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Mi permetto di pubblicare la lettera che mi ha scritto una stazione della linea Arona-Santhià Comignago / Cureggio / Gattinara / Rovasenda Alta / Buronzo / Carisio 014 settembre’13 Gentile lettore, sono una stazione agonizzante, tradita e abbandonata! Sono nata nel 1905 e vorrei dire la verità sulla gestione degli ultimi anni della ferrovia per la quale ho prestato servizio in questi 108 anni! Di storie, di volti e di viaggiatori ne ho visti a cavallo di questi due secoli! Negli anni della Seconda Guerra Mondiale ho visto persone coraggiose prendere il treno per spostarsi tra Arona e Torino! Erano davvero coraggiosi, almeno quanto i macchinisti che senza troppe pretese avevano innanzitutto un’ etica professionale che oggi non esiste più nel continuare a voler effettuare il servizio anche durante la Guerra, sotto i bombardamenti rischiando la pelle, per rendere un vero servizio alla popolazione! Finita la Guerra il mitico Genio Ferrovieri Italiano ha iniziato la ricostruzione e la bonifica di tutta la ferrovia! Ha sminato i campi, ha ripristinato scambi e segnali, presenziato e modernizzato passaggi a livello, stazioni, punti di blocco. Abbiamo vissuto periodi nei quali chi era al “potere” credeva fortemente nel trasporto su ferro alternato e risolutivo rispetto a quello su gomma! Iniziavano così a crescere passeggeri trasportati, merci e treni! Si iniziava alle 5 del mattino con l’accensione dei segnali a bandiera ad olio e si terminava ben oltre le 23 con il passaggio dell’ultimo convoglio. C’era voglia di rinascita e lavoro per tutti! C’era un vero amore per il proprio lavoro che oggi non esiste più! C’era un concetto di viaggiatore / cliente che oggi non viene più venerato (oggi, purtroppo, il viaggiatore è un numero, un conto economico… un “rompiscatole” che non è mai contento del servizio, mai un punto di riferimento utile per migliorarlo)! C’era la grande ripresa del dopoguerra che soffiava sugli animi delle persone e dava loro speranza. Nei tempi di massimo splendore noi stazioni divenivamo un punto di riferimento importante per la vita sociale, un luogo di abbracci, un luogo di partenze, un luogo di incontri, un luogo in cui i sogni salivano su di un treno, con o senza bagagli, un treno che portava alle Università, alle caserme militari, alle grandi città, alle grandi stazioni (ad esempio Torino Porta Nuova) dalle quali partire su altri convogli diretti ancora più lontano! Abbiamo visto tempi nei quali durante le tempeste di neve il treno era l’unica cosa che riusciva a muoversi, magari in ritardo, ma riusciva a partire da Arona (o da Santhià) e riusciva ad arrivare a destinazione! Abbiamo superato insieme momenti difficili come l’alluvione del Sesia che portò via il Ponte in Ferro che venne prontamente ricostruito grazie al lavoro e alla passione di chi in questa linea aveva sempre creduto! Abbiamo vissuto insieme momenti in cui sui nostri binari transitavano treni internazionali, quando la linea internazionale del Sempione era bloccata all’altezza di Fondotoce per l’alluvione del Toce (anni ’70)! Fino agli anni ’90 eravamo ancora nel pieno delle nostre potenzialità! Poi si iniziò a tagliare servizi, corse ferroviarie e personale! Ci murarono prima le biglietterie, poi gli uffici del capostazione, infine ci murarono le sale d’attesa, così che per attendere il primo treno del mattino (che tra tagli vari non arrivava mai prima delle ore 7 mentre prima il primo transito era quello delle 5) ci si doveva arrangiare e sperare: che non piovesse, che non nevicasse, che non ci fosse nebbia fitta! Ovviamente dovevi pensare anche alla sicurezza personale: cosa avresti fatto se ci fossero stati malintenzionati nascosti nei meandri dietro la banchina del binario o nel casottino delle toilette? Dovevi anche possedere il biglietto ferroviario che comperavi “dal verduriere” la sera prima, sempre con la speranza che questo non li avesse già finiti! In quel caso erano davvero cavoli amari, una partita impari tra te e il capotreno! Così negli ultimi anni queste erano le condizioni di viaggio! O ti andava bene così oppure ti inventavi altri mezzi di trasporto! E se ancora avevi il coraggio di scegliere il treno come mezzo di trasporto dovevi stare ben attento / a a non perdere il treno delle 7 perché fino a mezzogiorno e un quarto non ve n’erano altri! Sì sì! Hai letto proprio bene! Se perdevi quello delle 7 dovevi fare da “palo” per tutta la mattina (a dire il vero intorno alle 8 passava sempre una motrice a corsa vuota… non si capiva mai perché doveva passare vuota andando in su’ e vuota andando in giù intorno alle ore 16.45). Rammento a tal proposito che in linee gestite meglio della nostra vi è un treno ogni ora per ogni senso di marcia, o quando va male o al sabato e alla domenica, un treno ogni due ore, dalle 6 del mattino alle 21. Così sono stati sempre più numerosi coloro che si inventarono altri mezzi di trasporto e negli ultimi anni (negli ultimi mesi) di agonizzante servizio molte di noi stazioni si rianimavano un po’ solamente quando due treni si incrociavano e scendevano i capotreno a contarsela su per trenta secondi prima di proseguire verso attigue destinazioni! Caro sindaco, caro lettore. Ti scrivo affinchè tu sappia la vera verità sul fallimento della ferrovia Santhià – Arona, imputabile solo ed esclusivamente a Trenitalia con la complicità della politica e alla sua politica sorda verso le esigenze dei viaggiatori! Diffondi questa verità quanto più puoi e non dire “lasciamo perdere, tanto non serve a nulla!” Più persone sanno quale è la verità e più avremo probabilità di inchiodare una volta per tutte il monopolista di fatto alle sue responsabilità! Ricordati che la scure, con la scusa del risparmio aziendale, ha iniziato a colpire la tua linea ferroviaria, ma a rischio vi sono altre linee come la Varallo – Novara, la Novara – Arona (dove l’ultimo treno del giorno parte alle ore 18.45!!!), la Novara-Domodossola e la Novara – Oleggio – Sesto Calende – Laveno, ove Trenitalia ha il coraggio da anni di far circolare due treni diesel da 64 posti a corsa (su di una linea elettrificata) per sei giorni alla settimana, per tre corse per ogni senso di marcia fino a Sesto Calende, che si riducono a due tra Sesto Calende e Laveno! Ricordati che gli impianti della linea, ristrutturati negli anni ’90, sono ancora oggi, 18 gennaio 2013, accesi (segnali, passaggi a livello, conta assi ecc.)! I semafori di partenza e di arrivo sono ancora operativi! E’ dal 16 giugno 2012 che emanano sempre la stessa luce rossa (che oggi confonde solo i trenini di formiche)! Se presto non si ripristina il servizio ferroviario vero e proprio le gallerie inizieranno a divenire un covo per immigrati irregolari, nonché un’ ottima miniera dalla quale estrarre (leggasi rubare) ferro, rame e altro ancora! Insomma! Non so’ se rendo l’idea! Fare qualcosa subito si può: far girare questo documento e far conoscere a più gente possibile la verità! Successivamente imporre a Trenitalia il ripristino del servizio o rivolgersi con decisione ad altri operatori che possano garantire il servizio 24 ore su 24 ad orario cadenzato. La tua linea è anche la mia! Non è solo una “linea turistica”! FIRMATO LA STAZIONE AGONIZZANTE
Posted on: Wed, 25 Sep 2013 22:55:00 +0000

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