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#maresca La camorra è organizzata in modo pulviscolare con centinaia di famiglie, o clan, ognuna delle quali è più o meno influente a livello territoriale in quasi tutti i comuni della provincia di Napoli e in molti comuni della regione, in particolare della provincia di Caserta. Queste organizzazioni si uniscono e si dividono con grande facilità rendendo ulteriormente difficoltoso il lavoro di smantellamento degli inquirenti e delle forze dellordine. Questa struttura, caratteristica della camorra fin dal dopoguerra, fu sostituita solo in una occasione e solo temporaneamente: durante la lotta tra Nuova Camorra Organizzata (NCO) e Nuova Famiglia (NF), un conflitto scatenato da Raffaele Cutolo nel corso del quale la stragrande maggioranza dei clan dovette scegliere con chi schierarsi pena la dissoluzione certa. Tutte le volte che si è tentato di riorganizzare la camorra con una struttura gerarchica verticale si è preso come modello Cosa Nostra. Questi tentativi sono sempre falliti per la tendenza dei capi delle varie famiglie a non ricevere ordini dallalto. Per tale ragione è improprio parlare di camorra come un fenomeno criminale unitario e organico. Lo stesso termine camorra, quale entità criminale unitaria, è fuorviante, data la natura estremamente frammentata e caotica della malavita napoletana. Fanno eccezione alcuni determinati cartelli di alleanze, come quello dei Casalesi che è formato da una struttura verticistica composta da una dozzina di cosche con a capo 3 famiglie (Schiavone, Bidognetti, Zagaria-Iovine) ed una cassa comune, o come lAlleanza di Secondigliano. Ma anche allinterno di questi stessi cartelli sono nate, negli anni, violente faide che hanno coinvolto le stesse famiglie interne ai gruppi. La camorra ha ispirato diversi autori cinematografici e televisivi, che ne hanno tratto racconti e documentari a partire dalla metà del XX secolo. Televisione Storie della camorra, uno sceneggiato televisivo in sei puntate, trasmesso dalla Rai nel maggio-giugno 1978 e liberamente ispirato al libro di Vittorio Paliotti, La camorra. Il cast era composto da circa un centinaio di attori, fra i quali Mariano Rigillo, Guido Alberti, Massimo Ranieri, Ferruccio De Ceresa, Luigi Vannucchi, Silvano Tranquilli, Ivo Garrani, Isa Danieli, Luigi De Filippo, Angela Luce. La squadra, serie televisiva ambientata a Napoli che racconta le vicende di un commissariato di zona. La nuova squadra, serie tv andata in onda su RaiTre, narra le vicende del commissariato di Spaccanapoli, quartiere di Napoli. Il clan dei camorristi, con Stefano Accorsi, Giuseppe Zeno, Francesca Beggio serie tv in onda su Canale 5, narra le vicende del Clan dei Casalesi. Pupetta - Il coraggio e la passione, con Manuela Arcuri, Barbara De Rossi, Eva Grimaldi miniserie tv in onda su Canale 5 narra la storia di Assunta Maresca detta Pupetta, prima donna boss della camorra. Gomorra di Stefano Sollima, trasposizione televisiva del romanzo omonimo di Roberto Saviano in onda sui canali Sky Cinema nel 2014. Cinema I contrabbandieri del mare, 1948. Regia di Roberto Bianchi Montero. Con Rossano Brazzi, Carlo Ninchi, Claudio Gora, Elena Zareschi. Processo alla città, 1953. Regia di Luigi Zampa. Con Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Mariella Lotti, Paolo Stoppa. La sfida, 1957. Regia di Francesco Rosi. Con Rosanna Schiaffino, José Suarez, Nino Vingelli. Lo sgarro, 1962. Regia di Silvio Siano. Con Gérard Blain, Giordana Miletic, Charles Vanel, Saro Urzì. Le mani sulla città, 1963. Regia di Francesco Rosi. Con Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti. Camorra, 1972. Regia di Pasquale Squitieri. Con Fabio Testi, Jean Seberg, Raymond Pellegrin, Charles Vanel, Lilla Brignone, Enzo Cannavale. La legge della camorra, 1973, Regia di Demofilo Fidani. Con Jeff Cameron, Raffaele Di Mario Sgarro alla camorra, 1973. Regia di Ettore Maria Fizzarotti. Con Mario Merola, Franco Acampora, Dada Gallotti. I guappi, 1974. Regia di Pasquale Squitieri. Con Claudia Cardinale, Franco Nero, Fabio Testi. Napoli violenta, 1976. Regia di Umberto Lenzi. Con Maurizio Merli, John Saxon, Barry Sullivan, Elio Zamuto. Napoli spara!, 1977. Regia di Mario Caiano. Con Henry Silva, Leonard Mann, Jeff Blinn, Evelin Stewart. Napoli si ribella, 1977. Regia di Michele Massimo Tarantini. Con Luc Merenda, Enzo Cannavale, Adolfo Lastretti. Onore e guapparia, 1977. Regia di Tiziano Longo. Con Pino Mauro, Laura Grey, Mario Carretta. La mazzetta, 1978. Regia di Sergio Corbucci. Con Nino Manfredi, Paolo Stoppa, Imma Piro, Ugo Tognazzi. Lultimo guappo, 1978. Regia di Alfonso Brescia. Con Mario Merola, Walter Ricciardi, Luciano Catenacci. Napoli... serenata calibro 9, 1978. Regia di Alfonso Brescia. Con Mario Merola, Nick Jordan, Ria De Simone. I contrabbandieri di Santa Lucia, 1979. Regia di Alfonso Brescia. Con Mario Merola, Antonio Sabato, Edmund Purdom, Nunzio Gallo. I guappi non si toccano, 1979. Regia di Mario Bianchi. Con Gabriele Tinti, Paola Senatore, Pino Mauro, Richard Harrison, Marisa Laurito. Napoli, Palermo, New York il triangolo della camorra, 1981. Regia di Alfonso Brescia. Con: Mario Merola, Renato Rossini, Massimo Mollica, Liana Trouche, Guido Leontini, Guido Alberti Mi manda Picone, 1983. Regia di Nanni Loy. Con Giancarlo Giannini e Lina Sastri. Guapparia, 1984. Regia di Stelvio Massi. Con Mario Merola, Ida Di Benedetto, Marzio Honorato, Ria De Simone. Ternosecco, 1985. Regia di Giancarlo Giannini. Con Giancarlo Giannini, Lino Troisi. Il camorrista, 1986. Regia di Giuseppe Tornatore. Con Ben Gazzara, Laura del Sol, Leo Gullotta, Nicola Di Pinto. Un complicato intrigo di donne vicoli e delitti, 1986. Regia di Lina Wertmüller. Con Ángela Molina, Harvey Keitel. Scugnizzi, 1989. Regia di Nanni Loy. Con Leo Gullotta, Aldo Giuffrè, Imma Piro. Luna rossa, 2001. Regia di Antonio Capuano. Con Licia Maglietta, Carlo Cecchi, Italo Celoro. La vita degli altri, 2002. Regia di Nicola De Rinaldo. Con Renato Carpentieri. Il latitante, 2003. Regia di Ninì Grassia. Con Karim Capuano, Tony Sperandeo, Nicola Di Pinto, Barbara Chiappini. Gomorra, 2008. Regia di Matteo Garrone. Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Ciro Petrone. Tratto dal romanzo omonimo di Roberto Saviano. Fortapàsc, 2009. Regia di Marco Risi. con Libero De Rienzo, Michele Riondino, Massimiliano Gallo, Valentina Lodovini. Il film narra la biografia di Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra. Note Secondo scrittori come Marc Monnier, rettore della Università di Ginevra e tra i primi ad aver dedicato un testo sulla camorra e ad averla analizzata[22], il termine camorra deriverebbe da gamurra e avrebbe origine non napoletana. La prima citazione del termine si ha infatti in un documento medievale pisano. Una delle ipotesi storiche della camorra vede questa nascere e svilupparsi in periodo medievale nei quartieri portuali della città di Cagliari e intorno al XIII secolo, quando era necessario per Pisa, che allora regolava la politica del luogo, controllare gli isolani ed evitare che questi potessero unirsi e creare sommosse. Furono usate bande di mercenari isolani armati, il cui compito era quello di pattugliare i diversi borghi e mantenere così lordine pubblico[23][24][25][26][27][28][29][30] Tale gestione di potere passerà dalle mani dei governanti pisani a quelle dei governanti di Aragona: protettorato, gabelle, gioco dazzardo e tangenti forniranno loro le entrate necessarie per mantenere in piedi tale organizzazione malavitosa. Secondo questa ipotesi i gruppi di mercenari lasciano Cagliari e raggiungono la Campania e vi si stabiliscono nel XVI secolo, durante la dominazione spagnola. A differenza delle altre organizzazioni criminali, diffuse soprattutto in campagna, la camorra attecchisce velocemente in città, nei quartieri più popolosi. Queste bande infatti commettevano illeciti ai danni delle povere persone del popolo, come raccontato in un documento dellepoca: « [...] cacciavano loro dai pidocchi [...] » (dal libro Potere camorrista di Gigi Di Fiore) La Bella Società Riformata Uomini e donne della camorra sfregiati (disegni del 1906). Nel 1820 la “Bella Società Riformata” (cioè confederata) si costituì ufficialmente, riunendosi nella chiesa di Santa Caterina a Formiello a Porta Capuana. Per accedere allorganizzazione era previsto un vero e proprio rito di iniziazione definito zumpata (o dichiaramento) che consisteva in una sorta di duello rusticano. Questo si spiega soprattutto con il fatto che i camorristi ebbero sempre lambizione di imitare i nobili. Impiegando il coltello piuttosto che la spada cercavano di dimostrare il loro valore in questa sorta di scontri. Le fasi preliminari della zumpata erano lappìcceco, il litigio, il ragionamento, tentativo di composizione della controversia, banchetto e poi duello. Se il combattimento allarma bianca si poteva tenere in una qualsiasi zona affollata lutilizzo di una pistola richiedeva, invece un luogo solitario. Raffaele Cutolo più tardi, nella sua opera di ristrutturazione della camorra organizzata, introdurrà rituali molto simili a quelli che Tommaso Buscetta dichiarerà per liniziazione del mafioso allinterno della mafia siciliana. In origine il sodalizio si occupa principalmente della riscossione del pizzo da alcuni dei numerosi biscazzieri, che affollano le strade dei quartieri popolari di Napoli. Ben presto, però, conseguentemente allunità dItalia, il fenomeno dilaga e le estorsioni iniziano a danneggiare la quasi totalità dei commercianti. Nonostante le violenze ed i crimini perpetrati, i camorristi godono della benevolenza del popolo al quale, in una situazione come quella post-unitaria di totale disinteresse delle istituzioni per i problemi sociali, garantiscono un minimo di giustizia. Tra le principali fonti di risorse economiche della camorra si ricordano: Il “Barattolo” che era la percentuale di circa il 20% sugli introiti dei biscazzieri; lo “Sbruffo” era, invece, la tangente su tutte le altre attività (dai facchini ai venditori ecc.); un particolare regime di tassazione per la prostituzione; il gioco piccolo (una sorta di Lotto) Secondo Marc Monnier, la camorra fu rispettata, usata spesso sotto i Borbone fino al 1848. Essa formava una specie di polizia scismatica, meglio istruita sui delitti comuni della polizia ortodossa, che occupavasi soltanto dei delitti politici. [...] Inoltre la camorra [...] era incaricata della polizia delle prigioni, dei mercati, delle bische, dei lupanari e di tutti i luoghi malfamati della città.[31] LUnità dItalia Quando nel 1860, Garibaldi sbarcò in Sicilia, la camorra ne approfittò appoggiando i Savoia contro la dinastia regnante dei Borbone. La ricompensa nella politica camorristica fu concordata con i malavitosi dal ministro dellinterno Liborio Romano, il quale lasciò il controllo di Napoli alla camorra durante la fase di transizione del regno, al fine di evitare possibili rivoluzioni incoraggiate dai Borbone in esilio. Il nuovo ministro degli interni del nuovo Regno dItalia, Silvio Spaventa, ruppe con la camorra e cercò di estirpare il fenomeno e ripristinare la legalità. Solo nei primi del XX secolo, lo Stato riuscirà a reagire allo strapotere della cosiddetta Bella Società Riformata, la quale vantava solide amicizie tra i politici dellItalia unita. Nel 1911, si tenne a Viterbo il processo Cuocolo per lomicidio di Gennaro Cuocolo e Maria Cutinelli e, grazie alle confessioni del camorrista pentito Gennaro Abbatemaggio, vennero inflitte severe pene ai maggiori esponenti dellorganizzazione. La sera del 25 maggio 1915, nelle Caverne delle Fontanelle, nel popolare rione Sanità, i camorristi, presieduti da Gaetano Del Giudice, decretarono lo scioglimento della Bella Società Riformata; in realtà lassociazione era già stata decimata nel corso del processo Cuocolo. La dittatura fascista e il dopoguerra Mussolini, dittatore fascista a partire dal 1922, sottovalutò il fenomeno camorristico, tanto che concesse la grazia a molti dei camorristi condannati a Viterbo, sicuro che nel nuovo assetto dittatoriale questi non avrebbero costituito più un pericolo. In realtà, la camorra restò in sordina, in attesa di tempi per lei migliori, ma non scomparve. È nel secondo dopoguerra che la camorra inizia ad assumere le caratteristiche riscontrabili attualmente. Il soggiorno obbligato a Napoli, imposto dal governo degli U.S.A. al boss di Cosa nostra americana Lucky Luciano contribuì al superamento della dimensione locale del fenomeno e allinserimento dei camorristi campani nei grandi traffici illeciti internazionali, quali il contrabbando di sigarette in collegamento con il clan dei marsigliesi. Tuttavia, in questa fase, la camorra non ha la struttura verticistica che la caratterizzava nei secoli precedenti, né tanto meno ha un potere decisionale sugli affari che svolge con la mafia, per i quali molto spesso è solo un vettore e si presenta come una pluralità di famiglie più o meno legate tra loro. È ancora lepoca della camorra dei campi e dei mercati. Infatti, una delle figure di spicco del periodo è Pascalone e Nola (Pasquale Simonetti, detto Pasqualone per il suo grosso fisico e da Nola per le sue origini), un camorrista che controllava il racket dei mercati generali di Napoli, la cui uccisione sarà poi vendicata da sua moglie Pupetta Maresca (Assunta Maresca detta Pupetta), il cui processo penale avrà uneco di livello nazionale. Per approfondire, vedi Pasquale Simonetti e Assunta Maresca. La Nuova Camorra Organizzata « Nel Sistema camorra lomicidio risulta necessario, è come un versamento in banca, come lacquisto di una concessionaria, come interrompere unamicizia. [...] Ma uccidere un prete, esterno alle dinamiche di potere, faceva galleggiare la coscienza. » (Roberto Saviano, Gomorra) Negli anni settanta, dal carcere di Poggioreale, nel quale è rinchiuso per omicidio, Raffaele Cutolo (detto o Professore perché uno dei pochi in carcere a saper leggere e scrivere) inizia a realizzare il suo progetto: ristrutturare la camorra come organizzazione gerarchica in senso mafioso, sfruttando il nuovo business della droga; nasce così la Nuova Camorra Organizzata (N.C.O.). Lo strapotere raggiunto dalla NCO inizia a preoccupare le vecchie famiglie che si riuniscono sotto il nome di Nuova Famiglia (NF), per portare guerra alla camorra cutoliana. La guerra tra le due organizzazioni criminali è spietata e si conclude nei primi anni ottanta con la sconfitta della NCO. Le vittime sono molte centinaia, tra esse anche molti innocenti. Ben presto anche la NF smette di esistere, per il venir meno della ragione che aveva spinto le famiglie allalleanza. In questa fase ci fu anche una connessione generata dal Caso Cirillo tra camorra e Brigate Rosse. Per approfondire, vedi Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia. Anni novanta Nel 1992 ci prova il boss Carmine Alfieri a dare alla malavita organizzata campana una struttura verticistica creando la Nuova Mafia Campana (NMC), anchessa scomparsa dopo poco tempo, ma nel corso degli anni novanta la camorra rafforza la sua struttura di tipo orizzontale (con varie bande territoriali più o meno in lotta tra loro) non verticistica fatta eccezione per alcuni pochi cartelli, tra cui il clan dei casalesi che ha struttura verticistica ed è formato da una dozzina di clan con una cassa comune. Operazione Partenope Loperazione Partenope nella quale vennero impiegati 500 soldati dellesercito italiano iniziò il 18 febbraio 1994 e fu interrotta il 15 dicembre 1995. Ripresa il 14 luglio 1997 cessò definitivamente il 30 giugno 1998. Loperazione ebbe risvolti positivi ma, essendo di minor portata rispetto ad altre missioni simili (Operazione Vespri siciliani, Operazione Riace, Operazione Salento), non riuscì a debellare il fenomeno camorristico, avendo comunque dei risultati nel ridurre la microcriminalità nella città partenopea. Anni duemila La camorra è ancora considerata una delle maggiori piaghe del meridione dItalia, al tempo stesso causa ed effetto di gran parte dei problemi socio-economici della Campania. Il suo potere, dovuto anche ad appoggi di tipo politico, le consente il controllo delle più rilevanti attività economiche locali, in particolare modo nella provincia di Napoli. Oggi la camorra conta migliaia di affiliati divisi in oltre 200 famiglie attive in tutta la Campania. Sono segnalati insediamenti della camorra anche allestero, come in Olanda, Spagna, Portogallo, Romania, Francia, Repubblica Dominicana e Brasile, Germania, Polonia, Russia, Albania. I gruppi si dimostrano molto attivi sia nelle attività economiche (infiltrazione negli appalti pubblici, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio di denaro sporco, usura e traffico di droga) sia sul fronte delle alleanze e dei conflitti. Quando infatti un clan vede messo in discussione il proprio potere su una determinata zona da parte di un altro clan, diventano molto frequenti omicidi e agguati di stampo intimidatorio. Grande risalto ha avuto negli anni 2004 e 2005 la cosiddetta faida di Scampia, una guerra scoppiata allinterno del clan Di Lauro quando alcuni affiliati decisero di mettersi in proprio nella gestione degli stupefacenti, rivendicando così una propria autonomia e negando di fatto gli introiti al clan Di Lauro, del boss Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo o milionario. Ma questa faida non è lunica contesa tra clan sul territorio napoletano. Numerose sono le frizioni e gli scontri tra le decine di gruppi che si contendono le aree di maggiore interesse. A cavallo tra il 2005 e il 2006 ha destato scalpore nella cittadinanza e tra le forze dellordine la cosiddetta faida della Sanità, una guerra di camorra scoppiata tra lo storico clan Misso del rione Sanità ed alcuni scissionisti capeggiati dal boss Salvatore Torino, vicino ai clan di Secondigliano; una quindicina di morti e diversi feriti nel giro di due mesi. Per quanto riguarda larea a nord della città (quella da sempre maggiormente oppressa dai gruppi criminali), tra i quartieri di Secondigliano, Scampia, Piscinola, Miano e Chiaiano, resta sempre forte linfluenza del cartello camorristico detto Alleanza di Secondigliano, composto dalle famiglie Licciardi, Contini, Prestieri, Bocchetti, Bosti, Mallardo, Lo Russo, Stabile e con gli stessi Di Lauro quali garanti esterni (molto spesso, infatti, gli uomini di Ciruzzo o milionario, si sono interposti tra le liti sorte fra le varie famiglie del cartello, evitando possibili guerre). Per le zone centrali della città (centro storico, Forcella) resta ben salda lalleanza tra i clan Misso, Sarno e Mazzarella, che controllano praticamente tutta larea ad est di Napoli, dal centro fino al quartiere periferico di Ponticelli, facilitati anche dalla debacle del clan Giuliano di Forcella, i cui maggiori esponenti (i fratelli Luigi, Salvatore e Raffaele Giuliano) sono diventati collaboratori di giustizia. Nellaltra zona calda del centro di Napoli, le zone del quartiere Montecalvario, dette anche Quartieri Spagnoli, dopo le faide di inizio anni novanta tra i clan Mariano (detti i picuozzi) e Di Biasi (detti i faiano), e tra lo stesso clan Mariano e un gruppo interno di scissionisti capeggiato dai boss Salvatore Cardillo (detto Beckenbauer) e Antonio Ranieri (detto Polifemo, poi ammazzato), la situazione sembra essere tornata in un clima di relativa normalità, grazie anche al fatto che molti boss storici di quei vicoli sono stati arrestati o ammazzati. La zona occidentale della città non è da meno per quanto riguarda numero di clan e influenza sul territorio. Tra le aree più calde si trovano il Rione Traiano, Pianura (quartiere di Napoli), e lo stesso quartiere Vomero, per anni definito quartiere-bene della città e considerato immune alle azioni dei clan, oggi preda di almeno quattro clan in guerra e saccheggiato dalla microcriminalità comune. Da citare, il cartello denominato Nuova camorra Flegrea, che imperversa a Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano e Soccavo, ma che ha subito un duro colpo dopo il blitz del dicembre 2005, quando vi furono decine di arresti grazie alle rivelazioni del pentito Bruno Rossi detto il corvo di Bagnoli. A Pianura (quartiere di Napoli) vi è stata in passato una violenta faida tra i clan Lago e Contino-Marfella, che ha portato a numerosi omicidi, tra i quali quello di Paolo Castaldi e Luigi Sequino, due ragazzi poco più che ventenni uccisi per errore da un gruppo di fuoco del clan Marfella, perché stazionavano sotto la casa di Rosario Marra, genero del capoclan Pietro Lago ed erano, quindi, sospetti. Nella vasta area metropolitana ormai urbanisticamente saldata alla città, sono numerose le zone in mano ai gruppi camorristici, non solo per quanto riguarda i campi classici nei quali opera un clan mafioso (estorsioni, usura, traffico di droga), ma anche per quanto riguarda le amministrazioni comunali e le decisioni politiche (si vedano i numerosi comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche). Una delle zone più soggette al potere camorristico è il comprensorio vesuviano e nolano. Nelle altre province della regione, lunica provincia che eguaglia Napoli per influenza della camorra sul territorio è sicuramente Caserta, in mano al gruppo dei Casalesi, un cartello criminale di portata internazionale (come riferito dalle ultime relazioni di DIA e DDA di Caserta e Napoli) gestito dalle famiglie Schiavone e Bidognetti (che hanno ereditato il potere di Bardellino) e dalle altre famiglie alleate che fungono da referenti per le varie province. Forme di camorra locale meno invasive rispetto a Napoli e Caserta sono presenti anche nella periferia di Salerno nel quartiere Mariconda dove è presente lo spaccio di sostanze stupefacenti[32], nellAgro nocerino sarnese[33], in provincia di Avellino dove sono egemoni i clan Cava e Graziano, e in provincia di Benevento[34][35][36]. Il 7 febbraio 2008 viene arrestato il boss Vincenzo Licciardi, tra i 30 latitanti più pericolosi dItalia. Era considerato il capo dellalleanza di Secondigliano.[37] Il ritorno al contrabbando di sigarette è dovuto ai recenti cambiamenti avvenuti allinterno di alcuni gruppi di camorra. In particolare lattività è risorta nellarea nord di Napoli, dove opera il gruppo formato dai Sacco-Bocchetti-Lo Russo che, uscito dallalleanza di Secondigliano, ha recuperato parecchio spazio e deciso di investire in questa attività, visto che i canali della droga sono controllati da altri gruppi, in particolare quello degli Amato-Pagano. A Napoli città il fenomeno è ancora limitato anche se in crescita, soprattutto nella zona dei Mazzarella (Mercato e Case Nuove). StrutturaModifica La camorra è organizzata in modo pulviscolare con centinaia di famiglie, o clan, ognuna delle quali è più o meno influente a livello territoriale in quasi tutti i comuni della provincia di Napoli e in molti comuni della regione, in particolare della provincia di Caserta. Queste organizzazioni si uniscono e si dividono con grande facilità rendendo ulteriormente difficoltoso il lavoro di smantellamento degli inquirenti e delle forze dellordine. Questa struttura, caratteristica della camorra fin dal dopoguerra, fu sostituita solo in una occasione e solo temporaneamente: durante la lotta tra Nuova Camorra Organizzata (NCO) e Nuova Famiglia (NF), un conflitto scatenato da Raffaele Cutolo nel corso del quale la stragrande maggioranza dei clan dovette scegliere con chi schierarsi pena la dissoluzione certa.
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 21:12:26 +0000

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