Questo testo è uno di quelli che la redazione delle Opere di Mao - TopicsExpress



          

Questo testo è uno di quelli che la redazione delle Opere di Mao Tse-tung ha ritenuto utile pubblicare assieme ai testi redatti da Mao Tse-tung o redatti sotto la sua direzione. Essi sono redatti da organismi o portavoci della linea e protagonisti delle iniziative politiche dirette da Mao Tse-tung e, a parere della redazione, aiuteranno il lettore a conoscere meglio sia la lotta di classe nel cui contesto si inserisce il pensiero di Mao Tse-tung sia la comprensione che di essa ebbero i suoi più vicini compagni di lotta. È tuttavia probabile che questo testo sia stato per lo meno approvato da Mao Tse-tung. La grande Rivoluzione culturale proletaria, iniziata in Cina nel 1966, è il più grande evento degli anni ‘60. Questa rivoluzione ha portato a una nuova fase la rivoluzione socialista nel nostro paese, aprendo una nuova era nella storia del movimento comunista internazionale. Sotto la guida di Lenin la grande Rivoluzione socialista d’Ottobre aprì l’epoca della rivoluzione proletaria. La Rivoluzione d’Ottobre risolse il problema della conquista del potere e dell’instaurazione della dittatura del proletariato ricorrendo alla violenza rivoluzionaria e stabilendo così un grande esempio per il proletariato di tutto il mondo. A quell’epoca tuttavia fu impossibile risolvere tutta una serie di problemi: chi avrebbe vinto nello Stato socialista, il proletariato o la borghesia? Come mantenere il potere politico del proletariato? Come consolidare la dittatura del proletariato e come prevenire la restaurazione del capitalismo? Nel paese natale della Rivoluzione d’Ottobre una cricca di moderni revisionisti ha usurpato la direzione del partito e dello Stato, portando l’Unione Sovietica, primo paese socialista del mondo, a imboccare la strada della restaurazione del capitalismo. Questa lezione pone al proletariato internazionale un nuovo problema-chiave: è in grado il proletariato di mantenere il potere di cui si è impadronito? Può la restaurazione del capitalismo essere prevenuta? Questo problema decide non solo il destino dei paesi sotto la dittatura del proletariato, ma anche quello della causa rivoluzionaria del proletariato e di tutte le nazioni oppresse del mondo. La grande Rivoluzione culturale proletaria, iniziata e guidata personalmente dal presidente Mao Tse-tung, mira a risolvere questo problema della massima importanza storica, stabilendo un nuovo e grande esempio per il proletariato di tutto il mondo. La grande Rivoluzione culturale proletaria è una nuova fase della rivoluzione socialista nel nostro paese. Dopo il compimento per l’essenziale della trasformaelementi borghesi di destra esistenti nella società e il gruppetto di rappresentanti della borghesia in seno al nostro partito non si sono rassegnati alla eliminazione del sistema dello sfruttamento. Hanno ripetutamente lanciato attacchi furiosi contro il proletariato, nel vano tentativo di giungere alla restaurazione del capitalismo. Alla luce delle tesi del presidente Mao Tse-tung sulle classi e sulla lotta di classe nella società socialista, il nostro partito ha guidato il proletariato e le altre masse rivoluzionarie a respingere con successo le provocazioni della borghesia. Questa grande Rivoluzione culturale proletaria è una prova di forza generale tra il proletariato da una parte e la borghesia e i suoi agenti nel nostro partito dall’altra. Attraverso un’accanita lotta di classe, la grande Rivoluzione culturale proletaria ha cominciato a ottenere grandi vittorie. Nel 1963 in Cina, sotto la guida personale del presidente Mao Tse-tung, fu lanciata la rivoluzione nella letteratura e nell’arte, segnata principalmente dalla riforma del teatro. Fu quello in effetti l’inizio della grande Rivoluzione culturale proletaria. A partire dall’ottobre del 1965 la campagna di critica lanciata personalmente dal presidente Mao contro l’opera antipartito e antisocialista La destituzione di Hai Jui, contro il gruppo controrivoluzionario del “villaggio dei tre” e contro i dirigenti controrivoluzionari e revisionisti dell’ex-comitato municipale di Pechino del Partito comunista cinese servì a preparare l’opinione pubblica e ad aprire la strada al movimento di massa su larga scala della grande Rivoluzione culturale proletaria. Il 1° giugno 1966 il presidente Mao ha deciso di diffondere attraverso la stampa il primo giornale murale a grandi caratteri marxista-leninista del paese, apparso all’università di Pechino, accendendo così le fiamme violente della grande Rivolu- zione culturale proletaria e suscitando un movimento di massa avente come bersaglio principale il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo. Una parte di questi elementi e delle autorità accademiche reazionarie borghesi è stata smascherata e il suo prestigio ridotto in cenere dalle masse. La vita politica, la fisionomia sociale del nostro paese e la condizione spirituale del nostro popolo hanno subito profondi cambiamenti. Questo grande movimento di massa ha visto nascere molti coraggiosi pionieri rivoluzionari. La strada della rivoluzione è tortuosa. Proprio nel momento in cui centinaia di milioni di persone si sollevavano coscientemente nella rivoluzione, ispirandosi alla linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao, una o due persone, seguite da poche altre con incarichi di responsabilità nel Comitato centrale del partito, hanno profittato dell’assenza da Pechino del presidente Mao per avanzare una linea reazionaria borghese da opporre alla giusta linea del presidente Mao Tse-tung. Costoro, insieme ai responsabili che applicavano risolutamente questa linea reazionaria borghese, si sono tenuti sulla posizione reazionaria della borghesia e hanno praticato la dittatura borghese nei campi in cui temporaneamente detenevano il potere, tentando con ogni mezzo di reprimere l’impetuoso movimento della grande Rivoluzione culturale proletaria. Costoro hanno invertito i fatti, capovolto il bianco e il nero, circondato e oppresso i rivoluzionari, calpestato le opinioni diverse dalle loro e praticato il terrore bianco. Essi si sentivano molto soddisfatti di aver agito in questo modo, perché ciò incoraggiava l’arroganza della borghesia e abbassava il morale del proletariato. Proprio in quel momento critico è stata convocata l’undicesima sessione plenaria dell’ottavo Comitato centrale del Partito comunista cinese, presieduta personalmente dal nostro grande timoniere, il presidente Mao Tse-tung. Essa ha elaborato la Risoluzione dell’undicesima sessione plenaria del Comitato centrale del Partito comunista cinese sulla grande Rivoluzione culturale proletaria e ha denunciato a fondo la linea reazionaria borghese. Questa linea reazionaria proteggeva il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito avevano imboccato la via del capitalismo, era un aspetto delle loro malvagie azioni di repressione del movimento rivoluzionario di massa e si opponeva alle masse rivoluzionarie: in ultima analisi, mirava a restaurare il capitalismo in Cina. L’undicesima sessione plenaria dell’ottavo Comitato centrale del partito ha proclamato la vittoria della linea rivoluzionaria proletaria rappresentata dal presidente Mao e la sconfitta della linea reazionaria borghese. Essa ha indirizzato così sulla giusta via la grande Rivoluzione culturale proletaria, segnando una nuova e grande vittoria del pensiero di Mao Tse-tung nel cammino della rivoluzione socialista. Dopo l’undicesima sessione plenaria la linea rivoluzionaria proletaria rappresentata dal presidente Mao si è fusa con l’entusiasmo rivoluzionario delle masse. Di qui la critica e la denuncia di massa della linea reazionaria borghese e la nuova ondata della grande Rivoluzione culturale proletaria, caratterizzata dal movimento delle Guardie rosse e dallo scambio su larga scala di esperienze rivoluzionarie. Le Guardie rosse sono un fenomeno nuovo, emerso nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria. All’inizio, verso giugno-luglio, le Guardie rosse erano solo qualche decina e venivano calunniate come “organizzazione reazionaria” da coloro che avevano avanzato la linea reazionaria borghese; esse venivano attaccate e assalite da ogni parte. Ma il grande rivoluzionario proletario, il presidente Mao, ha percepito la sconfinata vitalità delle Guardie rosse nel momento in cui ha visto questo nuovo fenomeno. Egli ha esaltato il loro spirito di ribellione rivoluzionaria e dato loro un fermo e caloroso appoggio. La voce del presidente Mao è stata come un colpo di tuono nel cielo di primavera. In brevissimo tempo le Guardie rosse si sono costituite nelle scuole e in numerose fabbriche e villaggi di tutto il paese e sono diventate una grande e impetuosa armata della Rivoluzione culturale. Il movimento di lotta (contro coloro che avendo posizioni di potere hanno imboccato la via del capitalismo), di critica (delle autorità accademiche reazionarie borghesi e dell’ideologia della borghesia e delle altre classi sfruttatrici) e di trasformazione (dell’educazione, della letteratura, dell’arte e di tutti gli altri settori della sovrastruttura non corrispondenti alla base economica socialista) si è esteso dalle scuole all’insieme della società. Le Guardie rosse rivoluzionarie hanno distrutto su grande scala i “quattro vecchiumi” (cultura, ideologia, costumi e abitudini) delle classi sfruttatrici e gettato le basi delle “quattro novità” del proletariato. Le Guardie rosse si sono tenute in prima fila nella critica e nella denuncia della linea reazionaria borghese, svolgendo il ruolo d’avanguardia. Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria Anche gli ampi scambi di esperienze rivoluzionarie sono un fenomeno nuovo apparso durante la grande Rivoluzione culturale proletaria. Anche gli scambi sono stati incoraggiati dal grande rivoluzionario proletario, il presidente Mao, che ha dato loro il primo impulso. Gli scambi di esperienze effettuati su scala nazionale dagli studenti e insegnanti rivoluzionari hanno fuso tutti i movimenti della grande Rivoluzione culturale proletaria. Gli ampi scambi di esperienze hanno diffuso il pensiero di Mao Tse-tung, propagandato la linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao, organizzato le file rivoluzionarie proletarie in tutto il paese e assestato un duro colpo alla linea reazionaria borghese. Tuttavia i pochi individui abbarbicati alla linea reazionaria borghese non accettano la propria sconfitta. La linea reazionaria borghese ha una sua base sociale, costituita principalmente dalla borghesia e da quei proprietari terrieri, contadini ricchi, controrivoluzionari, elementi cattivi e di destra che non si sono sufficientemente rieducati. La linea reazionaria borghese gode di un certo credito anche all’interno del partito, tra i quadri che non hanno trasformato la propria concezione del mondo o che non l’hanno trasformata abbastanza. I pochi elementi abbarbicati alla linea reazionaria borghese contano su quella base sociale e sulla sua influenza in seno al partito per scatenare violente tempeste. Essi hanno fatto ricorso al doppio gioco e a molti altri trucchi per ostacolare la linea rivoluzionaria proletaria e sabotare la critica e la denuncia della linea reazionaria borghese da parte delle masse rivoluzionarie. Il principale complotto tramato dall’esiguo numero di persone abbarbicate alla linea reazionaria borghese consiste nell’incitare le masse a lottare tra loro. Costoro organizzano e manovrano in segreto una parte delle masse e delle organizzazioni che essi hanno ingannato per reprimere la rivoluzione, proteggere se stessi e spingere le masse a lottare tra loro con metodi violenti nel vano tentativo di creare confusione. Essi diffondono calunnie, capovolgono il vero e il falso e tentano di imputare ai rivoluzionari proletari i misfatti che essi, i reazionari, hanno commesso alle spalle del popolo, affibbiando ai rivoluzionari l’etichetta di appartenenti alla “linea reazionaria borghese”. Essi insistono nel loro vano tentativo di dirigere l’attacco contro le masse rivoluzionarie, la linea rivoluzionaria proletaria e il quartier generale rivoluzionario del proletariato. Nel momento in cui il nostro partito organizzava le file della Rivoluzione culturale proletaria conformemente alla linea di classe del presidente Mao, l’infima minoranza abbarbicata alla linea reazionaria borghese ha fatto uso dello slogan “Il figlio di un eroe è un vero uomo! Il figlio di un reazionario è un maledetto bastardo!” per confondere una parte degli studenti, creare fazioni e confusione sul fronte di classe. In origine questo slogan è stato avanzato da alcuni giovani ingenui; a causa di una certa unilateralità nel loro modo di pensare e partendo dalla giusta premessa di opporsi alle discriminazioni e agli attacchi contro i figli dei quadri rivoluzionari, degli operai e dei contadini condotti dal pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito avevano preso la via del capitalismo, questi giovani sono arrivati all’estremo opposto. La cosa migliore da fare nei confronti di questi giovani era di dar loro pazientemente un giusto orientamento e ciò il partito ha fatto in quel momento. Tuttavia, le persone abbarbicate ostinatamente alla linea reazionaria borghese hanno fatto uso con secondi fini di questo slogan; essi volevano ingannare una minoranza degli studenti (tra i quali alcuni figli di quadri non educati in modo corretto) e condurli sulla strada sbagliata, gettandoli contro altri studenti. Quello slogan si è perciò trasformato in un’arma contro la linea rivoluzionaria proletaria. Bisogna mettere in rilievo che lo slogan così utilizzato da quei malintenzionati è in sostanza un modo di propagandare la teoria reazionaria dell’“ereditarietà”, diffusa dalle classi sfruttatrici. È esattamente la stessa teoria diffusa dai proprietari terrieri, secondo la quale “un drago genera un drago, una fenice genera una fenice e i topolini sono buoni a scavare buchi”. Ecco un perfetto esempio di idealismo storico reazionario. I pochi individui abbarbicati alla linea reazionaria borghese, invece di fare la loro autocritica di fronte alle masse, di rendere giustizia ai rivoluzionari tacciati come “controrivoluzionari”, “elementi antipartito”, “falsa sinistra e vera destra”, “arrivisti” e così via, invece di bruciare pubblicamente il materiale compilato contro le masse rivoluzionarie, parlano a tutto spiano di “fare i conti dopo il raccolto d’autunno” e minacciano i rivoluzionari proclamando universalmente che li tratteranno come “elementi di destra”. Lo scopo di queste asserzioni è contrattaccare le masse alla prima occasione. I rivoluzionari proletari non hanno paura di fare i conti. L’asserzione “fare i conti dopo il raccolto d’autunno” non intimidisce affatto le masse rivoluzionarie. Chi ha diffuso queste parole ha contratto un nuovo debito con il partito e le masse rivoluzionarie. In realtà saranno queste ultime a regolare i conti. Con queste e altre manovre d’ogni specie, le poche persone abbarbicate ostinatamente alla linea reazionaria borghese hanno rivelato la loro vera natura. Quanto più intense si fanno le attività di quella gente, tanto più chiaramente le masse capiranno che cosa s’intende per linea reazionaria borghese e come sia necessario denunciarla e criticarla. Perché questi individui abbarbicati alla linea reazionaria borghese riescono a ingannare per qualche tempo una parte delle masse? Perché si servono del grande prestigio di cui godono il presidente Mao e il partito tra le masse, si attribuiscono i meriti degli altri, affermano d’impersonare il partito, sostengono che le loro parole e azioni esprimono la direzione del partito e che avere fiducia nel partito significa avere fiducia in loro. In particolare essi hanno insistito su questa asserzione: non si deve discutere delle questioni di principio, bisogna obbedire senza condizioni alle direttive dei propri superiori. Questo genere d’asserzione incoraggia in realtà l’obbedienza cieca e il servilismo ed è l’opposto del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung. Sin dal periodo della campagna di rettifica del 1942, per risolvere sul piano ideologico la questione della linea di Wang Ming, il presidente Mao aveva sottolineato: “I comunisti devono sempre chiedersi il perché delle cose, usare il proprio cervello e riflettere profondamente per vedere se corrispondono alla realtà e se sono veramente fondate; in nessun caso devono seguire ciecamente gli altri e incoraggiare il servilismo”. Il presidente Mao ci ha spesso insegnato come “la guida errata che arreca danno alla rivoluzione non deve essere accettata senza condizioni, ma risolutamente contrastata”. In effetti, nel corso di questa grande Rivoluzione culturale, le masse degli studenti, insegnanti e quadri rivoluzionari hanno opposto vivace resistenza alla guida errata. Accettare e applicare con decisione la giusta guida del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung, contrastare risolutamente la guida errata che danneggia la rivoluzione e opporsi al servilismo: ecco il principio politico e anche il principio organizzativo del partito proletario armato del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung. Tutti i veri comunisti devono agire con decisione secondo questo principio e propagandarlo tra le masse in modo corretto. Una volta che questo principio sarà stato assimilato dalle masse e dai quadri rivoluzionari, gli individui abbarbicati alla linea reazionaria borghese e coloro che avendo posizioni di potere nel partito si sono avviati sulla via del capitalismo saranno disarmati. Sono passati più di quattro mesi dalla chiusura dell’undicesima sessione plenaria dell’ottavo Comitato centrale del partito. Il presidente Mao e i suoi compagni d’armi hanno svolto una grande mole di lavoro ideologico e politico nei riguardi di quei compagni che hanno commesso errori di linea; anche le masse rivoluzionarie li hanno criticati ed educati. Alcuni compagni hanno già corretto i propri errori e altri li stanno correggendo: ciò deve essere accolto con favore. A quelli che non intendono correggere i loro errori dobbiamo gridare in faccia: fermatevi, siete sull’orlo del precipizio! Se continuano a tenersi abbarbicati alla linea reazionaria borghese e a fare il doppio gioco davanti al partito e alle masse, sono destinati a far causa comune con quelli che avendo posizioni di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo o a dimostrare di essere della stessa specie. Questa lotta tra le due linee va molto in profondità. Il movimento di massa per la denuncia e la critica della linea reazionaria borghese, svoltosi negli ultimi mesi, ha riportato considerevoli successi, permettendo a centinaia di milioni di persone di comprendere l’essenza della lotta. La linea rivoluzionaria proletaria rappresentata dal presidente Mao consiste nel mobilitare senza riserve le masse, combattere e schiacciare il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo e le autorità accademiche reazionarie della borghesia, eliminando tutti i residui delle classi sfruttatrici. La linea reazionaria borghese invece mira a reprimere le masse, proteggere coloro che avendo posizioni di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo e le autorità accademiche reazionarie della borghesia, salvaguardando tutti i residui delle classi sfruttatrici. La prima vuole portare fino in fondo la rivoluzione socialista, mentre la seconda vuole mantenere il vecchio ordine capitalista. L’una è rivoluzionaria, l’altra conservatrice. Questa è l’essenza della lotta tra le due linee. Parallelamente all’approfondirsi del movimento di massa per la denuncia e la critica della linea reazionaria borghese, la linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao è stata assimilata ancora più decisamente dalle masse e nella grande Rivoluzione culturale proletaria cinese si è prodotta una nuova situazione. Le principali caratteristiche di questa situazione si possono riassumere nei punti seguenti. Le grandi masse degli operai e dei contadini si sono mobilitate, hanno spazzato via tutti gli ostacoli e, create le loro organizzazioni rivoluzionarie, si sono gettate nel movimento della grande Rivoluzione culturale proletaria. Le forze degli studenti rivoluzionari sono considerevolmente aumentate. Numerosi studenti rivoluzionari si sono recati nelle fabbriche e nei villaggi e hanno cominciato a integrarsi con le masse degli operai e dei contadini. I quadri rivoluzionari delle organizzazioni di partito e di Stato si sono ribellati contro i responsabili abbarbicati alla linea reazionaria borghese. Il movimento di massa ha allargato il suo campo d’azione e il contenuto della lotta si è fatto più ricco. Tra gli operai, i contadini, gli studenti e i quadri sonocomparse sempre più numerose avanguardie rivoluzionarie. Gli individui cheavendo posizioni di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo si trovano sempre più isolati. Tutti i movimenti di rivoluzione culturale nella storia contemporanea della Cinahanno avuto inizio da movimenti studenteschi che si sono poi estesi agli operaie ai contadini, fino a giungere alla fase in cui gli intellettuali rivoluzionari si integrano con le masse operaie e contadine. Questa è una legge oggettiva. Fu cosìper il Movimento del 4 maggio che segnò l’inizio della storia rivoluzionariacontemporanea del nostro paese ed è stato così anche per la grande Rivoluzioneculturale proletaria che ha portato a una nuova fase la rivoluzione socialista in Cina. Nel 1967 la grande Rivoluzione culturale proletaria cinese si svilupperà inmodo ancora più ampio, secondo questa legge oggettiva. Il 1967 sarà l’anno in cui la lotta di classe si spiegherà in tutti i campi e in tuttoil paese. Il 1967 sarà l’anno in cui il proletariato, unito con le altre masse rivoluzionarie,lancerà un’offensiva generale contro il pugno di persone che avendo posizionidi potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo e contro tutti glielementi nocivi della società.Il 1967 sarà l’anno in cui la critica alla linea reazionaria borghese, per eliminarnel’influenza, verrà condotta ancora più a fondo. Il 1967 sarà l’anno in cui il movimento di lotta, critica e trasformazione verràcoronato da una vittoria decisiva. I principali compiti politici posti di fronte a tutto il partito e alle masserivoluzionarie dell’intero paese per il 1967 sono i seguenti: Nelle fabbriche e nelle zone rurali si deve portare avanti energicamente la grande Rivoluzione culturale proletaria, così da promuovere la trasformazione rivoluzionaria del pensiero dell’uomo e dare impeto allo sviluppo della produzione industriale e agricola, secondo la direttiva del presidente Mao e del Comitato centrale del partito di “fare la rivoluzione e promuovere la produzione”. La grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche e nelle zone rurali deve seguire la Risoluzione dell’undicesima sessione plenaria del Comitato centrale del Partito comunista cinese sulla grande Rivoluzione culturale proletaria(i sedicipunti). È necessario attenersi alla linea secondo cui le masse devono educarsi, Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria liberarsi e mobilitarsi da sole nella rivoluzione. Nessuno può farlo in loro vece. Il movimento delle “quattro pulizie” (in campo politico, ideologico, organizzativo ed economico) deve essere incorporato nella grande Rivoluzione culturale, in cui la questione suddetta e quella della verifica dei risultati saranno risolte. La grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche e nelle zone rurali è della massima importanza. Gli operai e i contadini sono la forza principale della rivoluzione. Bisogna mobilitare senza riserve le masse operaie e contadine percombattere e distruggere il pugno di membri del partito che avendo posizioni di potere nelle fabbriche, miniere e zone rurali, hanno imboccato la via del capitalismo; ogni residuo di capitalismo e di revisionismo dovrà essere eliminato. Solo in questo modo si possono estirpare le radici della restaurazione del capitalismo. Nel periodo iniziale della Guerra di resistenza contro il Giappone il presidente Mao disse: “Solo mobilitando le masse operaie e contadine, che formano il 91 percento della popolazione, possiamo sconfiggere l’imperialismo e il feudalesimo”. Allo stesso modo oggi, “solo mobilitando le masse operaie e contadine, che formano il 90 per cento della popolazione”, sarà possibile sconfiggere il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito hanno preso la via del capitalismo e definire la questione di chi vincerà, se il proletariato o la borghesia. La grande Rivoluzione culturale proletaria passerà certamente dagli uffici, dalle scuole e dagli ambienti culturali alle fabbriche, alle miniere e alle zone rurali,perché tutte le posizioni vengano conquistate dal pensiero di Mao Tse-tung. Se il movimento resta confinato agli uffici, alle scuole e agli ambienti culturali, la grande Rivoluzione culturale proletaria si fermerà a mezza via. Tutti gli argomenti addotti contro la grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche, nelle miniere e nelle zone rurali sono errati. Alcune persone dalle idee confuse contrappongono la rivoluzione alla produzione e pensano che la grande Rivoluzione culturale ostacolerà la produzione. Inquesto modo essi dedicano la loro attenzione unicamente alla produzione etrascurano la rivoluzione. Questi compagni non si sono mai chiesti perché bisogna coltivare, tessere, produrre acciaio. È per edificare il socialismo o per edificare il capitalismo? L’esperienza storica internazionale della dittatura del proletariato ci insegna che l’avanzata della nostra costruzione economica sulla via del socialismo e del comunismo può essere garantita solo dal successo della grande Rivoluzione culturale proletaria. Molti fatti hanno provato, nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria, che la produzione si sviluppa nettamene là dove la Rivoluzione culturale ha successo. La rivoluzione non può che stimolarelo sviluppo delle forze produttive sociali e mai impedirlo. Questa è una verità marxista-leninista, una verità del pensiero di Mao Tse-tung. Sussiste ancora una minoranza che reprime la rivoluzione col pretesto di badarealla produzione. Apparentemente costoro si preoccupano della produzione, ma inrealtà non pensano che a mantenere i loro posti e i residui borghesi; questa gente teme che la rivoluzione possa volgersi contro di loro. Quando le masse si sollevanocon energia nella rivoluzione, costoro arrivano al punto di istigare gli elementi daloro temporaneamente ingannati a bloccare la produzione per opporsi alle masse rivoluzionarie. Alcuni sono persino entrati in collusione con i proprietari terrieri, icontadini ricchi, i controrivoluzionari, i cattivi elementi e gli uomini di destra,dedicandosi a macchinazioni inconfessabili. Ciò non fa che smascherarli come seguaci della linea reazionaria borghese o peggio ancora come persone che avendoposizioni di potere si sono avviate o stanno per avviarsi sulla via del capitalismo. Il movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche, nelle minere e nelle zone rurali è un’irresistibile corrente storica. Qualsiasi argomento o persona che tenti di ostacolare questa corrente finirà tra i rifiuti gettatoci dalle masse rivoluzionarie. Per quanto riguarda la grande Rivoluzione culturale proletaria nelle scuolee negli ambienti culturali, bisogna incoraggiare gli studenti, gli insegnanti e gli intellettuali rivoluzionari a recarsi nelle fabbriche e nelle zone rurali in modopianificato e organizzato, per integrarsi con le masse operaie e contadine. Il Movimento del 4 maggio eL’orientamento del movimento giovanile,pubblicati nel 1939, il presidente Mao ha sottolineato: “Gli intellettuali non combinano niente se non si integrano con le masse operaie e contadine. Per determinare se un intellettuale è rivoluzionario, non rivoluzionario oc ontrorivoluzionario esiste un criterio decisivo: vedere se vuole integrarsi e si integra effettivamente con le masse operaie e contadine. [...] I giovani intellettualie gli studenti di tutto il paese devono assolutamente entrare in stretto contatto conl ’insieme delle masse operaie e contadine, fondersi con esse in un tutto unico; solo allora potrà costituirsi un esercito grande e potente. Sarà un esercito di centinaia di milioni d’uomini! Solo un esercito di tale potenza ci permetterà di sbaragliare le solide posizioni dell’avversario, di distruggere le sue ultime roccaforti”. Qui il presidente Mao ha enunciato una verità universale: l’integrazione con le masse operaie e contadine costituisce l’orientamento del movimento giovanile sia nel periodo della rivoluzione di nuova democrazia che nel periodo della rivoluzione socialista. Anche oggi è vero che “per determinare se un intellettuale è rivoluzionario, nonrivoluzionario o controrivoluzionario esiste un criterio decisivo: vedere se vuole integrarsi e si integra effettivamente con le masse operaie e contadine”. Solo integrandosi con gli operai e i contadini ci si può formare una concezione del mondo veramente proletaria e diventare un intellettuale proletario degno di questo nome. Anche oggi, come sempre, è vero che i giovani intellettuali e gli studenti devono andare nelle fabbriche e nelle campagne, entrare in stretto contatto con le masse operaie e contadine e fondersi con esse in un tutto unico. Solo allora potrà costituirsi una grande forza di centinaia di milioni di persone che ci permetterà di prendere d’assalto le posizioni in cui si trincerano coloro che avendo posizionidi potere nel partito hanno preso la via del capitalismo e di riportare la vittoria finale nella grande Rivoluzione culturale proletaria. Bisogna prendere disposizioni razionali per andare nelle fabbriche e nelle campagne e al tempo stesso portare a buon fine la lotta, critica e trasformazione nella propria unità. È imperativo fare il bilancio della lotta svoltasi durante il periodo precedente nella propria unità, cogliere con maggiore chiarezza l’essenza della lotta tra le due linee nella grande Rivoluzione culturale, saper distinguereil giusto dall’errato, comprendere correttamente e assumere un giusto atteggiamento di fronte alla questione di andare nelle fabbriche e nelle zone rurali. Una volta in fabbrica o in campagna, dobbiamo imparare con modestia dalle masse operaie e contadine ed esserne gli allievi volenterosi, unirci a loro per lavorare, studiare e discutere i problemi della Rivoluzione culturale, propagandare la linea proletaria rivoluzionaria del presidente Mao e denunciare la linea reazionaria borghese. Dobbiamo volgerci verso la base, indagare e studiare a fondo e integrarci con le organizzazioni locali delle masse rivoluzionarie. Non dobbiamo ritenerci detentori della verità e agire al posto delle masse. Andare nelle fabbriche e nelle zone rurali è una condizione importante per l’adempimento dei tre compiti che competono a ogni unità: lotta, critica e trasformazione. Gettandosi nell’ardente movimento delle masse operaie e conta- dine e rieducandosi ideologicamente, gli studenti e i giovani intellettuali potranno poi lottare con più forza contro il pugno di persone che avendo posizioni di poterenel partito si sono avviate sulla via del capitalismo e distinguere più nettamentetra il giusto e l’errato nel corso dei grandi dibattiti. Solo quando la grande Rivolzione culturale proletaria sarà stata portata a termine nelle fabbriche e nelle campagne, sarà possibile portare a fondo la rivoluzione nelle scuole e in tutti gli ambienti culturali che fanno parte della sovrastruttura. Solo quando conosceremo veramente le fabbriche e le campagne, quando avremo ascoltato la voce degli operai e dei contadini, potremo riformare, in base alla realtà, la struttura dell’istruzione pubblica e il contenuto e i metodi dell’insegnamento, trasformare efficacemente le nostre organizzazioni culturali e il nostro lavoro culturale e servire effettivamente gli operai, i contadini e i soldati. Sviluppare pienamente la grande democrazia sotto la dittatura del proletariato. Praticare questa grande democrazia significa mobilitare centinaia di milioni di persone sotto la guida del pensiero di Mao Tse-tung per lanciare un’offensiva generale contro i nemici del socialismo e al tempo stesso criticare e sorvegliare gli organismi e i quadri dirigenti a tutti i livelli. Creare un clima sociale di grande democrazia è di grande significato per il consolidamento della dittatura del proletariato e la prevenzione della restaurazione capitalista. La grande democrazia proletaria è un nuovo sviluppo della linea di massa del presidente Mao e una nuova forma in cui centinaia di milioni di persone si impossessano del pensiero di Mao Tse-tung e lo utilizzano. Questa grande democrazia è per le masse il modo migliore di educarsi e liberarsi. Durante questo movimento le masse, armandosi del pensiero di Mao Tse-tung, tracciano una netta linea di demarcazione tra sé e il nemico, tra il vero e il falso. Questa grande democrazia è perciò la migliore scuola per lo studio del pensiero di Mao Tse-tung. Il presidente Mao ci ha detto: “Sembra talvolta che la democrazia sia un fine,ma in realtà è solo un mezzo”. Ciò che noi contiamo di raggiungere per mezzo della grande democrazia è la realizzazione della Rivoluzione culturale proletaria e lo sviluppo della causa del socialismo. Se ci allontaniamo dagli interessi del proletariato e degli altri lavoratori, dal socialismo e dalla linea proletariar ivoluzionaria rappresentata dal presidente Mao, non avremo la grande democrazia proletaria e il risultato sarà inevitabilmente l’oppressione delle masse rivoluzionarie da parte di una minoranza. La grande democrazia da noi sostenuta è posta sotto la guida centralizzata del pensiero di Mao Tse-tung. Le differenti opinioni esistenti tra le masse devono essere discusse alla luce del pensiero di Mao Tse-tung, ragionando sulla base dei fatti, senza ricorrere a metodi coercitivi per sottomettere gli altri. In seno al popolo, sarebbe contrario ai principi della grande democrazia proletaria esporre la propria opinione e impedire agli altri di enunciare i loro differenti punti di vista. Una piccola minoranza di malintenzionati provoca tra le masse da essi ingannate la lotta coercitiva nel tentativo di reprimere la rivoluzione. Essi sabotano la grande democrazia proletaria,la grande Rivoluzione culturale proletaria e la dittatura de] proletariato. Il presidente Mao ci ha insegnato che in seno al popolo deve regnare la democrazia e che la dittatura va esercitata sui reazionari. La dittatura del proletariato garantisce la grande democrazia proletaria. A sua volta la grande democrazia proletaria consolida la dittatura del proletariato. Senza grande democrazia proletaria c’è il pericolo che la dittatura del proletariato degeneri in dittatura della borghesia. Senza dittatura del proletariato non ci può essere democrazia proletaria, neanche ristretta e ancor meno può esistere una grande democrazia. Durante la grande Rivoluzione culturale proletaria, gli organismi della dittatura del proletariato devono garantire senza esitazione i diritti democratici del popolo, la libera espressione delle opinioni, l’affissione dei manifesti murali a grandi caratteri, i grandi dibattiti e lo scambio su vasta scala di esperienze rivoluzionarie che si verificano normalmente. Dove siano evidenti l’omicidio, l’incendio doloso, l’avvelenamento, il danneggiamento dei mezzi di comunicazione per provocare incidenti mortali, la collusione con paesis tranieri, il furto i segreti di Stato e il sabotaggio, i controrivoluzionari implicati devono essere assoggettati alla dittatura e puniti secondo la legge. Le masse rivoluzionarie devono aiutare e controllare gli organismi della dittatura del nostro paese nell’adempimento del loro compito, che è quello di garantire la grande democrazia proletaria. Contro gli elementi di destra che difendono idee reazionarie ma non hanno commesso atti illegali, le masse devono lottare col metodo del ragionamento basato sui fatti. Bisogna che le masse proseguano la critica della linea reazionaria borghese. La linea reazionaria borghese non si è rivelata per caso durante la grande Rivoluzione culturale proletaria. La lotta tra la linea rivoluzionaria proletaria rappresentata dal presidente Mao e la linea reazionaria borghese, la lotta tra la via socialista e quella capitalista è sempre esistita da quando il nostro paese è entrat onella fase della rivoluzione socialista. Coloro che hanno portato avanti la linea reazionaria borghese nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria non hanno fatto che rivelare meglio la loro posizione reazionaria borghese. Nelle fabbriche, nelle miniere, nelle campagne, negli istituti di istruzione superiore, nelle scuole medie ed elementari, nei vari ambienti culturali, neglio rganismi del partito e del governo, in tutti i campi, resta da fare ancora un lavoro approfondito e minuzioso per eliminare la linea reazionaria borghese, liquidare la sua influenza e risolvere veramente i problemi sul piano ideologico. Dobbiamo comprendere chiaramente questa realtà. Ormai, nei movimenti operaio, contadino e studentesco della grande Rivoluzione culturale bisogna, su tutti i fronti, eliminare radicalmente la linea reazionaria borghese e impiantare su larga scala la linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao. È una questione-chiave che ci permetterà di portare fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria. I quadri rivoluzionari degli organismi del partito e del governo devono liberarsi di tutte le restrizioni e le convenzioni stereotipate che ostacolano la rivoluzione; devono andare tra le masse e unirsi agli operai, ai contadini e agli studenti rivoluzionari per criticare la linea reazionaria borghese e combattere il pugno di persone che occupando posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del capitalismo. Attraverso il movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria bisogna realizzare la trasformazione in senso rivoluzionario proletariodei nostri organismi di partito e di governo. Nei confronti dei compagni che hanno commesso errori di linea, bisogna seguire, nel corso della critica della linea reazionaria borghese, questo insegnamento del presidente Mao: “Dobbiamo imparare dagli errori passati per evitare quelli futuri, dobbiamo curare la malattia per salvare l’ammalato e questo per raggiungere due obiettivi: chiarire le idee dei compagni e allo stesso tempo unirli”. Quanto all’esiguo numero di elementi che persistono nei loro errori senza volerli correggere e che fanno il doppio gioco obbedendo in apparenza e opponendosi in segreto, essi saranno inevitabilmente abbattuti dalle masse popolari e se ne dovranno assumere interamente la responsabilità. Il Partito comunista cinese è grande, glorioso e giusto. Coloro che occupando posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del capitalismo formano solo un esiguo gruppo. La stragrande maggioranza dei membri del partito e dei quadri sono buoni e vogliono fare la rivoluzione. Diventeranno più forti dopo essersi temprati e agguerriti nel movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria. Durante la critica alla linea reazionaria borghese, le file della sinistra rivoluzionaria devono fare ogni sforzo nello studio e nell’applicazione creativa delle opere del presidente Mao, devono rafforzarsi e riorganizzarsi. La sinistra rivoluzionaria deve serrare le proprie file sulla base del pensiero di Mao Tse-tung, deve studiare e assimilare ancora meglio le idee strategiche e tattiche del presidente Mao, deve saper conquistare e unire la grande maggioranza, al fine di isolare completamente i nemici ostinati. Nella lotta bisogna distinguere rigorosamente le contraddizioni tra noi e il nemico dalle contraddizioni in seno al popolo. “Bisogna fare attenzione a stabilire una netta distinzione tra gli elementi di destra antipartito e antisocialisti
Posted on: Sun, 10 Nov 2013 11:09:18 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015