4. Geografia umana ed economica Le coste del M. e le aree - TopicsExpress



          

4. Geografia umana ed economica Le coste del M. e le aree immediatamente retrostanti sono per la maggior parte fittamente abitate, con densità particolarmente alte in alcuni tratti della Spagna e, ancor più, dell’Italia. Fa eccezione il litorale africano corrispondente alla Libia e all’Egitto, dove i caratteri climatici sahariani arrivano fino al mare (e sul quale tuttavia si affacciano la metropoli di Alessandria d’Egitto e qualche altra grande agglomerazione urbana). Il processo di addensamento lungo le coste, sensibile fin dall’antichità, è stato dovuto in parte a una certa repulsione esercitata dalle zone interne, spesso montuose fino in prossimità del mare, in parte all’attrazione del mare stesso quale tramite di traffici; tale processo si è accentuato nel corso del 20° secolo, sia per la bonifica di talune piane costiere paludose sia per l’intenso esodo da aree interne, montane e collinari, e per la migrazione verso centri litoranei sempre più valorizzati dalla crescita delle attività industriali, commerciali, turistiche. Sulle rive del M. sorgono numerosissime città: tra le maggiori, Barcellona, Marsiglia, Napoli, Atene, Alessandria d’Egitto, Algeri. I porti sono stati sempre numerosi nel M., mare che, nonostante vari periodi di decadenza, è risultato sempre interessato da traffici intensi. Quasi tutte le maggiori città costiere, specialmente quelle europee, svolgono importanti funzioni portuali e sono toccate da linee di navigazione che collegano i paesi mediterranei tra loro e con il resto del mondo. Emergono, tra i porti del M., Marsiglia, Genova e il Pireo (il grande sobborgo portuale di Atene), ma fanno registrare un notevole movimento marittimo e commerciale anche i porti spagnoli di Barcellona, Valencia, Algeciras, quelli italiani di Venezia, Trieste, Taranto, Napoli, Livorno, Palermo, e ancora Fiume, Salonicco, Haifa, Alessandria d’Egitto, Porto Said, Tunisi, Arzew, Algeri. A partire dalla metà del 20° sec., i traffici mediterranei hanno attraversato un periodo di rapida crescita (peraltro più volte interrotto a causa dei conflitti arabo-israeliani e delle chiusure del Canale di Suez) per il vertiginoso aumento della produzione petrolifera vicino-orientale e nordafricana e il trasporto del greggio in Europa. Dal punto di vista della navigazione mercantile, il M. non è certo paragonabile alle aree marittime di più intenso traffico, che spettano all’Oceano Atlantico e, a partire dalla fine del 20° sec., soprattutto al Pacifico. Tuttavia, il movimento commerciale, soprattutto quello degli idrocarburi, è assai vivace. L’economia petrolifera interessa il M. anche come area di prospezione e di estrazione. Per le favorevoli condizioni meteo-marine e per la probabile presenza di serbatoi di idrocarburi superficiali e profondi, il M. è considerato uno dei mari più significativi per l’attività offshore, lungo le coste nordafricane (egiziane, libiche e tunisine) e turche, intorno a Malta e, per quanto riguarda i mari italiani, nell’Adriatico, nello Ionio e nel Mare di Sicilia. L’intenso traffico alimenta il movimento di numerosi porti: il maggiore di essi resta Marsiglia, soprattutto in virtù delle sue attrezzature per l’attracco delle petroliere e delle navi portacontainer. Tra i porti di esportazione degli idrocarburi emerge quello algerino di Arzew, tra quelli di importazione Algeciras in Spagna, Augusta e Cagliari-Sarroch in Italia. Sebbene le caratteristiche fisiche del M. non siano molto favorevoli allo sviluppo della fauna marina, che conta in questo mare numerose specie ma un numero relativamente modesto di individui, tuttavia la pesca è stata sempre praticata da quasi tutte le popolazioni rivierasche: fino a tempi recenti prevalentemente da quelle europee, a partire dalla seconda metà del 20° sec. anche da quelle del mondo islamico (soprattutto da Turchi, Libici e Tunisini). L’inquinamento delle acque e l’eccessiva intensità dello sfruttamento hanno ulteriormente depauperato il patrimonio ittico del M., che è oggi notevole solo in alcune parti dell’Adriatico e nel Mar di Sicilia. Le specie più pescate sono quelle utilizzate per l’industria della conservazione (sardine, acciughe), discretamente presenti nel M. occidentale. In passato era molto diffusa la pesca del tonno, tipica soprattutto della Sicilia occidentale, ma praticata pure lungo le coste sarde, spagnole e nordafricane, ora drasticamente diminuita. Sono ormai in regresso anche altre attività pescherecce, come la raccolta delle spugne e dei coralli. È invalso, a partire dagli ultimi anni del Novecento, l’uso di distinguere i paesi rivieraschi del M. in paesi della riva nord (europei) e della riva sud (afroasiatici); distinzione che utilizza approssimativamente i termini nord e sud per quanto riguarda la posizione geografica (la costa del Vicino Oriente asiatico dovrebbe indicarsi piuttosto come «riva est»), ma che, in compenso, richiama opportunamente le espressioni «Nord» e «Sud» del mondo, da tempo comunemente adoperate, rispettivamente, per i paesi industrializzati e per quelli definiti in via di sviluppo. In effetti, nettissima è la differenza di livello socioeconomico tra la quasi totalità dei paesi della riva sud e almeno una parte di quelli della riva nord, che è all’origine di un flusso migratorio da decenni rilevante per alcuni Stati (in particolare per la Turchia) e successivamente divenuto imponente per quasi tutti quelli della riva sud. È un flusso che in parte è diretto verso paesi dell’Europa mediana (specialmente la Germania) e in parte, invece, si esaurisce all’interno della regione mediterranea stessa (Francia, Italia, Spagna e da qualche tempo anche Portogallo e Grecia). La mitezza del clima, il tepore delle acque, la bellezza dei paesaggi hanno rappresentato un’attrazione turistica rilevante, e molte coste mediterranee sono divenute meta di villeggianti e visitatori, provenienti non solo dalle zone interne dei paesi dello stesso M. ma anche, e soprattutto, da molti Stati dell’Europa centro-occidentale, primo fra tutti la Germania. Il turismo, che costituisce certamente un introito importante, ma anche, spesso, un fattore di turbamento di equilibri dell’ambiente naturale e culturale, è particolarmente incisivo in Spagna (Costa Blanca, Costa del Sol, Costa Brava), Francia (Costa Azzurra), Italia (riviere ligure e romagnola, Versilia, Sardegna), Grecia, Turchia, Tunisia.
Posted on: Sat, 03 Aug 2013 08:55:12 +0000

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