PERCHÉ PENSIAMO CHE IL COMUNE ABBIA PAURA DEI REFERENDUM - TopicsExpress



          

PERCHÉ PENSIAMO CHE IL COMUNE ABBIA PAURA DEI REFERENDUM Oggi su repubblica UMBERTO DE GREGORIO L’L’ intero (o quasi) consiglio comunale (compreso i tre quarti del gruppo consiliare del Pd), sembra essere contrario ai referendum. Probabilmente per mero spirito di sopravvivenza. E il presidente del comitato dei garanti, Raimondo Pasquino, che dovrebbe avere una posizione assolutamente indipendente, si lascia andare a dichiarazioni — “ma davvero si crede che il sindaco sia preoccupato per i referendum?” — che lasciano trasparire una inopportuna vicinanza alla giunta arancione. Noi abbiamo invece la chiara sensazione che il sindaco abbia paura dei referendum e che sia in atto una strategia tesa a svilirne e ridicolizzarne il contenuto. I sondaggi pubblicati da Il Mattino lasciano infatti trasparire un evidente calo di consensi per la giunta arancione. Ma si tratta, appunto, di sondaggi. Un referendum popolare ufficiale avrebbe un impatto politico dirompente se confermasse i risultati dei sondaggi e magari ne amplificasse il tenore. Che cosa fare allora? Non parlarne, allungare i tempi, eliminare i più fastidiosi, rendere di fatto impossibile la raccolta delle firme. Il consiglio comunale che approvò all’unanimità nel luglio del 2012 una fumosa delibera rivoluzionaria che concedeva il voto per i referendum consultivi ai sedicenni e agli extracomunitari, non ha invece ancora trovato un accordo per nominare il “comitato dei garanti” e rendere poi di fatto possibile lo svolgimento dei referendum (eppure avrebbe dovuto nominarli, a norma dell’articolo 4 del regolamento comunale, entro sessanta giorni dall’insediamento del consiglio comunale). Che cosa temiamo e prevediamo che accadrà nei prossimi giorni? 1. Il quinto membro verrà nominato last minute (e se non venisse nominato? Salterebbero i referendum?). 2. Verrà inficiato l’impianto referendario, bocciando e/o modificando uno o più quesiti. 3. Si opterà per l’applicazione dell’articolo sei del “regolamento” («sono necessarie firme pari al quattro per cento degli iscritti nelle liste elettorali» e quindi circa 40 mila — ma nessuno conosce il numero esatto visto che occorre calcolare anche i sedicenni) anziché l’articolo quattordici dello “statuto” comunale (20 mila firme); 3. Verrà definito come termine perentorio per la raccolta delle firme il 31 dicembre (interpretazione restrittiva) e non quello di 90 giorni dalla messa a disposizione delle schede vidimate da parte del Comune (interpretazione estensiva). Ci auguriamo di essere clamorosamente smentiti e che invece vi sia un cambio di rotta e si manifesti un’apertura politica e culturale tesa a far svolgere i referendum consultivi, facendone un grande momento di discussione e partecipazione democratica ai problemi della città. Ma sia chiaro sin d’ora che abbiamo gli occhi ben aperti e non cadremo in banali tranelli.
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 06:05:17 +0000

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