XIV) “ Architetto, solo cinque minuti di pazienza e poi ti - TopicsExpress



          

XIV) “ Architetto, solo cinque minuti di pazienza e poi ti liberiamo, intanto vi rinfresco la memoria e… la coscienza …” - disse acidamente la vedova, che poi continuò: “il mio caro marito è stato sepolto in un loculo troppo alto del lotto “ A ” del Cimitero Nuovo e tutto perché tu, architetto, hai fatto la voce grossa con l’assessore Porcari a favore di una tua cugina, quella morta anche lei cinque giorni fa … che “guarda il caso”… è finita nel loculo più comodo per essere compianta, pace all’anima sua.” “Ma chi gliel’ha detta stà cazzata? Io lo querelo!!” replicò stizzito l’architetto. “Architetto tu fai quello che vuoi ma qua dobbiamo risolvere il problema …” “E qual è il suo problema?” - domandò incuriosito Federico Russo. Il problema è che io sono troppo vecchia per prendere la scala e portare i fiori al mio povero Aldo … e poi, come vi ho detto il posto che è andato a vostra cugina spettava a mio marito, è chiaro no?” “No cara signora, di chiaro qui non c’è proprio niente! Perché suo marito avrebbe dovuto avere la precedenza su mia cugina proprio su quel loculo se mia cugina l’ha comprato regolarmente ? pace all’anima sua…” Mai domanda fu piu’ infelice … La vedova Castelletti, sempre con i due figli a farle da guardia del corpo, si lasciò andare ad una filippica degna di un grande avvocato, con un italiano non correttissimo ma efficacie. “Regolarmente è da vedere, rispose piccata la vedova “ – che continuò: “Il giorno del funerale non capivo niente “tanto dal dolore”… i miei figli non sapevano nulla che avevo comprato il loculo n.5 quello in basso al centro, e invece il povero Aldo è finito all’ultimo piano… e mica si fa così! Il giorno dopo sono venuta a lamentarmi qui al cimitero e Minguccio mi ha detto qual’era stato “l’umbruogghi”… ordini dall’alto, ha detto Minguccio! Mi ha detto di non dire niente a nessuno ma a voi lo posso dire, anzi già te l’ho detto … l’ordine a Minguccio è arrivato dall’ingegnere Moretti, quello che sta sul Comune … Per questo sono andata al Comune dall’ingegnere che mi ha detto che ’l’ordine è arrivato dall’assessore Porcari. Ma io non mi sono fermata, io sono una combattente nata…” “E siete andata dall’assessore Porcari, naturalmente …?” - l’ anticipò l’architetto che stava ascoltando l’accorata ricostruzione “dell’imbruogghi” sempre più impazientemente . “E certo che si, e anche Porcari mi ha detto di non dire niente a nessuno ma a voi lo posso dire, visto che già lo sapete perchè la “pressione” l’avete fatta voi caro architetto, così mi ha detto l’assessore …” “Io? “ domandò in maniera falsamente sorridente Russo, tentando di sminuire la catena umana della comunicazione berlandiese come analiticamente descritta dalla vedova. “Vedi architetto, - continuò la signora Castelletti - io conoscevo molto bene vostro padre e non sarebbe orgoglioso di quello che hai fatto .. comunque, io non ho fatto le scuole alte ma oggi non c’è più Mussolini e le regole sono regole per tutti, mi avete capito .. vero? ” “Si, è vero Mussolini non c’è più e ….” - riuscì a stento replicare Federico Russo che la vedova si accavallò. “ Due giorni prima che il mio Aldo stava per salire in cielo, perché in cielo è salito … io avevo chiesto a “Minguccio” il camposantiere, di preparami il loculo in basso, il numero cinque, come ti ho detto, non quello in alto … E Minguccio non ha fatto una piega perché dalla pianta dei loculi, con la firma dell’assessore, così stava scritto. Poi Minguccio, quant’è vero Dio, mi ha detto che non c’era ancora la delibera comunale di assegnazione “ma quelli del Comune ci mettono almeno un mese a farla, stanno là ad asciugare gli scogli!, stai tranquilla la deliberà è solo una formalità !” Se c’era qualche problema, penso io, l’assessore non avrebbe firmato, che dite archité?” “Io on dico niente e poi ho veramente una fretta dannata e non mi sembra questo un argomento da trattare qui …” A questo punto Federico Russo si accorse di aver fatto un altro clamoroso autogol, perché riuscì a stimolare le poche ma pungenti deduzioni di uno dei fratelli Castelletti, Vito, quello leggermente più alto, rimasto con Rocco in rispettoso silenzio ad ascoltare l’arringa della temuta madre sino a quel momento.
Posted on: Sat, 03 Aug 2013 17:48:48 +0000

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