- L’attenzione politica verso le malattie e fatta secondo una - TopicsExpress



          

- L’attenzione politica verso le malattie e fatta secondo una logica molto semplice: il consenso dell’opinione pubblica e l’incasso elettorale in termini di voti, punto e basta. Poi ci possono essere eccezioni alla regola in qua e la, e sono quelle il cui sviluppo può determinare il cambiamento nelle scelte di breve, media e lunga durata: sono le ultime a far la differenza e lasciare traccia nei costumi e abitudini oltre ad avere un riscontro, positivo o meno, sulla nostra salute. Il nostro sistema sanitario “pubblico” assomiglia a una allegoria del totocalcio: un gioco a sistema con cui potevi vincere una quota del montepremi centrando tredici e dodici risultati delle partite di calcio del campionato italiano. Solitamente le vincite erano bassine e come sempre succede in questi casi si spende ma non si incassa e manco si guarda a chi passa. Oggi facciamo i conti coi conti e naturalmente il diabete essendo una malattia ad alto gradimento popolare viene posta al centro di mille attenzioni e revisioni con uno scenario, proprio a causa dell’impatto economico a carico delle collettività, che non ha un rientro positivo in termini di prevenzione, controllo e miglioramento dello stato dei malati. Ancora una volta la questione centrale è data dal fatto che il diabete è visto come una malattia per vecchi e spesso combinata con altre patologie. Siccome nella stragrande maggioranza dei casi c’è una forma di avversione, resistenza alla malattia. E non si può negare l’evidenza, ma semmai fare una riflessione semplice e concreta. E’forte e congrua l’attenzione verso il diabete tipo 1, e con particolare riferimento all’esordio e crescita della malattia nel corso dell’infanzia e adolescenza, in Italia? No. Senza stare a fare tre miliardi di considerazioni e valutazioni dico solo che la situazione italiana è fatta a macchia di leopardo (un poco sbiadito), ci sono posti d’eccellenza, altri galleggianti e una parte non valutabili. Ma detto ciò c’è un fatto per cui oggi voglio richiamare l’attenzione. Fa parte della voce microinfusori, un recente studio ha ancora una volta evidenziato come le pompe per insulina controllano lo zucchero nel sangue dei bambini con diabete di tipo 1 più efficacemente delle iniezioni, secondo il più grande studio promosso sinora sull’efficienza del dispositivo che, oltre a essere risultato maggiormente valido tra i piccoli pazienti, ha causato anche minori complicanze. La ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Diabetologia’ lo scorso 19 agosto, e’ stata realizzata da Elizabeth Davis del Princess Margaret Hospital for Children di Perth. L’indagine ha coinvolto un gruppo di 345 pazienti di eta’ media undici anni. I bambini trattati con la pompa – o microinfusore – hanno mostrato una riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1c) dello 0,6 per cento. Un miglioramento del controllo glicemico che e’ rimasto significativo fino a sette anni di follow-up. Il microinfusore nella sua struttura è composto dall’apparecchio, una cannula di lunghezza varia (da 60 cm a più) e una catetere inserito sotto pelle. Naturalmente accettare la vita con il micro richiede impegno e responsabilità sia per la gestione dello strumento che complessivamente del diabete, inoltre per ragazzi, bimbi e giovani non sempre tutto questo riesce: ci si può spazientire o perdere fiducia e inoltre avere addosso un aggeggio con una cannula lunga 60 cm rappresenta un impaccio per un età, come quella infantile e adolescenziale, che richiede libertà di movimento tanto per cominciare. Oggi ci sono diverse soluzioni: quelle già presenti tra noi sono proposte coi microinfusori dell’Animas, Medtronic, Roche e Dana. Ma ce ne sono altre assenti come: a)Asante Snap Pump, il quale utilizza cartucce di insulina pre-riempite così gli utenti possono evitare il processo di ricarica, che richiede tempo (in particolare per diabetici non vedenti e con difficoltà funzionali) e rischio di contaminazione. b) Tandem Diabetes Care t:slim, usa una, batteria interna ricaricabile comunemente utilizzata dai telefoni cellulari. Altre pompe per insulina utilizzano batterie a secco monouso (cioè AAA). La t: slim ® si ricarica tramite un cavo mini USB. c) Ed infine Insulet Omnipod, l’unico fissato direttamente alla pelle col suo set di infusione e un serbatoio preriempito, eliminando il tubo di collegamento alla pompa. Ecco perché organizziamo la raccolta di adesioni per una petizione rivolta al Ministro della Salute e organizzazione della sanità nazionali, AGENAS in testa. L’introduzione in Italia dei predetti dispositivi medici, oltre a quelli già presenti, costituirà un indubbio ulteriore miglioramento per la vita dei diabetici in trattamento con il microinfusore d’insulina.
Posted on: Thu, 05 Sep 2013 15:00:50 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015