Mezzanotte passata. 5 Agosto 2013. Qualcosa stava per finire. - TopicsExpress



          

Mezzanotte passata. 5 Agosto 2013. Qualcosa stava per finire. Qualcosa di mai iniziato. L’accendino, grazie Cazzo. La sigaretta finisce per terra. Che dovevi dirmi Vali?. Cazzo non chiamarmi Vali. Vieni, mettiti a ceccia. Festa di paese, gli amici a cento metri di distanza che parlano e ridono. Noi due seduti in penombra. Intravedevo a malapena la tua figura, sul muretto sopra la panchina dove mi ero arroccata, gambe incrociate, schiena ricurva, borsa sulle ginocchia, testa bassa. Come a chiudermi su me stessa. Come se potessi difendermi così. Le parole, tante, troppe, venivano fuori a stento. Come se ci fosse qualcuno che aggrappandosi le tirava giù e me le rimetteva nel cuore. Due mesi, due mesi che andavo avanti a sperare, ad aspettare, a dire che prima o poi ti saresti accorto di me, che in fondo non sono così male. Perché sai, me l’han detto tante volte che era meglio lasciar perdere, ma io non volevo crederci. Non mi fidavo. La gente non capiva. Io ti sarei stata vicina, sempre, in ogni momento. T’avrei ascoltato, t’avrei capito. Quando nessuno ci sarebbe stato, avresti comunque potuto contare su di me. E piano piano, a poco a poco, ti saresti reso conto che ne valeva la pena. Per me. Che valeva la pena darmela una possibilità, perché in fondo non sono così male. Magari non sono bella, magari non sono poi così simpatica. Non faccio ridere, non sono di compagnia. Non metto le persone a loro agio. Ci si sta male con me. Però. Però magari tu avresti capito. Avresti scavato. Avresti trovato ciò che di buono nascondo sotto tutto questo cinismo. Volevo salvarti, volevo tremendamente salvarti. Volevo che quando qualcuno t’avesse chiesto come stavi, avresti detto: “Bene. Bene, ora” e guardandomi avresti sorriso. Perché so di poterlo fare. Io sono nata apposta. Io le persone le voglio salvare, tirare su, far risorgere dalla propria cenere. E tu invece non me ne hai dato la possibilità. Forse con te la mia magia non funziona. Ed ora sono io a dover essere salvata. Tutto questo pensavo mentre balbettavo cose senza senso. E ti guardavo. Ed eri bello. Ma la verità è che me ne fotto del tuo bel viso, dei tuoi denti, dei tuoi muscoli e anche dei tuoi cazzo di occhi marroni. Me ne fotto altamente. Non mi piaci perché sei carino. Avevo bisogno di te molto prima di rendermi conto che fossi un bel ragazzo. Mi facevi ridere molto prima che vedessi quanto è bello il tuo sorriso. Trepidavo nell’attesa di un tuo messaggio. Mi rigiravo nel letto sorridendo. Non sai quant’è il bene che mi hai fatto. Tutto questo volevo dirti, ma alla fine non t’ho detto niente. E blateravo, blateravo cose senza senso. E tu dicevi: “Basta Valentina basta”. Basta, va bene. Ti sei alzato, m’hai preso per mano e m’hai abbracciato. T’ho dato un bacio su una spalla. Ci siamo incamminati. Verso la luce, verso la normalità. Tu a destra, io a sinistra. Tu dai tuoi amici, io dalle mie amiche. E poi a casa, senza nemmeno dirti ciao. Senza nemmeno guardarti in faccia. È finita così, quella cosa che non era mai iniziata.
Posted on: Wed, 16 Oct 2013 21:55:30 +0000

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