Molti Stati rivendicano che la loro legittimità poggi sulla - TopicsExpress



          

Molti Stati rivendicano che la loro legittimità poggi sulla concezione lockeana del consenso dei governati, ma in realtà questo consenso si configura come un fattore altamente problematico, perché la popolazione dei governati raramente, se non mai, ha potuto liberamente esprimere la propria scelta in ordine al fatto se aderire, o meno, all’assetto di potere precostituito. I regimi ricorrono alla pubblica istruzione, alla propaganda, alle sentenze giudiziarie (rese dai propri giudici), alle elezioni politiche, alle audizioni pubbliche, e ad altri svariati artifici per instillare nella gente l’idea che i loro governanti sono inequivocabilmente delle autorità legittime, intese ad intraprendere azioni legittime. Molti, se non tutti, di questi pretestuosi tentativi di giustificazione sono altamente discutibili, quando non del tutto falsi, e nessuno di essi si pone come prova decisiva del consenso prestato dai cittadini per essere governati, come lo sono, dai governanti che li soggiogano. In realtà, il cosiddetto consenso dei governati consiste, fondamentalmente, nella mera acquiescenza- una rassegnazione diffusa, la quale sta semplicemente ad indicare che la maggior parte delle persone preferisce sopportare la rapina dello Stato e le sue inesauste angherie, piuttosto che fronteggiarle apertamente, con il rischio di incorrere in lesioni, nella prigionia, se non addirittura nella morte. L’acquiescenza della gente, in molti casi una sorta di cupa, risentita ed implicita resa, difficilmente dota i governanti di una qualsivoglia giustificazione morale. Di fatto, anche nei paesi con il più alto tasso di partecipazione politica dei cittadini, la stragrande maggioranza delle persone può certamente considerare i propri politici, unitamente ai burocrati, con malcelato disprezzo, se non persino con una profonda e palese avversione.
Posted on: Fri, 28 Jun 2013 11:20:55 +0000

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