SIO: premiata ricerca congiunta Centro di Ricerca - TopicsExpress



          

SIO: premiata ricerca congiunta Centro di Ricerca Interdisciplinare sul Linguaggio (CRIL) dell’Università del Salento e U.O. Otorinolaringoiatria “V. Fazzi” di Lecce Partita da Lecce una collaborazione di ricerca internazionale ha ottenuto il Premio Nazionale per l’alto valore scientifico assegnato dalla Società Italiana di Otorinolaringoiatria (SIO) durante il suo 100° Congresso che si è svolto a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica tra il 28 e il 31 maggio scorso. Le prime maglie della fitta rete di ricerca sono state annodate dal Centro di Ricerca Interdisciplinare sul Linguaggio (CRIL cril.unisalento.it) dell’Università del Salento, diretto dal Prof. Mirko Grimaldi, e dall’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria (ORL) dell’Ospedale “Vito Fazzi”, diretta dal Prof. Michele De Benedetto, per poi estendersi al Center for Mind/Brain Sciences (CIMeC, di Rovereto, Trento), con il Prof. Francesco Pavani, al Department of Biological Psychology and Neuropsychology dell’Università di Amburgo (Germania), con il Dr. Davide Bottari, e al Department of Linguistics dell’Università del Connecticut (USA), con il Prof. Andrea Calabrese. Il primo ricercatore, la Dott.ssa Luigia Garrapa, che si è formato a Lecce con il Prof. Grimaldi, dopo aver svolto un primo Dottorato in linguistica presso l’Università di Konstanz (Germania), è ora finanziata da una seconda borsa di Dottorato erogata dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DISLL) dell’Università di Padova che con lungimiranza ha finanziato questa ricerca a Lecce. Nella ricerca Luigia Garrapa è stata affiancata dal Dott. Silvano Vitale, dalla logopedista Paola Monastero e dall’audioprotesista Manuela Greco, dell’Unità Operativa di ORL del “Fazzi”. Lo studio è stato possibile grazie alla collaborazione fattiva della locale associazione Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi (FIADDA) presieduta dal Sig. Saverio Della Tommasa. È importante sottolineare che per la prima volta, nei 100 anni di esistenza della Società Italiana di Otorinolaringoiatria, il premio nazionale per l’alto valore scientifico è stato assegnato ad un gruppo di ricerca Ospedaliero (ORL)-Universitario (non ORL) del Sud. Il gruppo di linguisti, otorinolaringoiatri e neuropsicologi ha condotto una ricerca interdisciplinare su un campione di bambini con ipoacusia neurosensoriale grave/profonda cui è stato applicato un impianto cocleare unilaterale comparato con un campione di bambini normo-udenti della stessa età. L’impianto cocleare è ormai diffusamente utilizzato nei casi di sordità grave/profonda, ma non ci sono studi clinico-sperimentali che abbiano dimostrato l’effettiva maturazione delle vie uditive dopo l’impianto nei bambini italiani impiantati. Quello condotto a Lecce è il primo studio in Italia che ha sfruttato tecniche ampiamente utilizzate in ambito sperimentale applicandole alla ricerca clinica. In particolare, combinando test d’identificazione e categorizzazione uditiva (che richiedono l’attenzione dei soggetti) e tecniche neurofisiologiche come i Potenziali Evento Correlati Uditivi (che non prevedono l’attenzione da parte dei soggetti) sono stati indagati i processi di percezione della vocali toniche dell’italiano salentino (/i, e, a, o, u/). I risultati hanno dimostrato che sebbene la ‘sensazione’ uditiva veicolata dall’impianto cocleare sia in parte diversa da quella prodotta dall’orecchio sano, i bambini con impianto cocleare identificano vocali in isolamento e coppie di vocali (uguali e diverse) con rapidità e precisione paragonabili a quella dei bambini normo-udenti, come rilevato con estrema precisione dalla componenti elettroencefalografiche indagate. Il dato più importante emerso dalla ricerca è che anche bambini impiantati a 3 anni dalla nascita dopo 70 mesi dall’intervento chirurgico per l’inserimento dell’impianto hanno performance uditive paragonabili a quelle dei normo-udenti. Ciò conferma definitivamente la buona funzionalità dell’impianto cocleare per il recupero nel tempo delle vie uditive centrali. In sintesi, quanto più precoce è la diagnosi d’ipoacusia sensoriale e quanto prima avviene l’intervento chirurgico per l’inserimento dell’impianto, tanto più precocemente il bambino audioleso recupererà in modo naturale le capacità uditive. I risultati preliminari della ricerca sono stati accettati per una presentazione alla International Child Phonology Conference che si svolgerà a Nijmegen (Olanda) dal 10 al 12 giugno e alla Annual Conference of the International Speech Communication Association “Interspeech 2013” che si svolgerà a Lyon (Francia) dal 25 al 29 agosto. Lo studio – che s’inserisce all’interno delle attività del Laboratorio Diffuso di Ricerca intErdisciplinare Applicata alla Medicina (D.R.e.A.M.), nato da una convenzione fra l’Università del Salento e l’ASL/LE (e coordinato dal Delegato del Rettore alla Facoltà di Medicina, Prof. Carlo Storelli) – apre nuove prospettive d’indagine per lo screening e il follow-up dei bambini audiolesi. Il gruppo di ricerca del CRIL e l’Unità Operativa di ORL del “Vito Fazzi” sono già al lavoro, da un lato per elaborare un software applicativo per la diagnostica oggettiva del recupero logopedico post-impianto tramite test d’identificazione e discriminazione con stimoli vocalici invece dei tradizioni test con toni e parole basati sui giudizi clinici del logopedista, dall’altro per mettere a punto protocolli clinici che permettano la diagnosi precoce dell’ipoacusia neurosensoriale (infatti, i Potenziali Evento Correlati, che non sono invasivi, possono essere rilevati anche nel sonno in bambini di pochi mesi). (Ilio Palmariggi)
Posted on: Tue, 11 Jun 2013 12:53:59 +0000

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