Nizar Qabbani – Raffigurazione del tempo grigio È - TopicsExpress



          

Nizar Qabbani – Raffigurazione del tempo grigio È dall’infanzia che cerco di raffigurare il mio paese. Ho disegnato case ho disegnato tetti ho disegnato volti. E minareti dorati ho disegnato e strade deserte dove sdraiarsi per lenire la stanchezza. Ho disegnato una terra chiamata metafora, la terra degli arabi. È dall’infanzia che cerco di disegnare una terra che mi tratti con gentilezza se infrango il vetro della luna e mi ringrazi se scrivo versi d’amore e se inseguo l’amore mi lasci fare come un uccello, sugli alberi. Cerco di disegnare una terra nella quale gli uomini ridano … e piangano come gli altri uomini. Cerco di liberarmi dai miei modi di dire e dalla maledizione del soggetto e del complemento oggetto, di scrollarmi la polvere dalle spalle di lavarmi il viso con acqua piovana. Cerco con l’autorità della sabbia di abbandonare il campo … Addio Quraish Addio Kulayb Addio Mudar . Cerco di disegnare una terra con un parlamento di gelsomini con un popolo schiavo del gelsomino le cui colombe si addormentino sul mio capo i cui minareti piangano nei miei occhi. Cerco di disegnare una terra che sia amica della mia poesia e non si intrometta tra me i miei pensieri nella quale non marcino gli eserciti sulla mia fronte. Cerco di disegnare una terra che mi ricompensi se brucio i miei abiti e mi perdoni se straripa il fiume della mia follia. Cerco di disegnare una città dell’amore priva di vincoli dove le donne non vengano immolate e il loro corpo addomesticato. Ho viaggiato a sud ho viaggiato a nord ma inutilmente. Il caffé di tutti i locali ha lo stesso aroma tutte le donne quando si spogliano hanno lo stesso profumo. Tutti gli uomini della tribù non masticano il cibo ma inghiottono le donne in un solo boccone. Ho cercato sin dall’inizio di non somigliare ad alcuno. Ho sempre respinto i discorsi in scatola e rifiutato qualsiasi idolo. Ho tentato di bruciare tutte le parole di cui mi sono rivestito: a volte le poesie sono una tomba e le lingue un sudario. Ho disegnato l’emorragia dei bar ho disegnato la tosse delle città e ho preso appuntamento con l’ultima donna e tuttavia … sono arrivato a tempo scaduto. Cerco di disegnare una terra dove il mio letto sia solido e solida la mia testa perché possa dalle navi avvistare la costa. Ma loro … mi hanno requisito la scatola dei colori e non mi permettono di raffigurare il volto del mio paese.
Posted on: Wed, 10 Jul 2013 20:42:23 +0000

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