Quasi tutti, compresi molti sedicenti fascisti, credono che destra - TopicsExpress



          

Quasi tutti, compresi molti sedicenti fascisti, credono che destra e fascismo siano strettamente imparentati, per l’esattezza che il fascismo non sia altro che una destra ancora più estrema e più radicale. In realtà questa è una delle tante false credenze sul fascismo, che però fa comodo a molti, falsi fascisti ed antifascisti. Quando accade che il fascismo, da 70 anni sul banco del self-service politico, cade nelle mani degli insipienti e dei vili traditori, esso viene degradato per comodità a “destra”, affinché assuma una connotazione più conciliante con il sistema antifascista; viceversa, quando la “destra”, schiacciata dal conservatorismo e dal materialismo, rischia di deprimersi per la propria inconsistenza rivoluzionaria e per la mancanza di idealità, allora tenta di spacciarsi per “fascismo”. In entrambi i casi si mette in atto una grande mistificazione, la cui prassi ormai è talmente consolidata che è finita per diventare un banale dato di fatto incontrovertibile. In realtà, l’unicità del fascismo consiste nell’essere stato teoricamente e praticamente in grado di unire destra e sinistra, capitalismo e socialismo, monarchici con cattolici e nazionalisti. Come sosteneva Mussolini: “Il Fascismo non è né destra né sinistra, ma è una sintesi tra le due ideologie arricchite con delle felici intuizioni finalizzate all’interesse nazionale” . Potremmo sostenere, paradossalmente, che destra e sinistra dentro il fascismo, sono il fascismo; viceversa, esse stesse al di fuori del fascismo, sono l’antifascismo. Ma qui ci sono da fare un paio di distinzioni importanti: mentre la sinistra fuori del fascismo costituisce un avversario fondamentalmente ideologico, la destra invece, fuori del fascismo costituisce un avversario prettamente politico e, anche all’interno del fascismo, ha sempre rappresentato un pericolo costante, una specie di tarlo corrosivo che ha finito col determinarne la crisi e la caduta. Fin dall’inizio, infatti, il fascismo fu sempre molto diffidente verso la destra e Mussolini ebbe a dire a tal proposito: “I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari. Le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero “di sinistra”; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro…noi siamo i proletari in lotta contro il capitalismo….il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra”. Non solo questa avversione di Mussolini verso la destra era più che fondata, ma furono i fatti che accompagnarono la storia del regime, a dimostrare che la destra capitalista, legata in modo indissolubile alla Casa Reale, approfittò della pace sociale instaurata dal fascismo da un lato, mentre dall’altro, temendo fortemente la politica socio-economica intrapresa, tramò pesantemente contro di esso, in accordo con la massoneria internazionale, determinando una fitta serie di sabotaggi politici e militari che culminarono con le incredibili prove di inefficienza delle forze armate nei vari teatri di guerra, ben oltre la pur vera impreparazione militare, e soprattutto con la destituzione del Duce ad opera del Gran Consiglio che approvò l’ordine del giorno di Grandi. Proprio Grandi infatti, insieme a Badoglio e a molti altri, fece parte di quella vasta cricca di traditori di destra, divenuti fascisti per opportunismo e che finirono con l’ordire pazientemente il colpo di Stato del Luglio 1943 in combutta con il Re. Perché, ciò nonostante, si continua ad identificare l’estrema destra con il fascismo e al contempo si evita ogni riferimento alla politica socialista e popolare, e alle innumerevoli conquiste nella legislazione del lavoro, della previdenza e dell’assistenza dei più deboli, che non ebbero mai eguali nel mondo e che, soprattutto, vennero conseguite nella più assoluta pace sociale? La risposta è che questa gigantesca fandonia della identificazione tra destra e fascismo, è a vantaggio di tutti: della sinistra, che evita di dover ammettere che il proprio programma politico è stato realizzato dal fascismo, senza lotta di classe e senza eliminare il capitalismo; della destra, che si appropria di ideali e di conquiste che non le sono proprie, arrivando a definirsi “destra sociale”; degli pseudo intellettuali, che così evitano di dover fare i conti con la cattiva coscienza di chi ha sempre nascosto la verità e di dover configgere con un sistema antifascista di cui sono parte integrante; infine anche della gente comune, che evita lo shock di dover prendere coscienza di un fascismo dal carattere opposto a quello descritto dalla vulgata antifascista.
Posted on: Tue, 09 Jul 2013 21:31:31 +0000

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