Riportiamo qui di seguito il recente commento di Gianni Gori, - TopicsExpress



          

Riportiamo qui di seguito il recente commento di Gianni Gori, apparso sulla rivista Musica on-line, al nostro Festival pianistico Giovani interpreti & grandi Maestri e alla presenza di ACM in Trieste Next. Grazie! FF Un’altra bella sfilata di giovani talenti a far da epilogo al Premio Trio di Trieste. Ancora un itinerario intrigante scelto e disegnato da Fedra Florit per Chamber Music, arricchito da suggestioni tematiche. Le più allettanti erano quelle proposte dal programma «quadrisecolare» di Giuseppe Andaloro, da Roberto Cominati sulle «divine lunghezze» e dall’America eccentrica del duo Arciuli-Rebaudengo. Del primo faceva notizia l’appropriazione indebita di tre pagine post-rinascimentali. Complice il pianista siciliano, il gran coda Fazioli ribadiva autorevolmente controversi diritti e fagocitava audacemente tanto la purezza vocale di Palestrina quanto l’esuberanza clavicembalistica di Merula. Ne faceva una sorta di fossile rivitalizzato, lasciato da remoti antenati di Brahms, e di qui via per i primi rami del Novecento (Debussy, Scriabin). La cesellata luminescenza del pianismo di Andaloro, altre volte abbagliante e qui difficilmente riconoscibile, sembrava incanalare le incandescenze di suono e virtuosismo in un flusso di sconcertante uniformità. Dopo l’intelligente lezione-concerto di Massimiliano Ferrati sulla prima e sull’ultima sonata rispettivamente di Mozart e Beethoven, con dedica a Dario De Rosa, incantevoli gli «intrecci romantici» orditi dalla strana coppia Sofya Gulyak-Mariangela Vacatello, solo da pochi giorni in duo. Pianiste di temperamento diverso (la russa e la napoletana, entrambe coronate da un palmares internazionale di assoluto prestigio), ma come nel matrimonio, la diversità di carattere è quella che fa spesso le coppie felici. E c’è felicità nella simbiosi e nel calore di un «pianismo che balla» nel Concertino op.94 di Shostakovich. Per finire con la ricchezza pittorica e la morbidezza ciaikovskiana della Suite n.1 del ventenne Rachmaninov, tutto un trascorrere di fremiti mediterranei, di arpeggi, di vibrazioni della natura. Deliziosa la contrapposizione del Largo («Les larmes») nella stillante iterazione discendente di quattro note, e della rigogliosa sonorità dispiegata nell’Allegro maestoso finale («Pasqua»), evocante lo scampanio dell’incoronazione di Boris. Le «divine lunghezze» di Cominati alludevano da una parte a quelle di Schubert: la Sonata il La maggiore D 959, che di Schubert è quasi il macrocosmo pianistico «in limine»; dall’altra all’estensione drammaturgica di Wagner («Die Meistersinger») e all’opera romanzesca di Verdi («La forza del destino»), nella trasposizione pianistica di tre illustri revisori: Hans von Bülow, Liszt, Martucci. Il che rappresentava anche il compendio di un secolo e nello stesso tempo un contributo eccentrico al bicentenario dei due sommi. Il pianismo di Cominati è ogni volta una rivelazione di superiore carisma. La magnificenza sonora, la trasparenza architettonica della forma classica, l’emozionante percorso schubertiano confluivano in una visione sospesa nel tempo, come un «Winterreise» della forma-sonata. Memorabile il Lied popolare che palpita nell’Andantino, con la sinistra che marca quasi il passo dell’ultimo Wanderer. E straordinaria l’intensità dell’altro Lied che nel Rondò finale svela, nelle soste improvvise del discorso, le esitazioni dell’anima lungo il cammino. Poi lo spettacolo maestoso delle trascrizioni wagneriane con la sorpresa finale dello splendido Martucci nella fantasia pianistica sulla «Forza del destino», intorno al nucleo melodico del duetto «Le minacce, i fieri accenti» e con l’irruzione quasi impertinente di Preziosilla. Congedo esaltante con il pianismo trascendentale (campionario completo delle arditezze estreme) della Seguidilla di «Carmen» nella funambolica invenzione di Moritz Moszowki. In margine al festival, Chamber Music ha offerto al grande convegno della ricerca «Trieste Next», dedicato all’acqua, il delizioso concerto di Lorenzo Cossi, giovane talento triestino che ha evocato con ricchezza di tinte e di fraseggio il «liquido elemento» sub specie pianistica (Liszt, Ravel, Debussy). Gianni Gori
Posted on: Fri, 01 Nov 2013 18:31:09 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015