Poi mi è apparso Gramellini, sempre in sogno. Aveva lo sguardo - TopicsExpress



          

Poi mi è apparso Gramellini, sempre in sogno. Aveva lo sguardo opaco, anche in sogno. Elargiva perle di saggezza, anche in sogno. Discettava sulla demoralizzazione dell’Italia, anche in sogno. Effondeva la rassicurante certezza che in quella demoralizzazione lui non aveva parte, anche in sogno. Poi si era alzato e la sua figura si era improvvisamente trasfigurata. Sul palco si era profilato un uomo alto, bello, elegante. Dai tratti del volto improntati alla modestia e al senso della misura traluceva il segno del contegno. Assomigliava straordinariamente a Maria Montessori. Fazio si era alzato nel frattempo a sua volta e anche lui aveva assunto, incredibilmente, le fattezze di un intrepido legionario. Sembravano uno accanto all’altro due antichi eroi, custodi delle arti e dell’audacia. Alla duplice metamorfosi della coppia il sogno prese a sussultare, rivelando che anche i sogni hanno un’anima, o quantomeno un’etica. Lo si vide dibattersi e contorcersi mandando suoni inarticolati. Ne si udiva la voce come un mormorio di sottofondo, ma contemporaneamente come il plumbeo rimescolio intestinale di un ippopotamo. Ne si poteva distinguere l’accento, l’intonazione, il risentimento. La platea, rimasta immobile nel suo silenzio devoto, colse parole che apparivano a quell’ora su Rai3 del tutto incongrue. “Aristotele” diceva il sogno “Ti prego, Stagita, abbia pietà di me. È vero, sono un sogno, posso permettermelo. Ma un po’ di verosimiglianza, un po’ di verosimiglianza...” A quel punto pare, ma non si hanno prove certe, che il sogno si sia mandato a fanculo da sé. E io mi sono svegliato.
Posted on: Tue, 16 Jul 2013 19:47:35 +0000

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