A Modena l’acqua potabile è sicura e disponibile in quantità e - TopicsExpress



          

A Modena l’acqua potabile è sicura e disponibile in quantità e qualità per oggi e per il futuro e nessuna iniziativa la minaccia. Modena è storicamente tutta costruita sulle proprie falde. Le strutture del suolo e della città hanno consentito piena funzionalità dei campi acquiferi, tanto che Il 99% dell’acqua prelevata è semplicemente disinfettata, secondo le norme igieniche, senza ulteriori azioni. A ciò va aggiunta la centralità delle politiche di tutela delle falde e dei campi acquiferi nei processi di pianificazione urbanistica. Negli ultimi dieci anni sono stati investiti oltre 200 milioni di euro per assicurare l’approvvigionamento, il controllo, la depurazione e l’integrazione delle reti. In particolare nel Comune di Modena, con l’innovazione tecnologica e gestionale, sono state ridotte le perdite di rete e i consumi procapite, promuovendo l’uso responsabile, mentre è stata sensibile la riduzione anche dei consumi industriali. La diversificazione delle fonti dell’acquedotto, operata nei decenni passati, ha consentito di avere quattro diversi punti di prelievo per circa 400.000 abitanti. Il buon governo delle falde Modenesi, che ne alimentano gli acquedotti, ha consentito inoltre di assicurare l’acqua per i comuni dell’area Nord, malgrado l’aumento del loro fabbisogno. La collaborazione tra le istituzioni preposte al Servizio Idrico Integrato e i gestori garantirà ai cittadini di quei comuni l’approvvigionamento idrico anche per il futuro. La presenza di nitrati è il prodotto di attività zootecniche nelle aree di ricarica delle falde che si trovano a oltre 10 km a sud della città. Tale situazione è sistematicamente controllata e monitorata, come testimonia il recente rapporto di ARPA, elaborato per conto della Regione Emilia-Romagna. Anche in questo caso è utile che l’Agenzia regionale che regola il servizio (ATERSIR), opportunamente potenziata, attivi le azioni per mantenere controllato il fenomeno. Proprio partendo da questa valutazione positiva riteniamo che si debba proseguire il lavoro svolto, per questo chiediamo: • la piena integrazione funzionale delle reti acquedottistiche presenti sul territorio, • la completa distrettualizzazione dell’acquedotto, per facilitare l’individuazione di perdite occulte, • l’attivazione dell’ Agenzia Regionale e degli Enti interessati per la revisione del Piano di tutela e uso delle acque e del Tavolo nitrati, • sviluppare gli studi relativi alla evoluzione strategica dei fabbisogni idrici e alle possibili forme di utilizzazione della risorsa. Inoltre, vanno individuate ed attuate forme di partecipazione informata dei cittadini e delle Associazioni, nell’ambito del Consiglio locale di Atersir. Infine occorre che Governo e Parlamento diano attuazione all’esito referendario e certezza normativa sulla futura gestione del ciclo integrato, per consentire gli investimenti necessari per la salvaguardia e la tutela di un bene insostituibile.
Posted on: Fri, 26 Jul 2013 18:45:41 +0000

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