Opera, 8 aprile 2013 Quanti sono fino ad oggi le vittime della - TopicsExpress



          

Opera, 8 aprile 2013 Quanti sono fino ad oggi le vittime della crisi economica determinata dai poteri criminali che governano l’Italia? Numeri non ne vengono forniti, ma essi sono tali da rappresentare la vergogna di un Paese che si considera civile e un atto di accusa verso tutti i governi che si sono succeduti da venti anni a questa parte, siano essi di centro-destra, centro-sinistra o tecnici. Dinanzi a piccoli imprenditori che si uccidono perché falliti, alle persone che si ammazzano perché non hanno più soldi per mangiare, pagare l’affitto, acquistare medicine, l’Italia governativa e giornalistica risponde con l’esaltazione degli ultimi, degli emarginati, dei diseredati. L’aliena che è stata eletta presidente della Camera dei deputati ha scoperto solo ora, dinanzi alle bare delle ultime tre vittime, che la prima battaglia da fare in Italia è quella contro la povertà. Prima, questa anima bella si era infatti occupata di migranti, pigmei, neri e gialli, mai degli italiani che riteneva, evidentemente, ricchi, pasciuti e satolli. Oggi tutti scoprono l’esistenza, anche in Italia, dei diseredati, degli ultimi: muoiono due cantautori, appartenenti all’ultima categoria di “eroi” ormai esistente in un’Italia svirilizzata, e subito si precipitano a presentarli come i cantori degli emarginati. Eleggono papa un prete di campagna, simpatico, sorridente, accattivante ed ecco che lo impongono all’attenzione degli italiani come il difensore degli umili, dei diseredati, degli emarginati ecc. ecc. La miliardaria che attualmente ricopre la carica del ministro della Giustizia, che ha costruito la sua carriera professionale come avvocato di grandi aziende e di miliardari, scopre che i carcerati sono “vittime della società”, ma non racconta che all’interno degli italici mandamenti penali i detenuti, oggi, si devono comprare tutto da soli: dalle lampadine, agli spazzolini, alle scope, alle palette, ai materassi e ai cuscini, alle lenzuola. L’Italia degli ultimi, dei cassintegrati, degli esodati, dei licenziati, è sacrificata sull’altare dei mercati, ultimo dio dell’ex comunista Giorgio Napolitano convertitosi al capitalismo sfrenato e selvaggio. E cosa fa la politica? Ripropone alla guida del Paese il pregiudicato Silvio Berlusconi, che si è arricchito mentre l’Italia si impoveriva, in concorso con qualche esponente di centrosinistra che gli è stato complice da vent’anni e che, oggi, dinanzi alla ventata di aria fresca rappresentata dal Movimento 5 stelle esita a stringere una nuova alleanza che, se e quando fatta, porterà definitivamente alla rovina la Nazione intera. In un Paese in cui la morte sembra essere la cronaca quotidiana fra suicidi per disperazione, donne assassinate, rapinatori senza scrupoli, barbari in divisa che insultano la madre di un diciottenne ucciso a botte dai loro colleghi condannati a pene ridicole, si propaganda, in maniera assillante, la parola di un vescovo di Roma che sa parlare solo di perdono, pietà e misericordia. Al Dio di Francesco I e della ex Chiesa cattolica, apostolica, romana, di cui noi non abbiamo mai percepito l’esistenza, opponiamo un Dio che non è divino ma è umano, che si rappresenta come giusto, capace con uno sforzo collettivo di ergersi a giudice dei corrotti, dei corruttori, dei banchieri ladri e dei loro avvocati, degli affamatori e dei disonorati per richiamarli a rispondere dei loro crimini non il giorno del giudizio, quando il Dio cristiano perdonerà tutti ed avrà pietà di ognuno, secondo il verbo di Francesco I, ma nel tempo presente. È tempo che l’Italia degli ultimi e degli umili, dei diseredati e degli emarginati tolga la benda dagli occhi della Dea che rappresenta la giustizia, ed esiga che usi la spada contro coloro che sono pubblicamente ed indiscutibilmente colpevoli. Fra le tante astruse medicine che i ciarlatani della politica propongono per guarire questo Paese ne manca una sola, quella risolutiva: giustizia. È tempo che gli italiani ricostruiscano uno Stato che non esiste più, che sia in grado di pagare i suoi debiti, che imponga un limite alla ricchezza, che vieti ai proprietari di trasferire le loro aziende in Paesi dove la manodopera costa meno per accrescere i loro patrimoni personali, che inserisca le maestranze nei consigli di amministrazione, che nazionalizzi le banche, che socializzi le grandi aziende controllandone i bilanci e le scelte strategiche, che lotti contro l’evasione fiscale, che punisca con severità adeguata il reato di falso in bilancio che, in parole semplici, lo Stato tuteli i cittadini e non i loro sfruttatori. Gli italiani possono ancora farlo e l’Italia può ancora risorgere.
Posted on: Sat, 13 Jul 2013 05:22:58 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015