POLLICE ALTO PER LA PIROZZI, NABUCCO INVECE KO Stasera a - TopicsExpress



          

POLLICE ALTO PER LA PIROZZI, NABUCCO INVECE KO Stasera a Bologna prima del Nabucco e prima del Nabucco. Non è un errore di sbaglio. Nel senso che: 1) è andata in scena la recita numero uno delledizione ripresa dal 2006 del giappo Yoshi Oida, che già allora non si sprecò tanto. Ma era in magazzino, costava niente e allora è stata riallestita. Ma anche.. 2) prima del Nabucco orchestra e coro sono scesi in piazza Verdi sfrattando momentaneamente gli scoppiati. Una sinfonia di protesta, che è stata un modo sublime per far valere le ragioni dellopera italiana super-vessata, mentre a Roma invece volavano sanpietrini e quantaltro di contundente. Molto meglio qui, sa-va-san-dir.. Cominciamo dal fondo, dagli applausi e dai buu distribuiti col bilancino del farmacista. Bene il pubblico bolognese, questa volta. Nabucco-Vladimir Stoyanov si è beccato ripetute contestazioni. Impreciso, stonacchiante in molti passaggi, poco incline a dar personalità al ruolo (è Nabucco, mica un passante!). Ha cantato dignitosamente il duetto con Abigaille, ma nellambito di una prova modesta. I fischi li ha evitati per un pelo Ismaele-Sergio Escobar, guitto nel porgere le frasi, con lo sprezzo di uno di quelli che parcheggiano in doppia fila. Le altre contestazioni sono andate a Maria Cristina Madau, mandataria della regìa. Responsabilità limitate per un allestimento sui generis, con occhi inquietanti sullo sfondo, uninutile cascatella - per fortuna non ha turbato troppo con lo sciacquio leccellente Va pensiero - e costumi da manga, pare pure di enorme tonnellaggio. Essendo nelle note pure alla voce Movimenti coreografici, qui la Madau avrebbe potuto fare ben di più. In scena non succede quasi niente. Il coro stantuffa (in piedi-seduti); i figuranti incidono sullo spettacolo come quei video in cui si prova a spaccare il vetro di un iPhone. Neanche col trapano.. Zaccaria-Dmitry Beloselskiy ha espresso una voce un po nasale. Come il resto del cast, è sembrato teso nel primo atto, poi si è sciolto e ha trovato maggiore sicurezza. Applausi dalla platea, e ci stavano. Glissando sui comprimari (Gran Sacerdote di Belo-Alessandro Guerzoni, Anna-Elena Borin e Abdallo-Gianluca Floris, questultimo arrancante in coda al gruppo) le due donne se la sono cavata. Fenena-Veronica Simeoni nella sua preghiera non ha mai sbandato: sicura e pure suadente nei passaggi finali di Oh, dischiuso è il firmamento!. In parte e unica a muoversi un minimo-minimo rispetto allespressione Goldrake degli altri (con sti pastranoni avevano molto dei mostri anti-eroe col fermo immagine e il nome in giapponese). Abigaille era Anna Pirozzi, quella convocata in azzurro dal c.t. Muti per un Austria-Italia a Salisburgo, dove la titolare Serjan aveva dato forfeit, con esiti fausti per lei e il maesctro. La verità vera è che deve ancora lavorarci su questo ruolo. In alto spara con facilità, beccando a Bologna tutti gli acuti. E eccellente con un fil di voce, sostenendo il fiato e rendendosi sonora e udibile. Molto brava quando da lassù piomba in basso. Nella tessitura media invece non è così attenta, come quando prepara lacuto. Il ruolo è infame e Verdi è un maledetto, si sa. Ufficialmente occorrerebbe un SDDA, Soprano Drammatico Di Agilità, cioè la Callas. Viene da sè che cantarlo senza sbavature dalla prima allultima nota è per pochissime. La Pirozzi poi non ha un timbro particolarmente seducente, ma non è che sia così rilevante, se qualcuno riteneva metallica la Divina. Muove la voce con agilità verdiana (a saper cosa vuol dire..) e nellattuale panorama vocale è senzaltro nella fascia alta. Poi può e deve mettersi ancora lì a spicconare per trovare la vena doro, se alla fine della carriera vuole che la mettano su Wikipedia accanto alle regine del ruolo. Coro e orchestra superlativi nel Va pensiero, che ha chiamato pure qualche richiesta di bis. Michele Mariotti ha diretto un Nabucco con sicura gestione di tempi e dinamiche. Mai noioso, sempre leggero e intimo, capace però di stringere e di dar su al volume nei passaggi in cui picchiare duro. Molto attento al palco, e questo è un suo carattere che lo fa apprezzare dal cast. Una lettura migliore di quella di Sinopoli, e sulla via di Muti, per restare ai due personalissimi ascolti propedeutici alla serata. Quindi un Nabucco più da ascoltare, che non da guardare. NABUCCO, Giuseppe Verdi 19OTT2013, Teatro Comunale, Bologna
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 22:58:58 +0000

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