TREVISO «Tentò di truffare la cliente» condannato lavvocato - TopicsExpress



          

TREVISO «Tentò di truffare la cliente» condannato lavvocato Fadalti Le avrebbe fatto firmare un contratto in cui, a sua insaputa, avrebbe spartito i beni ottenuti dal divorzio TREVISO — Tentata truffa alla cliente, condannato l’avvocato Luigi Fadalti. Il noto penalista, è stato giudicato con rito abbreviato e condannato a una pena di 10 mesi (scontata di un terzo) e a 300 euro di multa con sospensione condizionale, subordinata al pagamento dei 20 mila euro di provvisionale da versare alla parte offesa. Secondo l’accusa, il legale avrebbe fatto sottoscrivere alla donna, che si era rivolta a lui per una separazione, un contratto in cui si stabiliva un compenso- preventivo spacciandolo per un documento relativo alla privacy e inviandole successivamente una fattura da 45 mila euro. «Una sentenza che ci amareggia e sorprende, contro la quale ricorreremo in appello», commenta l’avvocato Renzo Fogliata che, insieme al collega Lorenzo Zanella, difende l’avvocato Fadalti. Il penalista era finito alla sbarra per tentata truffa aggravata dall’abuso di prestazione d’opera, con decreto di citazione diretta firmato dal pubblico ministero Giovanni Valmassoi. Alla prima udienza, i suoi legali avevano presentato istanza per il rito abbreviato. Il noto avvocato trevigiano, 57 anni, è finito nel mirino della procura l’estate scorsa quando la 35enne, assistita dall’avvocato Federico Vianelli, lo ha denunciato alla procura. Secondo quanto spiegato dalla donna, però, nel corso di un colloquio l’avvocato Fadalti, che la stava assistendo nella separazione dal marito, l’avrebbe sollecitata a sottoscrivere un documento sulla privacy con alcune parti in bianco, rassicurandola che «le avrebbe compilate la segretaria con i dati personali della cliente». In realtà si sarebbe trattato di una «convenzione», ossia un contratto nel quale venivano pattuiti un compenso preventivo e un compenso «parametrato al raggiungimento degli obiettivi», indicato nel 10% della somma percepita dalla cliente all’esito della separazione. Secondo il sostituto procuratore Giovanni Valmassoi, che ieri ha chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione, l’avvocato, con artifici e raggiri, avrebbe indotto in errore la cliente inducendola a firmare la convenzione e integrandola, dopo la firma, con la precisazione che il compenso parametrato andava riferito «ai valori di proprietà della cliente e al momento trattenuti dall’ex marito, consistiti in 7 chili d’oro in lingotti». Allegate anche alcuni voci aggiuntive di spesa di oltre 15 mila euro nonostante, sostiene la cliente, negli accordi fosse stato stabilito un compenso massimo di 10 mila euro. Pochi giorni dopo alla 35enne sarebbe arrivato un preavviso di fattura con richiesta di pagamento di oltre 45 mila euro. Ieri la condanna a 10 mesi, emessa dal giudice Leonardo Bianco che ha accolto l’ipotesi accusatoria, dichiarando anche la falsità della scrittura e ordinandone la confisca. Una sentenza pesante per l’avvocato Luigi Fadalti, che ha sempre respinto le accuse querelando a sua volta la parte offesa per calunnia. 17 ottobre 2013 (modifica il 18 ottobre 2013) © RIPRODUZIONE Milvana
Posted on: Fri, 18 Oct 2013 11:43:49 +0000

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