X) Giunta in hotel, dopo aver salutato la direttrice, Aranka si - TopicsExpress



          

X) Giunta in hotel, dopo aver salutato la direttrice, Aranka si recò verso il bar chiedendo a Walter un caffè. Walter, che era l’esempio in persona della gentilezza e della galanteria,considerato oggettivamente da tutti un bel ragazzo, alto circa un metro e ottanta, spalle palestrate, faccia e capelli alla Big Jim, e soprattutto due occhi azzurri e penetranti, a dispetto dei suoi vent’anni era uno che ci sapeva fare con le donne, anche quelle più grandi di lui. Faceva del motto “ da come cammini ti darò un nome”, una tecnica di approccio al gentil sesso veramente scanzonata ed efficace. In cosa consisteva tale tecnica? Era molto semplice. Si vantava di essere un sensitivo e di saper scrutare gli stati d’animo delle sue colleghe in base al loro modo di camminare. Si, di camminare, perché sosteneva, bluffando sfacciatamente e strumentalizzando a proprio piacimento il pensiero di Milan Kundera sulla lentezza e la velocità dei movimenti del corpo, che le donne cambiano il loro modo di camminare a seconda del loro stato d’animo e in base al loro stato d’animo, “guadagnavano” nomi diversi da quelli di battesimo. Quando Ninetta e Maria Luisa, le signore che si occupavano della pulizia delle camere dell’hotel come se fossero quelle di casa loro, erano chiaramente di buon umore, le invitava a camminare verso di lui a mò di modelle su un ipotetica passerella. Se accettavano, le lusingava con nomi di fiori - che si faceva suggerire sottobanco da Giovanni il giardiniere, tipo Ciclamino, Gerbera, Violetta, Mimosa, Iris e così via. E se le sue colleghe erano di pessimo umore ? Bè, o si concedevano malvolentieri al teatrino della sfilata o lo rifiutavano del tutto, tornando ad assumere sembianze e nomi umani…Diventavano giocoforza “Maria Addolorata” o “Maria Purità” … Ma non solo, ogni nuovo nome veniva ancorato ad una particolare provenienza geografica di Berlandia di Sopra, sia in piccolo che in grande: ”Fac si Maria Addolorat, chedd kà venn le fic d’indie u’pzzut d’ Vie Solferin” (Mi sembri Maria Addolorata, quella che vende i fichi d’India all’angolo di via Solferino, -via strettissima - oppure “Ecceiè iosc, fac si Marià Purità, Kedd kà venn le fasuliedd in miezz a kiazz.” (Cosa ti è successo oggi, mi sembri Maria Purità quella che vende i fagiolini in piazza...) Insomma, Walter era un gran bel ruffiano, simpatico, camaleontico, ma ruffiano! Quando Aranka, chiese il caffè, a Walter non fu necessario di chiederle di sfilare … Era evidentemente tesa e preoccupata. “Ciao Aranka, oggi mi sembri proprio Maria Addolorata da Bucarest”- esordì Walter per sdrammatizzare – “Che ti succede?” Aranka, resasi conto che nella hall non c’era nessuno, scoppiò a piangere. Walter capì subito il motivo del pianto: “Kud è propr nu’ strunz” - esclamò in vernacolo arcaico berlandiese (quello di Berlandia di Sopra), cercando di consolarla – “ma chi te la fa fare, al posto tuo cercherei un altro lavoro e ..io ti seguirei…” “Walter, non è mica facile.” “Ka kidd èee! ”,(che quello è! -cioè, che è proprio così) disse Walter, sfoggiando il meglio del suo repertorio dialettale - che è successo stà volta ? ” “Noo niente, mi ha chiesto di fare una cosa molto strana, ma non chiedermi cosa, non te lo posso proprio dire … e poi tu sapresti mantenere un segreto? ” “Certamente Aranka, comunque qualsiasi cosa sia è “verament nù strunz”, esclamò Walter abbracciandola. “Sei proprio un caro ragazzo Walter, adesso devi farmi un piacere, io devo andare nella camera del giapponese, non chiedermi perché … tu cerca di intrattenere la direttrice, se mi cerca, di che sono andata in piscina a vedere se è tutto a posto. Ci sono ospiti in casa?” “No, sono andati tutti alla festa patronale, ecco il tuo caffè…” “Grazie Walter, sei un tesoro.. Bene, meglio così … “ - rispose Aranka, apparsa improvvisamente più sollevata . “Meglio così’ cosa?” chiese Walter. “Che gli ospiti sono fuori dall’ hotel” - precisò Aranka . Appena il tempo di girare lo zucchero nella tazzina bordeaux pennellata a mano dai maestri ceramisti di Vietri sul Mare, che sul suo cellulare risuonarono i tre attesi squilli. “ Adesso devo proprio andare, mi raccomando Walter…”
Posted on: Thu, 25 Jul 2013 18:13:26 +0000

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