SOLITUDINE (P. Mingolla) Si adagia, tra venti in bufera - TopicsExpress



          

SOLITUDINE (P. Mingolla) Si adagia, tra venti in bufera rinchiusi in violini e canne di organi densi di fuliggine. Suona il musicista della vita, suona ancora con le sue dita scheletriche, preme le corde tremando, strofina l’arco intriso di essenze primaverili che cadono, come trucioli di legno, come foglie in autunno, come neve d’inverno al caldo sole d’estate. Neve così ghiacciata, nell’equatore dell’anima, che scende copiosa e copre, con un manto di seta e cianuro, i sorrisi stanchi e capovolti dell’uomo: acido lattico in muscoli forti, tanto forti da lasciarsi invadere dal nemico dell’energia. Impulsi nervosi che sfrecciano su ponti crollati nel baratro dell’oblio; colleriche sostanze che sciolgono persino gli amori più chimici ed i pensieri più sensibili. Ma le dita continuano a suonare, e l’acido scorre lento dentro le vene che pulsano: hanno assimilato il nemico. Lui ha pervaso la meccanicità del corpo e la libertà dei sogni, passando attraverso i fulminei candelieri in fiamme, sotto i fumi spenti delle bottiglie vuote. Ma la musica continua incessantemente a suonare e d’adagio, come lei s’adagia, conduce in barca le genti acute. Specchi lucidi ne son il mare aperto. Narciso scruta l’orizzonte al di sotto della sua barca e sorride, buttandosi tra le braccia della beltà, estasiato dagli specchi. E Boccadoro, insegue le code dei suoi occhi ormai persi nel vuoto del mondo, pupille ormai svanite, come buchi neri nel cielo remoto. Colombo, col timone in mano, inonda le Indie, tra falchi e promesse. Ci è riuscito. Lui ce l’ha fatta: come le lucertole che studiano il mondo con i libri aperti; strisciano lungo parole ignote, si lasciano abbandonare ai piaceri del Sole. E così la musica svanì, l’uomo scheletrico acquistò forma. E vinse il premio internazionale musicale, tra sinfonie, valzer, minuetti e canoni. Firmava autografi con note musicali: accordi maggiori, accordi felici, con sorrisi, pianti di gioia, amori ed amici. Ma Lei lo attendeva, come un portiere d’albergo apre la porta ai suoi clienti. Lei era lì, giorno e notte. Era un cecchino ben addestrato. Aveva combattuto molte battaglie, vincendo persino le guerre. I suoi clienti andarono alla reception: cercarono di farsi rimborsare, ma l’addetto alla vita declinò ogni responsabilità, chiedendo risarcimenti per il disturbo recatogli. E così, tra acidi, sieri livorosi e neve, l’uomo capì che l’evitabile era inevitabile. Che la forza non può sussistere se non prima debolezza nasca. Ora Lui lo sa, e Lei fa ancora il suo sporco, felice lavoro. Suona la Musica: dita scheletriche, tremanti sorrisi, armonie uniche, rare: Vita.
Posted on: Fri, 18 Oct 2013 15:14:12 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015