4/11/2013 - LAMPEDUSA. UN MESE DOPO LA TRAGEDIA Migranti, la - TopicsExpress



          

4/11/2013 - LAMPEDUSA. UN MESE DOPO LA TRAGEDIA Migranti, la piaga dimenticata La Marina ne salva 200 al giorno Gli uomini della San Marco con alcuni migranti tratti in salvo Lo sfogo del ministro Alfano: “C’è la crisi, non possiamo accoglierli tutti” FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Era il 18 ottobre, venerdì, quando è iniziata ufficialmente la missione Mare Nostrum. Da poco più di due settimane ci sono alcune navi della Marina militare che presidiano il mare aperto a sud di Lampedusa. E i risultati sono eclatanti: in media, sono stati soccorsi almeno 200 migranti ogni giorno. Il conto più aggiornato parla di almeno 3500 persone soccorse. Arrivano a bordo di qualsiasi cosa galleggi: lance, gozzi, vecchi pescherecci, gommoni. Carrette del mare. Mettono a repentaglio la vita di donne e bambini. Eppure si lanciano nel Mediterraneo per fuggire dall’Africa, dai loro Stati in disfacimento, da guerre civili, dichiarate o striscianti, da regimi opprimenti, dalla miseria. Fino a un mese fa, e lo testimonia il dramma del naufragio di Lampedusa, gli italiani si prodigavano come potevano, ma partendo da terra. Li aspettavamo sotto costa con le motovedette della Capitaneria di Porto, con i natanti della Guardia di Finanza e anche con un paio di navi militari che d’istituto presidiano l’area di pesca verso la Tunisia e la Libia, ma che erano state dirottate in corsa a fronteggiare l’emergenza sbarchi. I migranti lo sapevano, e appena erano a portata di telefono, avvertivano di andarli a salvare. Ma ovviamente, così messe le cose, ogni giorno e ogni notte era una lotteria. C’era chi riusciva ad arrivare e chi drammaticamente affondava. I sopravissuti del naufragio dell’11 ottobre, ad esempio, raccontano affranti di quando diedero l’allarme. Vero. Ma siccome si trovavano a due ore di navigazione da Lampedusa, quando i mezzi della Capitaneria di Porto arrivarono, in tanti erano già andati a fondo. Con la predisposizione di Mare Nostrum il «punto di contatto», per stare alle terminologia militare, è molto più ravvicinato. E quindi il soccorso può essere immensamente più efficace. È evidente, dunque, che il bel tempo sta anche favorendo il traffico. Il mare è «forza olio», lo definiscono gli ufficiali di Marina. E finché le condizioni meteo saranno così favorevoli, quindi fino a metà della prossima settimana, è ragionevole attendersi almeno 200 persone a notte. «Per ora - dice intanto il contrammiraglio Guido Rando, al comando della missione, da bordo del San Marco - hanno la certezza che siamo qui a salvaguardia del bene supremo: la vita. Per noi è l’assoluta e inderogabile priorità». Tanta gente in salvo, di converso, rappresenta un problema non piccolo per il ministero dell’Interno, che deve organizzare l’accoglienza a terra. Finora sono stati interessati 5 porti (Pozzallo, Augusta, Porto Empedocle, Siracusa, Catania) dove le navi militari di volta in volta sono state indirizzate e dove le prefetture avevano preventivamente attivato le procedure di assistenza. Comunque lo si voglia considerare, è un esodo biblico. E si capisce il crescente nervosismo di Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno. Qualche giorno fa, al vertice in Belgio del partito popolare europeo, è sbottato: «L’Italia e l’Europa sono accoglienti, ma non possiamo accogliere tutti perché noi abbiamo già difficoltà con la crisi che stiamo tentando di superare ad assicurare un futuro dignitoso agli italiani e ai loro figli».
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 15:01:26 +0000

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