Perché voto e faccio votare CUPERLO: Voglio un partito - TopicsExpress



          

Perché voto e faccio votare CUPERLO: Voglio un partito intelligente, aperto, democratico, ma un partito In un tempo difficile, dove la crisi semina povertà, sfiducia, ribellione, si è aperta una frattura rischiosa tra chi è immerso nel governo del presente, condizionato dalle scarse risorse e dai limiti esterni, e chi reclama un domani migliore, non trovando però la mediazione della politica. Questa frattura attraversa il centrosinistra e ha costituito una delle ragioni dell’insuccesso elettorale.Il PD deve diventare molto più che un collegamento tra la società e le istituzioni. Il distacco, l’estraneità di oggi sono anche il risultato di una politica che ha finito per identificarsi, sino ad annullarsi, dentro le istituzioni. Costruire un nuovo partito vuol dire ribellarsi alla gestione ordinaria del potere, alla tendenza a occupare la società anziché rappresentarla. Per questo serve un partito che ha radici salde nella società. Anche per questo la distinzione delle figure del candidato premier e del segretario del partito non può essere trattata come un cavillo. È una scelta politica e culturale. L’identificazione dei due ruoli non ha funzionato proprio perché il governo da solo non ce la fa. Il migliore di tutti noi da solo non ce la fa. Un partito forte ha bisogno di una leadership autorevole, ma la leadership non esaurisce la funzione del partito. Il partito non è un comitato elettorale permanente a servizio dei candidati alle varie competizioni elettorali. Dobbiamo costruire un partito vero, aperto, intelligente e democratico. Ma un partito. Il dilemma non è tra partito pesante e partito leggero. Il problema è essere davvero un “soggetto” politico e non uno “spazio” senz’anima.
Posted on: Sat, 30 Nov 2013 21:35:19 +0000

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