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Siti web, social network, TripAdvisor, Booking, ora gli albergatori stanno guardando al mondo delle app per crescere. Non strumento per vendere, ma per fidelizzare e realizzare nuove forme di marketing. Ma funziona? A quanto pare, purtroppo, sembra che rendere profittevole una app per un hotel non sia così tanto semplice e gli investimenti da fare sono ancora alti. Troppe incertezze, dunque, che parrebbero non far volare questa nuova soluzione. Sul web le opinioni divergono. Hospitality eBusiness Strategies, polo digitale di consulenza strategica, spiega che “gli hotel non hanno bisogno di una app se sono indipendenti o fanno parte di piccoli franchising, di catene medio-piccole o di brand multiproprietà. Questi tipo di alberghi dovrebbe invece concentrarsi sulla realizzazione e il miglioramento di un sito mobile”. Chi cerca un hotel vuole appunto “cercare” non scaricare, spiega The Hospitality Partner, altro polo consulenziale attivo sul web, che parteggia per il sito mobile e cita una ricerca americana secondo la quale il 73% dei possessori di smartphone dichiara di usare la versione mobile di un sito, anziché lapp, per acquistare qualcosa. In più, il 68% degli utenti usa solo cinque applicazioni o anche meno ogni settimana. Secondo altri esperti, per il viaggiatore è meglio scaricare sul proprio telefonino app di siti che offrono una lista di hotel (come quella di booking ad esempio) piuttosto che quella di una singola struttura. Secondo Mandrelli, titolare di Greenconsulting, la app ha senso per alberghi, anche indipendenti, ma con certe dimensioni e servizi. «Deve essere utilizzata per fare upselling sul cliente “in house”. Deve offrire la possibilità di prenotare i servizi in albergo, funzionare come “booking engine”, come tessera club per i clienti più fedeli ai quali è possibile fare offerte differenti e dedicate, come elemento per la disintermediazione». Una sorta di e-concierge che genera informazioni in tempo reale su quanto avviene nei dintorni della struttura, ma anche un canale per avere una relazione diretta con i clienti, soprattutto quelli abituali, e che permette alla struttura di “staccarsi”, almeno in modo parziale, dai portali di prenotazione recuperando marginalità sulla vendita delle camere. Sul fatto poi che la app figuri tra i desiderata degli ospiti, cè qualche riserva. Una recente ricerca realizzata da Doxametrics per Best Western Italia, “Gli italiani in hotel: come cambia la scelta dellalbergo”, mette in luce come lattenzione della clientela sia focalizzata sui “fondamentali”. «Il cliente chiede soprattutto pulizia, camere accoglienti e temperatura regolabile», sottolinea la ceo Giovanna Manzi.
Posted on: Sun, 17 Nov 2013 11:45:13 +0000

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