Quando andavo a scuola, praticamente non avevo amici. All’epoca - TopicsExpress



          

Quando andavo a scuola, praticamente non avevo amici. All’epoca in famiglia erano molti di più i debiti che i soldi messi da parte, ma i fiocchi delle uniformi scolastiche costavano poco e forse i miei genitori pensavano fosse un modo per farmi apparire migliore agli occhi dei miei compagni e aiutarmi a socializzare. All’atto pratico, costretto ad usarlo e sfottuto da tutti. L’ironia della vita comincia a bussare già alle elementari! Mi ci sono abituato.. Passavo quasi tutto il mio tempo a viaggiare restando fermo, costruendo le mie armi, il mio scettro e la mia corona. Non mi importava di essere visto come quello un po’ strano che giocava per i fatti suoi. Ero un bambino, sognavo… dovrebbe essere normale! Invece no, loro continuavano a vedermi come quello strano e a me continuava a non importare, o meglio, non me ne accorgevo nemmeno, ero troppo occupato a giocare per accorgermi del loro indotto cinismo infantile! Crescendo ho cominciato a fare rap. Questo mi ha reso sicuramente meno timido. Da li a poco la musica avrebbe cambiato la vita di mio fratello maggiore, la mia e quella di tre grandissimi amici. Sono Fiero. Ma questa è tutta un’ altra storia. Tutti ad un certo punto devono cominciare a pensare alle cose a cui pensano i grandi. Ci si ritrova tele-trasportati dieci anni avanti nel tempo, ci si guarda allo specchio chiedendosi dove sono finiti tutti i giochi e i compagni di gioco. Torna alla mente quando i nostri genitori non avevano tempo per darci tutte le attenzioni che volevamo e per giocare con noi perchè erano rapiti dagli impegni, e lo facevano solo per poterci sostenere. So di essere stato fortunatissimo e che grazie alla carriera musicale sono riuscito a fare quello che la maggior parte dei miei coetanei sogna, come comprare una casa (con mutuo come tutti i comuni mortali ) mantenermi e pagare i miei vizi. Ma soprattutto essere padrone del mio tempo. Se qualche stronzo pensa che non mi sia sudato anche solo uno degli euro che ho guadagnato si sbaglia di grosso. Ogni premio ha un prezzo da pagare, vale per tutti. Non sono mai stati i soldi, la folla, le donne, gli alberghi di lusso o gli etti d’ erba a rendermi davvero felice, bensì condividere quei bei momenti con le persone uguali a me, quelle abituate a giocare da sole, da piccoli e da grandi. Ora la scuola è diventata la vita di ogni giorno. Se qualcuno invece crede che io sia un babbeo ricco sfondato perchè, a suo dire, ho cantato quattro canzoncine nel posto giusto al momento giusto, che sia libero di sfogare tutta la sua frustrazione e la sua invidia così e poi… Che si fotta lui e tutti quelli come lui! Non mi importa sapere cosa pensate, voi non pensate davvero! Automi! Indossate semplicemente una maschera! Non sono vostro nemico! Non siete miei nemici.. mi fate solo pena. Tempo fa anche io indossavo quella maschera, in principio tutti indossiamo quella maschera, quella della persona equilibrata, capita e che capisce, senza peccati e senza paura, che si preoccupa dei problemi comuni, ma solo davanti al telegiornale, che fa sogni si, ma solo quelli che per essere realizzati non comportano grandi rischi. Io ho deciso di togliere quella maschera, lasciare che tutti vedano il “mostro” ed essere semplicemente me stesso, con i miei difetti, la mia voglia di giocare, la mia gioia, la mia paranoia, la mia rabbia, la mia compassione, i miei sogni irrealizzabili scanditi da musica che non ho mai sentito. Ho trovato il modo per attraversare lo specchio di Alice e vivere a modo mio. Perchè una volta tolta quella maschera si scopre una realtà dove le regole si capovolgono, la coscienza morale è distorta, o forse non lo è più, i colori si accendono, quell’intervallo di tempo che chiamiamo vita si impregna di senso ed esperienza. Dove i migliori ricordi si trasformano in magnifici disegni sui muri delle città e sulla pelle di chi le popola. Una realtà in cui comprensione e tolleranza sono possibili. Un mondo forse ancora più caotico di questo e ricco di diversità ma in cui tutti sono giudicati allo stesso modo. Un mondo forse reale solo nella mia testa e di quelli come me sparsi per questo granello di sabbia che tutti chiamano Terra. Siamo noi… Quelli che ci sperano e ci credono. Quelli che gli altri vedono solo come dei poveri illusi, stupidi onesti sognatori in un mondo cinico e corrotto. Che quei poveretti mi chiamino pure con i peggiori appellativi e mi usino come esempio negativo con i loro figli. Mi credono pazzo probabilmente. Non mi importa, per me sono pazzi loro, che accettano tutta l’ ingiustizia che governa il granello di sabbia senza battere ciglio, senza far nulla, senza arrabbiarsi, senza pensarci. Io almeno ci provo, mi muovo, mi incazzo, ci penso… Forse è proprio questo ad avermi reso un povero pazzo per quelli che mi odiano. Ma allo stesso tempo mi ha reso un grande per tutti gli altri. Quelli che hanno sempre una storia un po’ ammaccata da raccontare, quelli che non mi chiamano stupido, tossico, immorale o pazzo, mi chiamano semplicemente… Weedo Wonka weedowonka.it
Posted on: Wed, 31 Jul 2013 11:25:05 +0000

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