UN PELUSO SULLO STOMACO - NEI VERBALI DI DON SALVATORE LIGRESTI - TopicsExpress



          

UN PELUSO SULLO STOMACO - NEI VERBALI DI DON SALVATORE LIGRESTI L’ASCESA DI UN SICILIANO A MILANO GRAZIE A CONOSCENZE GIUSTE, GIOCHI IN BORSA, BANCHIERI INFLUENTI E UOMINI DELLE ISTITUZIONI Quelle dei Peluso e dei Ligresti sono due famiglie siciliane che entrano in amore e affari negli anni ’70 - Don Salvatore, quando assume felice Piergiorgio Peluso che aveva visto bambino, non sa di essere finito nella trappola di Mediobanca che voleva sfilargli il gioiello Fonsai per metterlo in mani più sicure… Giovanni Pons per la Repubblica ligrestiantoninoligrestiantonino È una storia di siciliani emigrati a Milano quella che in questi giorni sta travolgendo la famiglia Ligresti e la famiglia Peluso, in un affaire che sta minando le fondamenta del governo Letta e la credibilità del suo ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri in Peluso, accusata di essersi adoperata a favore della carcerata Giulia Ligresti. Un abbraccio quantomeno incauto, che trova una spiegazione solo se si inquadra in un contesto più ampio, che ricomprenda tra i protagonisti anche Mediobanca, merchant bank milanese fondata nel 1946 da Enrico Cuccia, anchegli siciliano trapiantato a Milano. LO SHOPPING DI GIULIA LIGRESTILO SHOPPING DI GIULIA LIGRESTI E che mai sarebbe finito sotto i riflettori se i tradimenti non avessero a un certo punto preso il sopravvento sulle amicizie e sui patti occulti, che hanno per anni contraddistinto la storia di queste famiglie. Una storia che il pm milanese Luigi Orsi sta faticosamente, con la sua inchiesta, cercando di ricostruire anche nei suoi aspetti più incoffessabili. SALVATORE LIGRESTI OLD STYLESALVATORE LIGRESTI OLD STYLE TRA BORSA E IMMOBILI «La mia avventura è iniziata negli anni ‘50 quando sono arrivato a Milano come ufficiale dellAeronautica - racconta Salvatore Ligresti in uno dei tre interrogatori a cui ha accettato di rispondere - . Agli inizi degli anni ‘60 ho lavorato nella progettazione immobiliare e progressivamente ho iniziato a svolgere unattività imprenditoriale immobiliare. Sono stato agevolato dal fatto di aver conosciuto persone importanti che mi hanno fatto crescere. Lagente di Borsa Aldo Ravelli mi ha aiutato ad acquisire azioni della Liquigas, società allora presieduta dallavvocato Antonino La Russa (padre di Ignazio, altra famiglia di siciliani trapiantati a Milano negli anni ‘60, ndr.)». GUIDO CARLI E SALVATORE LIGRESTIGUIDO CARLI E SALVATORE LIGRESTI Oggi pare abbastanza incredibile constatare quanta strada Ligresti sia riuscito a percorrere grazie alla sua rete di persone collocate nei posti giusti. «Ho anche conosciuto Arcaini - prosegue nel racconto - il presidente di Italcasse che mi ha concesso dei fidi che ho impegnato nella costruzione di un grattacielo a Piacenza. Oltre allattività di progettazione, agli investimenti in Borsa ed alla costruzione di immobili ho iniziato ad acquisire aree, specialmente nella zona sud di Milano. Io sono un ingegnere e mi occupavo della parte tecnica mentre la parte amministrativa è stata storicamente seguita dai miei collaboratori che lavoravano con Carlo Aloisi, un immobiliarista che era anche presidente della Banca Ibi e dellUnire, lassociazione degli appassionati di equitazione». GERONZI PONZELLINI E LIGRESTIGERONZI PONZELLINI E LIGRESTI GAVETTA CON BERLUSCONI In un ventennio le conoscenze giuste hanno dunque spinto Ligresti a diventare un uomo molto potente, al centro di un crocevia fatto di immobili, rastrellamenti di Borsa, banchieri influenti ed esponenti delle istituzioni in grado di facilitare la sua ascesa. In questo Milieu così blasonato non poteva mancare Silvio Berlusconi. «Ho una particolare consuetudine con Berlusconi, siamo amici di vecchia data, veniamo dalla gavetta e gli incontri sono tanto frequenti quanto informali. Con il presidente Berlusconi si parla di tutto», racconta Salvatore quando gli si chiede di spiegare perché ha interceduto a favore dellex presidente dellIsvap Giannini, accusato di corruzione. JONELLA LIGRESTI IN PROCURA A TORINOJONELLA LIGRESTI IN PROCURA A TORINO Ed è di vecchia data anche il contatto con la famiglia Peluso, che sembra avvenire quasi per caso, nella Milano degli anni ‘70, come descrive Piergiorgio, figlio della Cancellieri, oggi ministro della Giustizia, e di Sebastiano Peluso, nel suo interrogatorio. «Negli anni ‘70 mio padre gestiva una farmacia che si trovava vicina allo studio medico esercitato da Antonino Ligresti. È nata così una conoscenza familiare. Ho avuto rapporti di lavoro con il gruppo Ligresti già nel 1999, quando lavoravo in Mediobanca alle dipendenze del dott. Pagliaro, mi ero occupato della Premaimm». LA RETE DI MEDIOBANCA A quel tempo Salvatore era appena uscito dalla bufera di Tangentopoli, non senza acciacchi. Finì dietro le sbarre per corruzione ma anche durante la detenzione il suo network si è attivato. Il tam tam della finanza milanese narra che Cuccia mandò allavvocato di Salvatore un messaggio da vero siciliano: «A quellora affacciati alla finestra e se vedi passare per strada Maranghi (lex dg di via Filodrammatici) allora vorrà dire che Mediobanca non ti ha abbandonato». Piergiorgio PelusoPiergiorgio Peluso E così fu. Tocca così a Peluso farsi le ossa da banchiere nel salvataggio immobiliare dei Ligresti e poi dal 2002 nel gruppo Capitalia si imbatte ancora nelle società di Don Salvatore. «In questo periodo ricordo due operazioni importanti con il gruppo Ligresti: una prima ristrutturazione del debito che il gruppo Sinergia aveva nei confronti di Capitalia e un nuovo finanziamento erogato da Capitalia a Premafin». Mentre Peluso si occupava della parte immobiliare in Mediobanca decidono di sfilare la Fondiaria dalla morsa degli Agnelli e di offrirla in sposa alla Sai di Ligresti. Unica raccomandazione di Maranghi: smetterla con la gestione tutto in famiglia. LA SEDE DI MEDIOBANCALA SEDE DI MEDIOBANCA LA STAGIONE DEI TRADIMENTI Ma senza Cuccia il patto non regge e comincia la stagione dei tradimenti. É Ligresti il primo a rompere le fila e ad allearsi con le banche di sistema per far fuori Maranghi. Poi cerca la sponda con lUnicredit di Profumo portando in dote la conoscenza con Berlusconi, quindi tenta lo sganciamento attraverso laccordo con la francese Groupama. A Piazzetta Cuccia scatta lallarme rosso, Ligresti non è più affidabile, bisogna sfilargli la Fonsai (il gioiello) per metterlo in mani più sicure. cesare geronzi Maranghi Cingano Cuccia Gero bigcesare geronzi Maranghi Cingano Cuccia Gero big E chi può essere lesecutore di una così complessa operazione? Ancora Peluso, che accetta di passare armi e bagagli nella compagnia. Ligresti è contento, pensa di essersi messo in casa uno della sua cerchia, «uno che ha visto crescere fin da bambino », come dice il teste della procura Gismondi. E invece è linizio della fine. Il pentolone della galassia Ligresti viene scoperchiato, Peluso figlio lautamente ricompensato per il suo lavoro, con la famiglia di Paternò in galera al completo. vincenzo maranghi 001 lapvincenzo maranghi 001 lap È a questo punto che mamma Peluso, diventata ministro, si adopera per segnalare la delicata situazione di salute di Giulia Ligresti. Ma così facendo finisce anchessa nella bufera. Lultimo affondo, per il momento, è di Salvatore: il 19 dicembre, dai domici-liari, ricorda al guardasigilli che non è lì per caso: «Mi feci latore del desiderio dellallora prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione. Lattuale ministro Cancellieri è persona che conosco da moltissimi anni e ciò spiega che mi sia rivolta e che io abbia trasmesso la sua esigenza al presidente Berlusconi. In quel caso la segnalazione ebbe successo perché la Cancellieri rimase a Parma». Ma la ministra smentisce tutta la ricostruzione e resta al suo posto.
Posted on: Sun, 24 Nov 2013 10:07:28 +0000

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