«Rigassificatore in Alto Adriatico» La Ue fa sparire la parola - TopicsExpress



          

«Rigassificatore in Alto Adriatico» La Ue fa sparire la parola Zaule Sì della Commissione alla lista dei progetti prioritari per l’energia: si parla di un impianto sulla costa Ma la collocazione esatta «sarà decisa dal governo italiano in accordo con quello sloveno» Un rigassificatore on shore, quindi sulla costa, in Alto Adriatico, «la cui precisa collocazione sarà decisa dal governo italiano in accordo con quello sloveno». È la dizione precisa con cui ieri la Commissione europea ha inserito l’impianto, originariamente previsto a Zaule, nell’elenco dei 248 progetti prioritari per le connessioni energetiche. Vero è che la località di Zaule è definitivamente sparita, il che non era accaduto fino al primo passaggio a Bruxelles in sede tecnica, ma il fatto che ieri sia stata ribadita la collocazione on shore e che si citi la necessità di un accordo solo tra Roma e Lubiana ha immediatamente ricreato un clima di incertezza facendo oltretutto supporre che siano state fuorvianti tutte le illazioni emerse nelle ultime settimane e che parlavano dell’ipotesi di un rigassificatore più o meno al largo di Pola con il coinvolgimento anche della Croazia che invece non viene nemmeno previsto. La Commissione europea ha bocciato la soluzione offshore e teoricamente potrebbe anche aver rimesso ballo la soluzione Zaule non fosse che nello stesso elenco dei progetti prioritari è stato inserito, per essere potenziato (come riferiamo a parte), anche l’oleodotto della Siot, società che si è costituita in giudizio rispetto al ricorso al Tar di Gas Natural ritenendo incompatibile l’esistenza di un impianto a Zaule con la crescita, già cominciata, del traffico di petroliere. Ieri il ministero sloveno delle Infrastrutture ha ricordato che l’accordo raggiunto con Roma prevede che l’Italia possa determinare il sito del rigassificatore solo in accordo con la Slovenia che si è opposta a Zaule. La premier slovena Alenka Bratusek ha dichiarato che la decisione riguardo al sito per il rigassificatore dovrà essere presa sulla base dell’impatto ambientale e transfrontaliero. La questione potrebbe essere sufficientemente chiara se già fra tre giorni, il 18 ottobre, non scadesse la moratoria di sei mesi decisa dall’ex ministro Corrado Clini al provvedimento di compatibilità ambientale che già nel 2009 il governo italiano aveva emesso a favore di Gas Natural per il progetto di Zaule. Da giovedì la compatibilità ambientale riprenderà vigore. A questo proposito ieri gli assessori all’Ambiente Umberto Laureni e Vittorio Zollia hanno annunciato che sindaco e presidente della Provincia stanno per inviare una lettera ai ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Beni culturali affinché l’autorizzazione di Via (Valutazione d’impatto ambientale) al rigassificatore di Zaule anziché rientrare in vigore venga definitivamente revocata. E per l’assessore regionale Sara Vito l’assenza del sito di Zaule premia la nuova amministrazione regionale da sempre contraria a quell’ubicazione. «È essenziale che siano rispettati i criteri di sicurezza e salvaguardia ambientale», ha sottolineato il parlamentare dei Popolari europei Antonio Cancian. Ma anche la causa al Tar di Gas Natural nel frattempo procede e appena il 19 marzo i giudici amministrativi del Lazio si pronunceranno nel merito. La battaglia dunque a Trieste dove ultimamente tutte le amministrazioni elettive e le associazioni ambientaliste, oltre all’Autorità portuale e alla maggior parte dei partiti e dei sindacati si sono detti contrari alla localizzazione di Zaule pare destinata a riprendere vigore. «Riteniamo che la stragrande maggioranza dei progetti energetici Ue d’interesse comune verrà realizzata nei prossimi anni», ha dichiarato ieri il commissario all’Energia Guenther Oettinger specificando che «nella lista adottata oggi ci sono solo quelli che riteniamo siano fattibili a breve in quanto sono stati concordati da tutti gli Stati membri e c’è quindi la certezza che i 28 sono interessati e coinvolti per la loro effettiva realizzazione». I finanziamenti europei saranno di 5,85 miliardi di euro fino alla fine del decennio. Fare parte della lista è condizione indispensabile per chiedere il cofinanziamento dei progetti. La lista sarà ora passata al vaglio formale del Parlamento e del Consiglio europei: fare emendamenti non è ammesso, l’approvazione viene data per scontata. Di Silvio Maranzana da Il Piccolo di martedì 15 ottobre 2013
Posted on: Tue, 15 Oct 2013 06:13:47 +0000

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