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NUOVI SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE (e non fidatevi delle carote) Queste prime indiscrezioni giornalistiche sui nuovi programmi per Salto di Quirra ci lasciano profondamente perplessi. La prima domanda che ci viene spontanea riguarda l’analisi richiesta da effettuarsi nei terreni alla ricerca di uranio, torio e cadmio. La domanda è: perché è stato escluso il trizio (radioattivissimo), un metallo assai largamente usato nella strumentazione missilistica e non solo? Mi pare si inizi con un passo falso. E per quanto riguarda il torio, che è impiegato nella strumentazione dei missili Milan, sono stati i francesi già nel 2004 (ma forse anche prima), ad accorgersi della pericolosità di tale metallo e ne hanno addirittura chiesto la cessazione dell’impiego dei missili per via della sua pericolosità. Quindi non si capisce cosa ci sarebbe da scoprire sotto terra, o magari sotto-mare (le “carote”) per valutare la pericolosità di un metallo, pericolosità che è già stata largamente provata e per di più da esperti di SICURA COMPETENZA. Forse questo è l’inizio di una “strategia di logoramento” per vanificare ogni tentativo di fare emergere la verità. E il ritorno, per chi se lo ricorda, ai “tre secchielli” del Prof. Riccobono, a cui ordinò dieci anni fa di fare delle indagini nel territorio del poligono di Salto di Quirra l’on. Cicu, allora sottosegretario alla Difesa. Il risultato di quell’indagine era scontato in partenza. 3 secchielli per 13 mila ettari! Anche se ora saranno 30 o 300 la sostanza del problema non cambia. E tra l’altro oltre 13 mila ettari di terra ce ne stanno 50 mila in mare! Dunque ci sono tutte le premesse per l’assoluto nulla. Probabilmente è inutile attendere il verdetto delle “carote”. C’è da chiedersi piuttosto perché non si inizia con delle semplici domande per le quali entro 48 ore si può avere una risposta. Facciamo solo qualche piccolo esempio riguardante l’impiego di armi straniere a Salto di Quirra. Potrebbe essere importante avere una risposta, ad esempio, sulla composizione dei proiettili del lotto Israeliano IMI 1/1/1985 che sono stati impiegati nel poligono (e che tante preoccupazioni ha destato a Torre Veneri). All’incirca da 30 anni attendiamo una risposta a questa domanda. Un’altra domanda è questa: perché agli utilizzatori stranieri del poligono (civili e militari) che hanno eseguito sperimentazioni nel poligono di Salto di Quirra è stato concesso, in merito alle armi che hanno impiegato, di presentare un’AUTOCERTIFICAZIONE, sfuggendo quindi ad ogni controllo da parte italiana? E ancora: e perché ai suddetti enti è stato concesso di effettuare essi stessi la bonifica delle zone in cui avevano eseguito le sperimentazioni, impedendo così, anche sotto questo aspetto, ogni serio controllo da parte italiana? E ancora: perché non è stato emanato un bando di divieto internazionale per impedire che venissero impiegati armamenti dalle caratteristiche sconosciute, impedendo così all’Italia, in caso di violazione, di intervenire in sede internazionale? Ma tanti altri interrogativi esigono risposta. Per esempio: quali armi sono state usate dai MIG libici, di costruzione sovietica, che CLANDESTINAMENTE sono stati impiegati nella base di S. Lorenzo? Un’operazione che, in quanto clandestina, ha impedito ogni controllo italiano. Chissà se queste problematiche sono incluse nei lavori della cosiddetta “super-perizia”, affidata a un “super-perito”? Ma per inciso: che significa “super- perizia”? e che significa “super-perito”? Quali attestati occorrono perché una perizia possa diventare una “super-perizia” e un perito possa diventare un “super-perito”? Grati delle spiegazioni che eventualmente ci verranno fornite. Falco Accame Presidente Anavafaf
Posted on: Fri, 12 Jul 2013 11:05:41 +0000

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