Nomine, tutti gli imbarazzi della Lorenzin IL CONSIGLIO SUPERIORE - TopicsExpress



          

Nomine, tutti gli imbarazzi della Lorenzin IL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ SUGGERISCE AL MINISTRO LE DECISIONI DELICATE. OMBRE SU ALCUNI DEI NUOVI MEMBRI di Stefano Feltri e Adele Fortino Il giorno dopo la nomina dei nuovi membri del Consiglio superiore di sanità per il prossimo triennio è sulla presenza femminile: solo 10 donne su 66 componenti, 7 vi siedono di diritto e 3 appena nominate dal ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. “Ci sembrano poche tre donne su quaranta componenti nominati del Consiglio”, Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera. Il nome che colpisce di più resta quello di Alberto Zangrillo, professore del San Raffaele che è anche il medico personale di Silvio Berlusconi. Lui precisa: “Sono nel Consiglio superiore di sanità dal 2009, sempre senza ricevere un euro”. Zangrillo è il medico del Cavaliere dal 2002, posizione questa che gli è costata anche qualche incidente (non è riuscito a diventare rettore del San Raffaele per un soffio), e ha sempre spiegato che “un medico non dovrebbe mai essere valutato sulla base delle sue ideologie, ammesso che le abbia”. Nel Consiglio, dove la Lorenzin (Pdl) lo ha appena riconfermato per altri tre anni, ha un ruolo importante: guida la seconda sezione, quella che si occupa dell’accreditamento delle strutture sanitarie. Il Consiglio non prende decisioni operative, ma consiglia il ministro sulle politiche sanitarie, e difficilmente un politico può prescindere dal parere di quelli che sono considerati i più autorevoli medici del Paese. Che si tratti di stabilire quali cure devono essere coperte dal servizio sanitario nazionale (indimenticabile una discussione sulla fish pedicure, i pesci che mangiano la pelle morta dei piedi, pratica bocciata dal consiglio), di sigarette elettroniche o di cure controverse come quella Di Bella. Dei membri del consiglio è meglio guardare solo il curriculum scientifico (e le pubblicazioni, basta un controllo sul motore PubMed) oppure si trovano sorprese antipatiche. Si può scoprire per esempio che Placido Bramanti, detto Dino, neurologo dell’Università di Messina e direttore dell’Ircss Neurolesi per un periodo ha cumulato i due incarichi, nonostante la legge lo vietasse, prendendo una multa dalla Guardia di Finanza. Il tutto mentre gestiva anche un suo studio privato. La Procura di Messina lo ha indagato e poi archiviato. Anche il professor Gianfranco Gensini ha avuto qualche problema, poi risolto, coi giudici: il 6 settembre scorso i giornali locali di Firenze, città in cui Gensini è stato preside di Medicina, davano notizia che una vecchia inchiesta partita da Bari nel 2002 per concorsi pilotati si era chiusa per il professore con l’archiviazione per le accuse di associazione a delinquere e di falso ideologico, mentre per il reato di corruzione è scattata la prescrizione. Un altro dei nuovi membri, l’ex sottosegretario Adelfio Elio Cardinale è invece ancora imputato a Bari in un’altra inchiesta su concorsi truccati (ed è marito dell’ex capo di gabinetto di Renato Schifani). “Non dovete guardare la fedina penale, ma la provenienza geografica, possibile che i luminari stiano tutti a Roma?”, maligna un membro del Consiglio. Il Lazio non ha certo la sanità migliore d’Italia, eppure la densità di professori romani è altissima. Forse perché è più facile essere nominati se si frequentano tanto i corridoi ministeriali. O perché stare a fianco del ministro è particolarmente importante in una Regione dove c’è tanta sanità convenzionata (e infatti la Lorenzin ha nominato anche Giovanni Simonetti, genero del signore delle cliniche Giuseppe Ciarrapico). Ha collaborato Paola Forcina
Posted on: Wed, 11 Sep 2013 05:56:02 +0000

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