TITO FLAVIVS DOMITIANVS (TITO FLAVIO DOMIZIANO) - Parte - TopicsExpress



          

TITO FLAVIVS DOMITIANVS (TITO FLAVIO DOMIZIANO) - Parte II Politica estera Durante le guerre di Dacia, negli anni 86 d.C. -89 d.C. , la Mesia fu divisa nelle due province della Mesia Superiore e Inferiore: Lucio FunisulanoVettoniano è il primo a essere citato come legato delle province di Dalmazia, Pannonia e Mesia Superiore, mentre occorre attendere lanno 100 d.C.per conoscere il nome di un governatore della Mesia Inferiore, Quinto Pomponio Rufo. Alla fine del regno di Domiziano furono invece unite le province di Galazia e Cappadocia, governate da Tito Pomponio Basso. Domiziano rese ufficiale listituzione delle due province della Germania Superiore e Inferiore, territori già così chiamati e amministrati anche civilmente da due comandanti militari, i legati pro praetore dellesercito della Germania Inferiore e Superiore. Nel 90 d.C. è attestato Lucio Giavoleno Prisco come legatusconsularis della provincia della Germania Superiore: forse listituzione ufficiale di queste due province fu la conseguenza della guerra cattica dell83, nella quale i Romani acquisirono territori oltre il Reno che furono incorporati nella Germania Superiore. Dopo la vittoria sui Catti, Domiziano ottenne il trionfo a Roma nellautunno dell83 d.C.ricevendo il titolo di Germanicus, con il diritto di comparire in Senato con la stola triumphalis e di mostrarsi in pubblico accompagnato da ventiquattro littori. Si celebrarono giochi, furono coniate monete e Domiziano fu celebrato dai poeti. Gli storici a lui ostili misero in ridicolo quella campagna militare e il trionfo che gli fu concesso. Ma Domiziano vi aveva ottenuto di allontanare i Catti dalle frontiere e le nuove annessioni favorirono i collegamenti delle legioni tra il corso medio del Reno e il Danubio. Quando Domiziano divenne imperatore nell81 d.C., il generale Agricola, dal 77 d.C. governatore della Britannia, aveva già iniziato linvasione della Caledonia, lattuale Scozia, e progettato la conquista dellHibernia, lIrlanda. Nell83 d.C. colse limportante vittoria di Monte Graupio ma non la sfruttò, contando di riprendere le operazioni dopo la fine dellinverno. In quel frangente si trovò però richiamato a Roma da Domiziano, senza aver potuto completare la conquista dellintera isola. Tacito sostiene che limperatore fosse mosso da sentimenti dinvidia e di timore, causati dalla coscienza del valore di Agricola, suo possibile rivale, e della propria pochezza. Quali che fossero i suoi sentimenti nei confronti di Agricola, Domiziano gli aveva però concesso di rimanere legato imperiale in Britannia per sette anni anziché per i tre canonici, considerava un errore loccupazione di quei territori privi di ricchezze e difficilmente difendibili in caso di rivolte, e aveva bisogno di garantire con nuove campagne in Germania e in Dacia la sicurezza dei confini orientali dellImpero. Alla fine dell85 d.C. i Daci varcarono il Danubio e invasero la Mesia: vinto e ucciso il legato Gaio Oppio Sabino, saccheggiarono la regione. Domiziano accorse e, dopo aver respinto i Daci oltre il fiume, preparò una spedizione in Dacia, affidandola a Cornelio Fusco. Fatto questo, tornò a Roma. Nell86 d.C. Fusco, dipinto da Tacito come uomo amante del pericolo, alla testa dingenti truppe attraversò il Danubio invadendo la Dacia. Il comandante dei Daci, Decebalo, lasciò avanzare lesercito nemico fino alla stretta valle alla confluenza del fiume Timiș con laffluente Bistra, tra Tapae e Sarmizegetusa, e lo attaccò dopo averlo circondato. Cornelio Fusco cadde ucciso e lesercito romano fu quasi interamente massacrato. Dopo una sospensione delle ostilità per due anni, durante la quale Domiziano divise la Mesia in due parti, ciascuna presidiata da due legioni, la guerra riprese nell89 d.C. . Lesercito fu affidato a Tettio Giuliano, che nel 69 d.C.aveva già combattuto vittoriosamente in Mesia contro i Roxolani.[131] Raggiunta Tapae, vi sconfisse i Daci, senza però ottenere una vittoria decisiva, mentre Domiziano conduceva una campagna in Germania contro i Quadi e i Marcomanni, che lo sconfissero, costringendolo alla ritirata. Tenuto conto delle difficoltà incontrate da Giuliano a continuare lavanzata verso la capitale Sarmizegetusa, Domiziano dovette accettare le offerte di pace di Decebalo. Benché la campagna militare si fosse conclusa con un nulla di fatto, Domiziano ottenne a Roma il trionfo, il titolo di Dacicus e lerezione di una statua equestre nel Foro. Anche la guerra condotta nel 92 d.C. contro i Sarmati e i Suevi, portata per soccorrere i Lugi, si concluse senza risultati, e al suo ritorno a Roma, nel gennaio 93 d.C., Domiziano non ottenne il trionfo, depose una corona dalloro nel tempio di Giove Capitolino, offrì sacrifici solenni e fece celebrare grandi feste. Si racconta, infine, che il popolo tributario di Roma dei Nasamoni, che si trovava a sud della costa africana tra la Cirenaica e Leptis Magna, si ribellò attorno all85 d.C. - 86 d.C. , portando distruzione e sconfiggendo lo stesso legatuslegionis della III AugustaGneoSuellioFlacco. Avendo però trovato tra il bottino stesso della legione anche molto vino, si ubriacarono compromettendo il successo iniziale, poiché Flacco li assalì e li annientò tutti, tanto che Domiziano poté dire davanti al Senato: «Ho impedito ai Nasamoni di esistere». Lopposizione aristocratica e la rivolta di Antonio Saturnino Lopposizione interna contro Domiziano si manifestò a Roma soprattutto nelle forme dei conciliaboli privati e degli epigrammi anonimi. Pubblicamente, si potevano recitare orazioni che, secondo un tema retorico collaudato e tollerato, esaltavano genericamente la libertà e maledicevano la tirannide, e nei teatri andavano in scena personaggi i cui discorsi potevano contenere allusioni ben comprese da più di un ascoltatore. Una prima cospirazione contro limperatore sarebbe stata concepita nellanno 83 d.C. , e Domiziano avrebbe reagito mandando in esilio parecchi senatori e facendo giustiziare altri patrizi. Unaltra fu scoperta nell87, d.C. e Domiziano fece condannare parte dei congiurati dallo stesso Senato e altri accusò in loro assenza. Tito Flavio Sabino, marito di Giulia, sarebbe stato messo a morte in questo periodo, col pretesto - riferisce Svetonio - di essere stato chiamato dallaraldo imperatore anziché console, durante i comizi consolari. Verso la fine dellanno successivo scoppiò al confine della Germania una pericolosa rivolta. Lucio Antonio Saturnino, legato della Germania Superiore, si assicurò lappoggio delle due legioni di stanza a Mogontiacum, la XIV Gemina e la XXI Rapax, e di tribù germaniche stanziate oltre il Reno, e si fece proclamare imperatore. Lucio Antonio era probabilmente in intelligenza con senatori romani. Discendente, sembra, del triumviro Marco Antonio, i suoi costumi erano poco onorevoli, ed era disprezzato dallo stesso Domiziano. Domiziano reagì immediatamente partendo da Roma con la guardia pretoriana e ordinando a Traiano di trasferire le sue due legioni, la VII Gemina e la I Adiutrix, dalla Spagna sul fronte del Reno. Ma non ci fu bisogno del loro intervento, perché nel gennaio dell89 d.C. Norbano Appio Massimo, allora governatore dellAquitania o della Germania Inferiore, si portò rapidamente sui rivoltosi, rimasti privi dellappoggio dei Germani che non avevano potuto superare il Reno per il mancato congelamento delle acque. La battaglia, combattura a Castellum, vide la completa vittoria di Norbano e la morte di Antonio Saturnino. Il Senato si affrettò a offrire sacrifici di ringraziamento, mentre Domiziano, giunto sul posto, ordinò di torturare e giustiziare un gran numero di ribelli sopravvissuti. La testa mozzata di Antonio fu inviata a Roma ed esposta nel Foro. Il regime del terrore Con la vittoria sui rivoltosi, che aveva dimostrato la sostanziale fedeltà dellesercito allimperatore, e una repressione nei confronti di elementi patrizi nella capitale, sulla quale mancano particolari, laristocrazia, sapendo di non essere in grado di rovesciare Domiziano né con un sollevamento militare, né tanto meno con un movimento popolare, mantenne la speranza di eliminare Domiziano attraverso una cospirazione di palazzo. A sua volta limperatore, consapevole che i suoi nemici agivano nellombra, raddoppiò la sua diffidenza e il suo odio nei confronti del Senato. Domiziano continuò la politica dei donativi al popolo e degli alti salari allesercito, finanziandola anche con le spoliazioni dei suoi avversari. Otteneva così il duplice risultato di mantenere la fedeltà degli uni e di conseguire lindebolimento degli altri. Stabilì una rete di spie e di delatori che raccoglievano confidenze compromettenti: «nessuno era al sicuro. La libertà di parlare e di ascoltare era tolta», e il ricco signore poteva essere tradito dal proprio servo, dal cliente e perfino dallamico, che ricevevano in cambio libertà o denaro. Vi furono anche professionisti della delazione e abili sostenitori delle accuse, come Aulo Didio Gallo Fabricio, più volte console, e soprattutto come Marco Aquilio Regolo, attivo già sotto Nerone, un oratore la cui eloquenza, lontana da ogni canone stabilito, «prendeva lavversario alla gola e lo strangolava». Si fece una fortuna, comprò terreni in Toscana e nel Lazio, e la sua villa lungo la Tiburtina era popolata di statue. Valerio Catullo Messalino, nipote del poeta, cugino della terza moglie di Nerone Statilia Messalina e console nel 73 d.C. , era un ascoltato consigliere di Domiziano nel palazzo di Albano e gli suggeriva quali persone colpire. Accusati di lesa maestà per i loro atti o soltanto per le loro parole, gli indiziati erano giudicati dal Senato che, per viltà e paura, li condannava regolarmente alla morte o allesilio, confiscandone i beni: «quellassemblea era tremante e muta. Senza pericolo non si poteva dire quel che si pensava, senza infamia non si poteva dire quel che non si pensava». Alle sedute Domiziano assisteva regolarmente: «La peggiore delle nostre sventure era vederlo ed essere guardati da lui [...] il suo volto sinistro, coperto di quel rossore col quale si difendeva dalla vergogna, spiegava levidente pallore di tanti uomini». Non era quello lunico mezzo per impossessarsi dei beni dei cittadini facoltosi. A volte questi facevano coerede limperatore, per timore che, diversamente, il loro testamento fosse dichiarato nullo. Per questo motivo Agricola nominò suoi eredi la moglie, la figlia e Domiziano. Si poteva infatti fabbricare un falso testamento o era anche sufficiente che un testimone prezzolato dichiarasse che il defunto aveva intenzione di nominare erede il principe per annullare il testamento autentico. La persecuzione dei filosofi Già sotto Vespasiano i maestri della filosofia stoica e scettica attivi in Roma erano stati perseguitati per la loro opposizione al regime. Ostilio e Demetrio erano stati mandati in esilio ed Elvidio Prisco, che si era rifiutato di riconoscere Vespasiano quale imperatore, fu messo a morte. Il potere imperiale considerava intollerabile la loro indipendenza di giudizio e se essi generalmente non erano politicamente attivi, erano però moralmente autorevoli e le loro critiche erano tanto più pericolose in quanto venivano diffuse pubblicamente tra i loro allievi. Ignorati o incompresi o disprezzati dal popolo, questi maestri erano però seguiti dagli aristocratici che ascoltavano le loro lezioni, sollecitavano i loro consigli e gli affidavano i loro figli perché li istruissero e li educassero. In tal modo, agli occhi di Domiziano, i filosofi divennero istigatori e complici dei suoi peggiori nemici. Il processo, tenuto nel 93 d.C. contro un favorito di Domiziano, Baebio Massa, accusato di malversazione durante il suo proconsolato in Betica, favorì la reazione imperiale. Laccusa fu tenuta da Plinio il Giovane e da Erennio Senecione che ottennero dal Senato la sentenza di colpevolezza di Baebio Massa e il sequestro dei suoi beni. Il puntiglio particolare messo nellaccusa da Senecione, senatore e filosofo stoico decisamente ostile a Domiziano, e lelogio che nello stesso tempo egli fece dello scomparso Elvidio Prisco, gli procurò lavversione di Domiziano. La sua biografia di Elvidio Prisco fu considerata un delitto di lesa maestà: accusato in Senato da Mezio Caro, alla fine del 93 d.C. fu condannato a morte e il libro fu pubblicamente bruciato. Il processo contro Senecione coinvolse Fannia, la vedova di Elvidio Prisco, nipote di CaeciniaArria e Caecina Peto, e figlia di Trasea Peto, che fu esiliata con la madre Arria per aver collaborato alla stesura del libro. Anche il figlio suo e di Elvidio, lomonimo e già console Elvidio Prisco, autore di una pantomima satirica contro Domiziano, fu condannato a morte in quellanno. Anche un elogio di Trasea Peto, scritto da Giunio Aruleno Rustico, fu bruciato e il suo autore giustiziato. Tribuno nel 66 d.C. e pretore nel 69 d.C., stoico, Aruleno Rustico aveva già rischiato la vita sotto Nerone a causa della sua amicizia con Trasea. Il suo libro doveva contenere giudizi particolarmente severi contro limperatore, se gli costò laccusa di lesa maestà. La moglie Gratilla e il fratello Giunio Maurico furono esiliati. Subito dopo questi processi, un decreto del Senato stabilì lespulsione dei filosofi e degli astrologi.[ Il cinico Demetrio si stabilì a Pozzuoli, Epitteto si ritirò a Nicopoli, Dione Crisostomo in Asia Minore. La persecuzione religiosa Distrutto il tempio di Gerusalemme e dispersa la popolazione, gli ebrei non furono altrimenti perseguitati sotto Vespasiano e Tito. Lo stesso re Agrippa II e le sorelle Berenice e Drusilla vivevano a Roma, intimi dei Flavi, e una colonia di ebrei viveva nella capitale libera di praticare la propria religione, salvo essere tenuti a dichiararsi alle autorità per pagare il fiscusiudaicus, una tassa annua di due dracme. Vi furono conversioni al giudaismo, per quanto i nuovi adepti non praticassero scrupolosamente gli obblighi della legge mosaica e rifuggissero dalla circoncisione: piuttosto, essi potevano essere attratti dalla religione del dio unico e dalla sua morale. Quanto ai cristiani, oltre a essere ancora generalmente giudaizzanti, essi erano considerati dallopinione pubblica soltanto una setta ebraica alla quale poteva essere egualmente indirizzata laccusa di «ateismo» - cioè di non credere nella religione romana e di rifiutarsi di sacrificare - e di seguire «costumi ebraici». Questa circostanza rende difficile, se non impossibile, distinguere le conversioni al giudaismo dalle conversioni al cristianesimo. Nel 95 d.C. furono condannati a morte per ateismo il console Flavio Clemente, cugino di Domiziano e Acilio Glabrione, già console con Traiano, mentre furono esiliati «molti altri cittadini che avevano adottato costumi ebraici». Tra questi ultimi, la moglie di Clemente, Flavia Domitilla, nipote dellimperatore, fu relegata nellisola di Ponza o di Ventotene. Lo storico della Chiesa Eusebio riferisce invece dellesilio di una Flavia Domitilla, «figlia della sorella di Flavio Clemente», a suo giudizio una cristiana, affermando che Domiziano sarebbe stato il secondo imperatore, dopo Nerone, a scatenare una persecuzione contro i cristiani, mentre secondo Tertulliano Domiziano «tentò di comportarsi» come Nerone, ma «si tirò subito indietro, richiamando anche coloro che aveva condannato allesilio». Non è chiaro se queste condanne fossero realmente motivate dalla necessità di combattere religioni che potevano rappresentare un pericolo per lo Stato romano, se invece fossero solo il capriccio di un tiranno, o se fossero un pretesto per colpire nemici personali di Domiziano. In particolare, può anche darsi che, colpendo Flavio Clemente e la sua famiglia, Domiziano volesse sbarazzarsi di pericolosi concorrenti al proprio potere. Cè chi ritiene probabile che anche i sette figli di Clemente fossero fatti morire, anche se non è certa la sorte di due di loro che erano stati adottati dallimperatore stesso, i giovani Vespasiano e Domiziano. La morte La sorte di Domiziano fu segnata quando gli uomini a lui più vicini lo tradirono. Un complotto di senatori, che garantirono a Marco CocceioNerva la successione allimpero, coinvolse la moglie Domizia e il procuratore Stefano, i cortigiani Partenio e Sigerio, il segretario Entello e i prefetti del pretorio Norbano e Petronio. Il 18 settembre 96 d.C.Partenio annunciò allimperatore che Stefano era latore di un importante messaggio. Fingendosi ferito a un braccio, questi nascondeva nelle bende un pugnale. Il falso messaggio rivelava a Domiziano lesistenza di una congiura ai suoi danni. Mentre limperatore leggeva, Stefano lo colpì allinguine: malgrado la ferita, Domiziano reagì con grande energia, gettandosi su Stefano, ma intervennero altri congiurati, che lo finirono con altre sette pugnalate. Richiamati dal tumulto, intervennero dei pretoriani ignari della congiura, che uccisero Stefano. Il cadavere di Domiziano fu consegnato alla nutrice Fillide, che gli rese gli estremi onori in una sua proprietà sulla via Latina e mescolò poi le sue ceneri con quelle dellamata Giulia, facendole custodire nel tempio della famiglia dei Flavi al MalumPunicum, affinché non potessero essere disperse. Il senato proclamò Nerva imperatore e decretò la damnatio memoriae di Domiziano, ordinando la distruzione delle sue statue e la cancellazione del suo nome da ogni iscrizione. Furono richiamati gli esiliati, riabilitate le vittime, puniti i delatori e proibiti i processi di lesa maestà. La popolazione non reagì, ma ci furono tumulti tra i pretoriani, e alcune sollevazioni tra le legioni del Danubio e in Siria, presto rientrate. Titolatura Titolatura imperiale Numero di volte Datazione evento Tribuniciapotestas 16 volte: la prima volta (I) il 14 settembre dell81 d.C.. Consolato 17 volte: nel 71 d.C (I),73 d.C (II), 75 d.C (III), 76 d.C (IV), 77 d.C (V), 79 d.C (VI), 80 d.C (VII), 82 d.C (VIII), 83 d.C (IX), 84 d.C (X), 85 d.C (XI), 86 d.C (XII), 87 d.C (XIII), 88 d.C (XIV), 90 d.C (XV), 92 d.C (XVI) e 95 d.C (XVII). Salutatio imperatoria 23 volte: I (al momento della assunzione del potere imperiale), la seconda (II) nell82 d.C, (III-V) 83 d.C, (VI-VII) 84 d.C, (VIII-XI) 85 d.C, (XII-XIV) 86 d.C, (XV-XVII) 88 d.C, (XVIII-XXI) 89 d.C, (XXII-XXIII) 92 d.C. Titoli vittoriosi 1 volta: Germanicus nell83 d.C. Altri titoli 2 volte: Pater Patriae e PontifexMaximus al momento della assunzione del potere imperiale nel settembre dell81 d.C.
Posted on: Thu, 24 Oct 2013 17:33:04 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015