NERBI ATTACCATI L’altro giorno, nel mio quartiere, si è sentita - TopicsExpress



          

NERBI ATTACCATI L’altro giorno, nel mio quartiere, si è sentita male una persona. E come succede, fortunatamente ancora nel nostro paese, un po’ tutti i conoscenti ci siamo recati a casa della sfortunato, per capire cosa stesse accadendo e cercare di dare aiuto. L’infortunato, di cui non posso fare il nome, è molto noto sia nel quartiere che in tutto il paese, essendo persona pia e assiduo frequentatore degli ambienti ecclesiastici, come tutta la famiglia del resto. Il poverino era sdraiato sul lettino, e mostrava chiaramente i segni del soffocamento, poiché portava continuamente le mani alla gola e non riusciva a parlare. C’è voluto poco per capire che bisognava darsi da fare subito, se volevamo che continuasse a vivere. Caricato alla svelta su di un’auto, è stato immediatamente trasportato in ospedale. La sera era già di ritorno, e anche questa volta, in processione ci siamo recati a casa dello sventurato. In poco tempo lì davanti si è formata una piccola folla, che per evitare di disturbare stava davanti all’uscio, nel tentativo di farsi notare, quantomeno dai parenti, affinché potessero dire: Tizio, c’era, Caio si è fatto vedere, Filano ha chiesto notizie, Martino non c’era e….sono cazzi suoi. Perché bisogna sapere che pur essendo, sia la famiglia che l’infortunato, timorati di Dio, sono di quelli che come si dice “si l’attaccanu o itu”. Chiedere notizie al diretto interessato, sarebbe stato poco elegante, quindi abbiamo agganciato uno dei parenti che lo aveva trasportato in ospedale, e ci siamo fatti raccontare il fatto. Riporto le sue testuali parole: “arrivammu o spitali ca era quasi mortu, avia addivintatu nivuru comu la pici, li mpirmera si lu carricaru e si lu ngiusiru ni la stanza. Dicennuni di assittarini e aspittari. A un certu puntu vittimu arrivari, di cursa, un parrinu ca s’impilà vidè ni la stanza. Tutti pinzammu, di tabutu semmu. Ammeci, mancu cincu minuti e si grapì la porta, e niesceru fora li duttura, lu parrinu e lu malatu. Ni salutaru e ni dissiru ca putivamu turnarininni a la casa, però ni dettiru na littra, pi falla leggiri sia a lu dutturi di famiglia ca a lu nostru parrocu”. Il commento generale è stato: U SIGNURI LU SARBA’ Ma siccome non c’è segreto professionale che tenga, l’indomani il contenuto della lettera riservata, era di dominio pubblico, e recitava: “Egr. Dottore, Reverendissimo Parroco Il vostro assistito gode di ottima salute, può campare ancora cento anni, deve stare attento ad una sola cosa; deve mangiare meno ostie. Ne abbiamo trovate decine e decine, bloccate nella gola, ve lo può confermare il sacerdote che abbiamo, urgentemente, chiamato per rimuoverle con le sue mani benedette. Lo stesso sacerdote raccomanda di farlo partecipare a meno messe e processioni, e di distrarlo con altri aspetti della fede cristiana, che procurano meno danni a tutti. Auguri “. Dopo che la lettera è diventata di dominio pubblico, il commento è: E’ ACCUSSI’ TINTU CA L’OSTIA TORNA NNARRE’. I parenti, hanno messo in giro la diagnosi tipica del medico palmese: SUNNU NERBI ATTACCATI NI LA GULA
Posted on: Sun, 25 Aug 2013 19:12:04 +0000

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