Silenzio, per favore! Anno del Signore 2028 In una galassia - TopicsExpress



          

Silenzio, per favore! Anno del Signore 2028 In una galassia lontana, lontana… In una città come tante… di uno dei tanti mondi possibili. “Accidenti a voi! Comando io, sì o no?” Nella sala della giunta calò un silenzio denso come il piombo. Il sindaco, in piedi, proteso in avanti con fare minaccioso, le braccia divaricate a impugnare con fermezza i bordi del lungo tavolo e l’occhio fermo del cecchino, passò in rassegna i presenti con una lentezza inquietante. Nella stanza, nessuno fiatò. Gli assessori avevano ormai imparato a conoscere quello sguardo. E sapevano che non prometteva nulla di buono. Quando il sindaco si scaldava in quel modo, l’unica salvezza era restare immobili e pregare. Sperando che l’occhio del cecchino passasse oltre, mirando allo sventurato a fianco. Trascorse un minuto buono prima che il volto del sindaco Paolo Marzin riacquistasse un colore rassicurante. Scosse la testa, sbuffò la rabbia fuori dalle narici e si sedette. I suoi cento e passa chili di potere, nel silenzio siderale, strapparono alla morbida poltrona di pelle un sibilo che parve un lamento. Con occhio stanco guardò i fogli davanti a sé. Prese la penna, scorse il testo e cominciò a sottolineare alcuni passaggi della bozza di delibera. Erano ormai trascorsi vent’anni da quando era stato emanato il primo provvedimento anti-schiamazzi. Per l’esattezza, diciannove anni, 8 mesi, ventitré nuove delibere restrittive, trentacinque arresti, diciotto feriti lievi, un “rondino” morto (finito, mentre se ne tornava a casa, sotto un’ambulanza che sfrecciava senza sirene, in conformità alla disposizioni anti-rumore della deliberà numero quindici) e un parto in strada (della signora trasportata nell’ambulanza). Eppure non bastava ancora. Proprio quella sera, poco prima della riunione di giunta, la Siora Maria, cittadina DOC, settant’anni, insegnante in pensione da venti grazie all’abbattimento dello scalone, vedova da cinque del maresciallo Ferdinando-pace-all’anima-sua-Rosetti, aveva chiamato la milizia per lamentarsi del chiasso assordante causato dai cartoncini attaccati ai raggi delle biciclette di un gruppo di ragazzini privi di valori. “A quante siamo?” chiese il sindaco senza sollevare lo sguardo. Fu l’ossuto vicesindaco Marcello Festa, di Rifondazione Cattolica, nonché capo ronda del quartiere “Under30” a trovare il coraggio di parlare. Si schiarì la voce. “Duecentosettantatre”, disse più velocemente che poté. Il Sindaco sollevò la testa e lo guardò. “Duecentosettantatre?” “Sì” rispose il Vicesindaco con le mani sudate. Il Sindaco non aggiunse altro. Ritornò a guardare le sue carte nello stesso istante in cui il Festa riprese a respirare. Poi parlò. “Allora. Qua abbiamo un problema molto grosso. E voi lo sapete bene quanto poco io sopporti i problemi. Ancora meno se sono grossi come questo”. Nella sala, incredibilmente, tutti annuirono senza muovere la testa. “La signora Maria ha chiamato ancora, continuò il sindaco. Siamo arrivati a duecentosettantatre telefonate. E ancora non siamo riusciti a mettere in riga questa marmaglia di giovani debosciati”. Poi tornò a puntare lo sguardo sui presenti. “Cosa dovrà ancora fare la povera signora Maria per avere un po’ di giustizia? E’ mai possibile che in tutti questi anni non siamo ancora riusciti di sradicare questo stramaledetto cancro giovanile? Accidenti a loro! Cosa credono quei giovinastri? Credono di poter fare tutto quello che vogliono? Pensano di essere i padroni delle città solo perché hanno vent’anni? Io a vent’anni già mi sudavo la pagnotta in cinque consigli di amministrazione municipalizzati! Cinque, porca vacca! Mica uno! E portavo i soldi a casa. Questo facevo! E non avevo certo il tempo di andare in giro a fare casino come fanno questi qua!” L’assessore al Tricolore, Bianca Rossi maritata Verdi, osò. “L’avevo detto io di vietarne la libera circolazione nel centro”. Tutti gli altri guardarono il sindaco all’unisono. Il sindaco non si scompose. “Senti, Bianca, già con il concentramento dei giovani nel quartiere “Under30” abbiamo avuto i nostri bei casini con il Governo Federale. Cosa vuoi che faccia? Vuoi che li abbatta?” Bianca Rossi Verdi non rispose. Ma fu come se l’avesse fatto. Il sindaco la ignorò e si rivolse al verbalizzante. “Tu, scrivi”. Il verbalizzante sì chinò sul foglio come un centometrista sui blocchi di partenza. Il sindaco dettò. “Scrivi così. Articolo 5bis: dalle ore diciannove alle ore nove è vietata la circolazione su tutto il territorio comunale dei seguenti mezzi, due punti. Biciclette, carrozzelle e passeggini sprovvisti di apposito certificato di conformità antirumore rilasciato dall’ufficio “Anti-decibel” del Comune, virgola. Scarpe con i tacchi… “No!” esclamò l’assessore Isonza Piave della Lega separatista “Milano ladrona”. I colleghi la guardarono basiti, come se avessero visto una pazza. Il sindaco la fissò truce. Le mascelle serrate. Isonza si maledì. Quel “no” era sgusciato senza darle il tempo di pensare. Guardò il sindaco con il terrore negli occhi. Il primo cittadino la guardò con severità. Ma poi sciolse il trigemino in un sorriso grasso. La sala respirò. Isonza pure. “Mia cara, lasciami finire per favore”, le disse con dolcezza sospetta. Lei arrossì. “Dicevo. Scarpe con i tacchi, punto. E’ derogato dal divieto l’assessore alle aiuole, punto. Poi lascia uno spazio per le motivazioni. A quelle ci penso io”. Il sindaco ammiccò alla Piave. Isonza sorrise raggiante. L’istinto di sopravvivenza degli altri li trattenne dal commentare. “Poi,” continuò il sindaco, “vediamo”. Guardò l’assessore agli ascensori Rinaldo Cremagliera. “Abbiamo già messo dentro da qualche parte il divieto di utilizzo degli ascensori in ore notturne, vero?” “Sì” rispose prontamente il Cremagliera. “L’abbiamo messo nella delibera diciotto”. “Diciotto?” “Sì, la diciotto. Quella del divieto di guardare la tv con le finestre aperte”. “Ma quella non è la sedici?” “No, la sedici è quella del divieto di brindisi all’aperto con bicchieri di vetro”. “Ah, sì. Vabbé. Ad ogni modo direi che per adesso può bastare. Casomai, se mi viene in mente qualcos’altro, lo aggiungiamo con un emendamento.” Il sindaco sbatté le mani sul tavolo con forza. La giunta sussultò. “Dai, forza! Che forse questa è la volta buona che sradichiamo la piaga della gioventù. Lo sapete che fino a quando non lo facciamo, non potremo concentrarci sulle nostre priorità. Turismo e Università!” Nella sala tutti annuirono con ammirazione. “E poi” concluse il sindaco, “sapete meglio di me che se non estirpiamo questa piaga l’Associazione Case di Riposo del Nordest non è disposta a mandarci nessun pullman di turisti!” La sala applaudì. “Bene, mi pare sia tutto. C’è altro?” chiese il sindaco. Tutti scossero la testa. “Molto bene. Allora datevi le mani e concludiamo con il solito minuto di silenzio, in onore della nostra bella città”. Gli assessori si presero l’un l’altro per mano attorno al tavolo, chinarono la testa, e, sembrerà impossibile, si zittirono ancora di più. Giorgio Mosetti
Posted on: Wed, 06 Nov 2013 21:58:26 +0000

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