Werewere Liking È nata a Bondè (Camerun) nel - TopicsExpress



          

Werewere Liking È nata a Bondè (Camerun) nel 1950. Laureatasi ad Abidjan si è trasferita poi definitivamente in Costa d’Avorio dove ha creato il villaggio “ki-yi”, in lingua bassa “sapere ultimo”, un foyer di artisti di diverse nazionalità africane. Il villaggio è diventato oggi un luogo di formazione e ricerca culturale e artistica, ma anche uno spazio di sperimentazione sociale. Di forte ispirazione pan-africana, è un laboratorio in cui la ricerca artistica si orienta verso il recupero del rituale nelle differenti tradizioni culturali africane, con lo scopo di rispondere alla crisi identitaria e culturale dell’Africa. Il ki-yi è una vera e propria filosofia, basata sul recupero della conoscenza storica e della tradizione. La scelta di Werewere Liking è legata al ruolo che il “sapere ultimo” ha avuto nella cultura bassa, riportando l’armonia nei momenti di crisi. “E’ un sapere che non utilizza il conflitto, ma piuttosto la diplomazia, è un sapere che responsabilizza l’individuo”. Partendo dalla condizione attuale della società africana e dal rapporto di sudditanza con l’occidente, la Liking ha individuato nell’arte uno degli strumenti di liberazione, grazie all’importanza e alla forza dell’atto creativo, l’artista è considerato come “elevatore di coscienza e consapevolezza”, individuale e, appunto, collettiva. L’elemento centrale del ki-yi è la partecipazione femminile. All’interno del villaggio i ruoli di responsabilità organizzativa e artistica sono in mano alle donne. Personalità eclettica, Werewere Liking si è occupata di teatro, musica e letteratura e ha pubblicato libri di generi diversi. In Italia è stato tradotto nel 1996, per Harmattan-Italia, Orfeo africano, e nel 2003 Parlare cantando, La vedova Dylém. Nel 2005 ha ottenuto il prestigioso Noma Award con La memoria amputata, tradotto in italiano da Baldini Castaldi Dalai. “Le cento vie dell’amore” L’editrice Gorée propone nel 2007 Le cento vite dell’amore, nella traduzione di Sara Tagliacozzo. E’ una storia straordinaria che racconta di destini incrociati, di personaggi coraggiosi e codardi, deboli e forti. Di chi ha voluto fortemente l’indipendenza e il cambiamento, schiacciata dalla violenza e dalla sopraffazione ha creduto nel sapere delle donne e nella potenza rigeneratrice dell’arte. “Per me la parola, il canto, sono più importanti della scrittura, rappresentano il punto di vista da cui prendo l’avvio quando inizio a scrivere un racconto”. Maria Ludovica Piombino
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 10:50:02 +0000

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