(marco filippa) (...) Ho la presunzione di dire che siamo parte - TopicsExpress



          

(marco filippa) (...) Ho la presunzione di dire che siamo parte di un’umanità che va troppo verso la linea orizzontale (penso al Franco Battiato di Inneres auge che peraltro condivideva non poco con Claudio Rocchi) e troppo poco verso quella verticale. Credo s’immaginino nemici ovunque quando si è poco abituati a considerare il valore dell’amicizia; sarò pedante e obsoleto ma penso che dobbiamo lavorare per tutto ciò che può aiutare ad elevarci e non ultimo a rifar diventare la buona educazione un valore, non una faccenda di altri tempi. Sono un conservatore, forse sì se questo significa non buttare a mare tutto. L’arte è da sempre per me un valore e quest’anno scommettiamo, forse per l’ultima volta, in un progetto dal titolo (una premonizione?) Futuro. In realtà, come ben sai avendo letto il nostro incipit, il concetto è inteso ampiamente e riguarda anche le molteplici concezioni del tempo. Julian Barbour parla di infiniti adesso e sono sempre più propenso a pensare che ci siano solo trasformazioni anche se, un prima e un dopo, sono in qualche modo inevitabili. Qual è il tuo pensiero adesso? (susanna schimperna) E’ confuso. Sono affascinata da sempre dal tempo, dai suoi paradossi. Vivo personalmente il tempo in un modo bizzarro, tanto che chi mi conosce dice che ho “problemi” col tempo. Per esempio, il passato per me è sempre presente, proprio a livello emotivo. A prescindere dalla mia “sindrome di Dostoevskij”, comunque, ti sei accorto quanti richiami continui a “non dimenticare il passato”, a un paese che “se non ha passato non avrà futuro”, allo “studio del passato”, a “conservare la memoria”? Di nuovo chiacchiere vuote, schizofreniche. Del passato, se va bene, sappiamo quello che ci raccontano i libri di scuola: alleanze tra potenti, guerre, spartizioni territoriali. Il vero passato è invece capire come si viveva, cosa si pensava, per che cosa ci si svegliasse la mattina, quali fossero le prospettive, le paure, i tabù. Parlando del tempo, non è curioso per esempio sapere che fino a poche centinaia di anni fa nove persone su dieci non sapessero in che epoca stavano vivendo, in che secolo? Certo che se ci interessassimo davvero al passato dovremmo cambiare completamente modo di vivere, di scrivere, di essere. Pensa quanti libri in meno… perché è già stato detto quasi tutto, e a leggere, che so, un Montaigne, si capisce che molti opinionisti, moderni filosofi, psicologi e sociologi, più che scoprire l’acqua tiepida non fanno. Passando al “tutto ciò che può contribuire ad elevarci”, come dici tu, ecco, si tratta delle stesse cose che ci aiuteranno parallelamente a farci capire il mondo e a stare meglio, a sollevare anche il nostro stato d’animo dalla melma di cui parlavo. Amicizia, amore, senso di fratellanza, educazione – che poi coincide col comportarsi in modo da non offendere e non umiliare gli altri – sono elementi fondamentali per elevarci. Ma richiedono grande coraggio: il coraggio di essere diversi, di non appecoronarsi. E di offrirsi nudi, senza difese, senza maschere. (dallintervista che mi ha fatto larchitetto Marco Filippa per la rivista «Future», nellambito del progetto «En Plein Air»)
Posted on: Tue, 03 Dec 2013 18:13:57 +0000

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