Novembre 2011 Benvenuti in Terra SANTA! Non crediamo che le cose - TopicsExpress



          

Novembre 2011 Benvenuti in Terra SANTA! Non crediamo che le cose avvengano per caso e mentre, prima di Natale, ce ne stavamo tranquilli, cullati dalla retta, presuntuosa coscienza dell’ “abbiamo già dato”- stiamo affrontando con dignità una crisi epocale senza cambiare i nostri principi; siamo cittadini attivi; abbiamo partecipato con entusiasmo alla marcia della pace Perugia- Assisi…- ecco che Pax Christi TA, il nostro caro Pio Castagna, ci propone un incontro “ristretto”, di poche, “scelte “ persone, con Nandino Capovilla sulla questione palestinese. Don Nandino, di Murano (Venezia), membro del Consiglio Nazionale di Pax Christi, dal novembre del 2004 ha svolto il proprio servizio per il Movimento come responsabile delle azioni in Israele e Palestina e in qualità di referente nazionale della campagna “Ponti e non muri” promossa da Pax Christi International per promuovere la pace in Terra Santa. E’ inoltre l’attuale coordinatore nazionale di Pax Christi. Nel Centro studi “Pio La Torre”di Libera, gremito, con dei Ragazzi incontriamo dunque questo testimone del Vangelo molto credibile e riceviamo da lui spunti, informazioni dettagliate sulla Palestina, materiale di lavoro. Ne nasce un’inquietudine profonda, l’ansia di capire e di “dare voce a chi non ne ha”, ci suggerisce Don Nandino. E iniziamo a lavorarci, su una cartina geografica, grazie ad un magnifico dvd e leggendo Un parroco all’inferno, dello stesso Capovilla, Edizioni Paoline. Il libro è indispensabile per conoscere tante leggi della geopolitica mondiale attuale, ma soprattutto la condizione dei territori dell’Autorità nazionale palestinese”occupati” dallo Stato d’Israele, l’umiliazione dei check points e del muro di cinta tra Stato d’Israele e territori palestinesi ( la sua estensione, da dove passa, chi e che cosa divide…), l’assurdità della cancellazione della memoria culturale palestinese in molti territori della Cisgiordania annessi negli anni da Israele e della colonizzazione della regione da parte di comunità ebree non disposte al dialogo e alla convivenza costruttiva. Ma soprattutto lacerante ed insieme esaltante le nostre energie migliori è la testimonianza contenuta nel libro di Abuna Manuel Musallam, parroco cattolico di Gaza fino a poco tempo fa, cui Nandino Capovilla rivolge una lunga, intensa intervista, che parla dei giorni dell’Operazione israeliana “Piombo fuso” (dicembre 2008-gennaio 2009) nella quale lo stato d’Israele tentò di stanare i capi di Hamas responsabili di atti di violenza contro Israele. In realtà quei bombardamenti aerei colpevolmente, perché non si potevano non conoscere le conseguenze dell’operazione militare sui civili,scientemente, e di questo si occuperanno, si spera, delle commissioni d’inchiesta ONU, ha mietuto vittime innocenti e ha voluto prostrare per certi versi irrimediabilmente la popolazione di Gaza e dintorni. Le armi usate, per la maggior parte non convenzionali, orribili, le strategie militari, l’indifferenza davanti alle responsabilità dei danni “collaterali” da parte israeliana vanno denunciate, come fa Abuna Manuel e diversi rapporti ONU riportati in appendice: indelebile il racconto e poi la lettura delle pagine in cui si parla di bomb disk e di armi al fosforo bianco ( di come le prime, fatte di dischi dai bordi seghettati lanciati a 60 centimetri da terra, feriscono mutilando; le seconde bruciando i tessuti interni. Entrambe in ampi raggi). Ci sono gli estremi per denunce contro Israele schiaccianti, ma ancora poco si sa, ancora poco si appoggiano le voci che denunciano e richiamano. Ma del libro rimane anche e soprattutto l’idea di un popolo, quello palestinese, molto elevato spiritualmente, non fatto di “terroristi che attentano alla sicurezza d’Israele”, religioso, che non si abbatte, nel quale i Cristiani di tutte le confessioni sono evengelicamente Uno e sono fratelli dei Musulmani, ricambiati da fraterno affetto dagli Islamici. Un mondo che noi occidentali ignoriamo, che leggiamo sempre come fondamentalista, ma nel quale le religioni, quando sinceramente coltivate, coesistono e resistono agli attacchi politici e ai pregiudizi nei confronti del popolo palestinese :”Siamo tutti palestinesi!”, dice il parroco cattolico, e definisce quotidiana la condivisione degli Uomini di buona volontà, religiosi e non, del dolore e della gioia, poca in verità per la mancanza del quotidiano per la popolazione stremata dall’embargo israeliano ed isolata dai bombardamenti dell’operazione “Piombo fuso”. Insieme si vivono , feste, preghiere, consolazione, le esperienze più comuni, all’interno di comunità cittadine, nella quali le Scuole cattoliche, la Parrocchia di Abuna Manuel dà ospitalità, formazione, ristoro a tantissimi Musulmani, ottenendone rispetto e appoggio in ogni occasione, mentre sanno di trovare comprensione, accoglienza nelle comunità musulmane, persino presso il governo di Hamas, sostenuto dal voto di tanti Cattolici. Come Musallam afferma nella lettera al Papa, nell’invitarlo ad incontrare i Palestinesi a Gerusalemme est in occasione del viaggio in Israele, assicurando la sicurezza garantita da tutto il popolo palestinese desideroso d’incontrare Benedetto XVI. Desiderio rimasto disatteso… Non mancano nel libro commoventi testimonianze di grande solidarietà dell’una e dell’altra comunità in conflitto e parole d’amore del parroco cattolico nei confronti dei palestinesi di altre religioni e persino nei confronti degli Ebrei, di cui non si ignora un cammino di revisione, di pacifismo, che vorrebbe il dialogo e riconosce le richieste palestinesi, percorsi di dialogo apprezzati dall’Autore. E se nulla avviene per caso, a distanza di pochi mesi, negli stesi luoghi un’altra proposta di lettura (“Grazie a Dio è venerdì” di Franco la Torre), molto in sintonia con il libro di Don Nandino, doveva confermarci nell’idea che è cruciale accogliere anche tra le nostre PRIORITA’ uno sguardo sul mondo, uno sguardo sul dolore palestinese: ad una terra che insegna con la resistenza dei valori e la solidarietà interclasse ed interreligiosa che il dialogo e la convivenza pacifica sono OVUNQUE la strada. Da sempre, dalla nascita di Cristo a Betlemme, da lì parte la storia dell’ Uomo creatore di civiltà eterne perché fondate sull’Amore: benvenuti in terra santa! Lucia Schiavone
Posted on: Mon, 24 Jun 2013 04:58:00 +0000

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