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Pubblicata da un collega. Vi dedico una poesia che ho trovato e che mi è molto piaciuta. Il poliziotto arrivò di fronte a Dio, in attesa del suo turno, sperando che le sue scarpe fossero lucide, scintillanti come i bottoni della divisa. Fatti avanti, vecchio guerriero, cosa devo fare di te? Hai sempre porto laltra guancia? Hai frequentato come si deve la mia Chiesa? Il poliziotto alzò le spalle e rispose: No, Signore, immagino di no, perché chi di noi porta armi non può essere sempre un santo. Ho dovuto lavorare spesso di domenica, e il mio linguaggio a volte era tremendo, e mi è capitato di essere violento, perché il mondo è un posto duro. Ma non ho mai preso una monetina che non fosse mia, anche quando facevo un sacco di straordinari, e i conti di casa schizzavano alle stelle. E non ho mai ignorato nemmeno una richiesta di aiuto, anche se magari tremavo di paura, e qualche volta, Dio perdonami, ho pianto come una femminuccia. Lo so che non merito un posto tra questa gente, non mi volevano mai avere intorno, a parte quando dovevo scacciare le loro paure. Se hai un posto qui per me, Signore, non serve che sia grande. In vita mia mi sono sempre accontentato, quindi se non hai molto da darmi, io capirò. Si fece silenzio intorno al trono, dove di solito si affollano i santi, mentre il poliziotto restava dritto, in silenzio, aspettando il giudizio del suo Dio. Vieni ed entra, mio poliziotto, hai portato bene i tuoi fardelli, ora cammina in pace per le vie del Paradiso, allInferno ci sei stato abbastanza. Dedicata con affetto a tutti i colleghi presenti e non.
Posted on: Mon, 21 Oct 2013 07:34:38 +0000

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