Roma, 18 ago 2012 – Di Francesco Grignetti – Questa volta il - TopicsExpress



          

Roma, 18 ago 2012 – Di Francesco Grignetti – Questa volta il governo Monti non ha fatto sconti: anche il settore della sicurezza dovrà rispettare i tagli imposti dalla Spending review. In pratica, ciò significa che anche gli organici di polizia e carabinieri andranno ridimensionati e per dimagrire rapidamente è stato pressoché bloccato il turn-over nei prossimi tre anni: sarà assunto un solo agente o carabiniere per ogni cinque che vanno in pensione. I sindacati del settore hanno fatto i conti. E sono rimasti senza parole. In polizia mancavano già 11 mila agenti. Nel giro dei prossimi tre anni il buco raddoppierà. Si stima che verranno a mancare 22 mila unità. Il sindacato autonomo Sap denuncia che presto mancheranno 2.000 agenti a Roma, 1.000 a Milano, Napoli e Palermo, 500 a Torino e Bari, 300 a Bologna e Firenze. «Con questi numeri commenta Nicola Tanzi, il segretario generale del Sap – non saremo più in grado di garantire gli stessi servizi di oggi. Anche se il governo non vuole ammetterlo, sarà inevitabile chiudere una serie di posti di polizia».Uguale denuncia viene dal sindacatino dei carabinieri, dove sono almeno 9 mila i posti vacanti già oggi. «L’Arma – scrive il Cocer non è più nelle condizioni di poter assicurare un adeguato standard di sicurezza al popolo italiano». Sono davvero costernati, i rappresentanti dei carabinieri, per «questa assurda politica di tagli», perché mai fino ad oggi il settore era stato equiparato a tutti gli altri. E invece il governo Monti non ha voluto o potuto fare distinzioni: tagli per tutti, anche per il cosiddetto comparto Sicurezza. Di qui il grido di dolore del Cocer: «E’ bene che il popolo italiano prenda coscienza della lenta eutanasia a cui l’Arma è da anni sottoposta. Questo esecutivo ritiene che sia giunto il momento di staccare addirittura la spina?». Se poi si guarda alla polizia penitenziaria, già in grave affanno per il sovraffollamento delle celle, e quindi alle prese con uno stressante superlavoro, il discorso non cambia. Donato Capece, il segretario del sindacato autonomo di Polizia penitenziaria Sappe è imbufalito perché fino all’ultimo aveva sperato che il corpo restasse fuori dai tagli. E invece poi la Camera li ha rimessi in riga con gli altri. E quindi: «La Camera dei Deputati si assume la grave responsabilità istituzionale, politica e morale di “piegare le gambe” al sistema carcere ed al corpo di Polizia penitenziaria». Un coro unanime. I sindacati affidano l’ultima speranza di recupero a settembre, grazie anche a ordini del giorno di Alfredo Mantovano (Pdl) e Emanuele Fiano (Pd) che invitano il governo a «risparmiare» dai tagli il settore della sicurezza. «Rendetevi conto – dice Tanzi – che in polizia già oggi non si pagano gli straordinari. Quando un agente va in trasferta, non ci sono i soldi per gli alberghi, con buona pace di indagini anche importanti. Mancano i soldi per la benzina, per le pulizie dei commissariati, per cambiare le divise. Ecco perché i concorsi sono ridotti al minimo (quest’anno nemmeno si farà) e ci sono già queste voragini in organico. Noi veniamo da tre anni terribili in termini di tagli al bilancio: i famosi tagli lineari di Tremonti avevano cancellato 3 miliardi dal bilancio del ministero dell’Interno. Ora ci si mette la Spending review che colpisce gli organici e ci toglie altri 200 milioni». Vedono nero. Secondo Felice Romano, segretario del Siulp, l’esecutivo si trasformerà in «liquidatore coatto della sicurezza e azionista di maggioranza dell’avanzare della criminalità e del mercato illegale». E Claudio Giardullo, del Silp: «E’ grave indebolire il nostro sistema di sicurezza mentre cresce l’infiltrazione mafiosa del tessuto economico». Fonte: la stampa.it
Posted on: Sun, 18 Aug 2013 16:54:47 +0000

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