto o fra le nevi perenni della catena himalayana, ma nulla potrà mai germogliare e crescere in una condizione inanimata. Potremmo seminare aghi di pino fra le fertili pianure del Rajasthan alle pendici dei monti Aravalli bagnate dalle acque pure e fresche del Chambal, che niente che assomigli alla vita potrà mai generarsi, da un elemento di sterilità. I caratteri somatici che definiscono il nostro aspetto, occhi, capelli, denti, mani, unghie, piedi, i muscoli, lo scheletro, ghiandole e organi, non sono che gli orpelli, i componenti funzionali a un involucro precario e provvisorio che, in assenza di queste tre entità trascendenti (anima coscienza e spirito) non sarebbe mai divenuto ne potuto essere programmato e ne pensato. I veri “Noi Stessi”, sono di un’altra sostanza, invisibile a qualsiasi microscopio atomico, ma ben visibile al cuore cosciente di che sa vedere oltre l’apparente e il razionale. Lo spettacolo desolante di questo mondo alla fine, le montagne di rifiuti e scorie tossiche che stanno seppellendo le nostre esistenze, l’inquinamento dell’aria e la contaminazione delle acque, ci danno un quadro chiaro di quanto la scienza moderna sia stata nefasta per l’umanità tutta, e del cammino intrapreso. Il nostro, è un pianeta abitato da oltre 7 miliardi di individui, una gran parte dei quali muore per denutrizione e a causa di condizioni igieniche inimmaginabili – una seconda parte si alimenta di guerre e distruzione – una terza, immaginando di vivere nel “paese dei balocchi”, da sfogo alla sua ingordigia compulsiva consumando tutto ciò che di più becero il Sistema produce, e tutti insieme che si domandano se “siamo soli nell’universo”!!! Si, siamo soli nell’universo; come solo è l’universo fra gli infiniti universi – ma non saremmo così soli se non fossimo così stupidi. A tal punto, che se per una remota ipotesi, si scoprisse una diversa forma di vita nello spazio, c’è da giurare che cercheremmo in tutti i modi di annientarla. Preoccupiamoci piuttosto di smussare le asperità e ridurre le frizioni che compromettono i rapporti con gli altri, liberandoci dai pregiudizi e ideologie, e dall’inseguire le chimere di una scienza effimera, così da sviluppare quella solidarietà salvifica e dopante, che non solo ci farà sentire meno soli, ma tutti quanti insieme l’opera di uno speciale progetto creativo dentro il quale, ogni domanda trova la sua risposta. Gianni Tirelli
Posted on: Tue, 12 Nov 2013 16:24:16 +0000

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