Puskin Lettera di Tatiana a Onegin Io vi scrivo. Che più? - TopicsExpress



          

Puskin Lettera di Tatiana a Onegin Io vi scrivo. Che più? Che posso dire/ancora? Ben lo so, voi mi potete/con il vostro disprezzo ora punire./Ma se nel vostro cuore troverete/per la mia triste sorte, il mio soffrire,/di compassione almeno un granellino,/non mabbandonerete al mio destino./Da principio tacere avrei voluto./Credetemi, di questa mia rovente/vergogna, non avreste certamente/dalle mie labbra nulla mai saputo,/se la speranza mia non fosse vana,/anche una volta sol la settimana/potervi qui vedere ed ascoltare,/e, scambiata così qualche parola,/pensar poi sempre ad una cosa sola,/e giorno e notte. Ma voi siete, pare,/un misantropo, sempre dumor nero/e sempre in preda ad insanabil noia.../e noi?...noi non brilliamo per davvero,/ sebbene di vedervi sabbia gioia! Perché dunque da noi siete venuto/in questangolo fuor del mondo?Io sento/che se mai non vi avessi conosciuto,/oggi non proverei questo tormento;/dellanima inesperta il turbamento/chissà, forse col tempo avrei calmato;/un compagno devoto avrei trovato/e sarei diventata anchio una sposa/fedele ed una madre virtuosa./Un altro?...un altro no, giammai diritto/avrei dato ad alcun di dirmi sua!/Per volere supremo in cielo è scritto/per sempre il mio destino...io sono tua./Tutta la vita mia fu certo pegno/del mio incontro con te, della mia sorte;/so che la tua venuta è un divin segno;/tu sarai langiol mio fino alla morte... Oh quante e quante volte io tho sognato;/ invisibile ancora io già tamavo/e al tuo sguardo soave mincantavo./Da tanto la tua voce ha risonato/nel mio cuore, non è vaneggiamento;/non appena tu entrasti, palpitare,/riconoscerti, e insieme mormorare/a me stessa Egli è qui! fu un sol momento./Dì, non è vero che la tua favella/ nella mia solitudine ascoltavo,/se davo aiuto ad una poverella/o se con la preghiera alla procella/dei pensieri dal ciel pace imploravo?/E non sei forse tu chio vedo adesso,/cara visione, farsi a me dappresso,/e, balenando nella trasparente/oscurità, piegarsi al capezzale?/Non sei tu che alla speme hai dato lale,/bisbigliando damor teneramente?/Chi sei tu dunque: langiol protettore/o un perfido, maligno tentatore?/Sciogli tu il dubbio della mente incerta,/ché forse tutto questo è una chimera,/solo inganno dunanima inesperta/e ben diversa è la mia sorte vera./Ma sia pure così! Il mio destino/nelle tue mani ora e per sempre metto/e, sconvolta dal pianto, a te vicino/solo da te la mia difesa aspetto... Alla mia vita pensa; io son qui sola,/e nessuno mascolta e mi capisce,/la mia mente soscura e indebolisce,/debbo perire senza una parola./Taspetto; con lo sguardo la certezza/dona al cuore dal dubbio travagliato/o questo sogno grave alfine spezza/col tuo biasimo - ahimé - ben meritato./Finisco; di rileggere ho paura,/vinta dalla vergogna mia rovente,/ma il vostro onor mè garanzia sicura,/e al vostro onor maffido arditamente.
Posted on: Sat, 02 Nov 2013 06:33:21 +0000

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