3) VERISIMILE? Il mondo della vita, il mondo del senso comune, la partita di pallone, la cena con gli amici, i regali di natale, i libri sulla mensola, sono la vita nella sua pienezza e certezza. La vita è qui e ora. Non è un imperativo simile al carpe diem, ma è un accenno al fatto che il mondo della vita è traboccante di certezze e verità. Le difficoltà, le incertezze e la mancanza di oggettività è consuetudine nel divenire poiché il divenire è il contenitore che nutre e racchiude le diversità ineliminabili. Vico, per contrastare la mentalità scientifica e illuminista votata alla ricerca della verità e dell’unicità, fu costretto a definire il mondo del senso comune verisimile e probabile. Il pensiero da Cartesio in avanti aveva già deciso: l’uomo è un “io penso” come unica certezza su cui costruire il ragionamento e il mondo della vita è aleatorio e dozzinale e si fonda su certezze incerte. L’incomprensibilità, l’inaccettabilità della diversità e l’incapacità di comprensione separarono come consuetudine il mondo della vita dalla ricerca filosofica, il pensiero dalla realtà, la mente dal corpo, l’io-soggetto da ciò che lo circondava. A Vico restò il verisimile in cui cercare risposte. Il linguaggio stesso definì com’era il mondo del senso comune: probabile e verisimile. Nel mondo del senso comune non ci fu più certezza e verità. F0 ha proprio il compito di rifondare il linguaggio, la mentalità e il pensiero. L’essere umano secondo il senso comune, pur non conoscendo Cartesio o Kant vive di certezze quando fa un soffritto, quando corre sulla spiaggia, quando si cambia i calzini. Se l’identità stessa del senso comune è caratterizzata dall’inconsapevolezza di essere senso comune questo non vuole dire che le certezze proprie del mondo del senso comune siano aleatorie. Se il mondo del senso comune è niente più di qualcosa di probabile, allora come sono possibili le certezze degli individui che lo popolano? Eliminando la riducibilità a un pensiero unico e permettendo il proliferare della diversità, utilizzando come collante la condivisione, proponendo lo sviluppo individuale, seguendo un’etica della virtù, il senso comune sarebbe in grado di svilupparsi autonomamente in modo costruttivo e migliorativo. Il senso comune ha sempre avuto una vita propria poiché la filosofia e il pensiero accademico non l’ha mai considerato come interlocutore, ma solo come regno dozzinale della vita più becera e incontrollabile. Se la filosofia avesse parlato al mondo, se avesse realmente comunicato con l’individuo del senso comune, se il pensiero filosofico fosse penetrato negli individui che testimoniavano quel pensiero, dopo Kant non ci dovrebbero essere state più guerre, così dopo Voltaire, così dopo tanti altri filosofi o pensatori così prodighi di insegnamenti e imperativi. Tutti parlavano all’essere umano cercando di dare verità e certezze ma tutti parlavano a un mondo ed agli abitanti di quel mondo non vedendoli nella loro piena identità. La matematica è certezza, perché noi impariamo a scuola che “ la matematica non è un opinione”. Ciò che è certo è tale non per assunto o scientifica verità ma perché noi impariamo così. Nella vita quotidiana non sempre 2 + 2 è uguale a 4, 4 è una certezza matematica che nel mondo della vita può non esistere. Se devo uscire con una ragazza e ho la certezza matematica che lei venga e questa certezza corrisponde a 4, può succedere che invece il risultato sia 3 o 6, cioè che lei non venga o che lei arrivi e mi mandi a quel paese. Il mondo della vita è però popolato e fondato su tantissime certezze che non avendo una dimostrazione diventano mal sicure. Il messaggio che ha lasciato Vico agli esseri umani è ciò che vuole riprendere F0. Nel mondo della vita manca la verità confermata dalla scienza, ma con tutto ciò che abbiamo (diritto, filosofia, scienza, etc…) siamo in grado nel mondo del probabile di costruire un sistema che metta in condizione l’individuo umano di vivere bene. Questo è il lascito di Vico, questo è uno dei punti di partenza di F0.
Posted on: Sun, 17 Nov 2013 10:44:01 +0000
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