+++ AEROPORTO CIVILE AL COMANI +++ NEL 2007 GABRIELE PANIZZI - TopicsExpress



          

+++ AEROPORTO CIVILE AL COMANI +++ NEL 2007 GABRIELE PANIZZI INVITAVA TUTTI ALLA CAUTELA. ECCO COSA SCRIVEVA Lettera aperta al Presidente della Regione Lazio al Presidente della Provincia di Latina ai Sindaci dei Comuni dell’area pontina CON L’AEROPORTO LA IDENTITA’ DEL TERRITORIO PONTINO RISCHIA DI ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE E, CON ESSA, LE POTENZIALITA’ DI UNO SVILUPPO DURATURO, FONDATO SUL RISPETTO DELLE SUE CARATTERISTICHE AMBIENTALI, STORICHE E CULTURALI E SULLA QUALITA’ DELLA VITA. Signori Presidenti, signori Sindaci, la discussione sulla ipotesi di aeroporto, da realizzare, eventualmente, nell’area pontina della Provincia di Latina, prosegue con modalità che, a mio parere, non consentono sufficiente approfondimento di alcune questioni di fondamentale importanza per futuro di detta area. Tralascio di svolgere considerazioni su alcuni aspetti degli impianti aeroportuali (a partire dalla dimensioni delle piste) che, pure, devono essere definiti per valutare realisticamente l’impatto fisico sul territorio del complesso aeroportuale, né mi soffermo a valutare l’eventuale negativa incidenza dei Monti Lepini in relazione ad alcune rotte degli aerei in arrivo all’aeroporto di Latina. Non mi inoltro nella quantificazione della dinamica del flusso di passeggeri che dovrebbe transitare per l’aeroporto, limitandomi a considerare che la crescita in quello di Ciampino è stata esponenziale negli ultimi anni, determinando un atteggiamento di rigetto della popolazione del relativo Comune nei riguardi di un complesso (l’aeroporto, appunto), completamente al servizio di Roma. Tuttavia, a me sembra siano sottovalutate le ragioni degli abitanti di Ciampino: entro pochi anni potrebbero verificarsi a Cisterna, a Latina scalo, alla Sermoneta di pianura e negli altri Comuni che gravitano sull’aeroporto di Latina analoghe reazioni . Sarebbe necessario compiere una valutazione complessiva degli impianti aeroportuali (anche quello militare di Pratica di mare) presenti nell’area, per confermare o meno la loro valenza civile e strategica militare e, eventualmente, decidere circa la conversione degli impianti militari per finalità civili. Detta valutazione deve essere inserita in un quadro organico dei problemi e delle necessarie infrastrutture di mobilità di terra, di mare e di aria, ad evitare che la insufficienza infrastrutturale di alcune modalità di trasporto dia luogo a rilevanti criticità del sistema di mobilità nel suo complesso. Accenno, ora, ad alcune questioni che ritengo vadano approfondite prima di decidere sulla localizzazione di un altro aeroporto di Roma nell’area pontina. A partire dall’immediato secondo dopoguerra, abbiamo assistito all’espansione abnorme della città di Roma (prima tutelata/compressa dai dinieghi di una politica autoritariamente “ruralista”) che aveva trovato un fondamento giuridico anche nella legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150 - articolo 1, comma 2: “favorire il disurbanamento e frenare la tendenza all’urbanesimo”-. Nonostante la consapevolezza della esigenza di una politica di equilibrio territoriale su scala regionale (manifestatasi attraverso elaborazioni funzionali e giuridiche sulla “città regione” e sull’”area metropolitana”, per quest’ultima si veda la legge 8 giugno 1990, n. 142 - art. 17 - ), i soggetti istituzionali competenti (Regione, Province e Comuni) non sono riusciti a formulare programmi, sviluppare azioni e realizzare sistemi organici di infrastrutture (in primo luogo quelle concernenti la mobilità sul territorio) adeguati ad invertire la tendenza alla espansione della città di Roma, che divora il territorio circostante piegandolo alle proprie esigenze di crescita sostanzialmente spontanea. La tendenza romanocentrica si è accentuata: il confine dell’area metropolitana romana si sposta, in particolare, sempre più a sud est, e riesce difficile considerare le città di Latina e di Cisterna autonome rispetto a detta area (non parliamo di Aprilia). Insomma, come già avvenuto per i Castelli romani, ci accingiamo ad osservare lo tsunami romano, senza predisporre misure ed interventi idonei a contenere e governare questa forza dirompente che omologa il territorio invaso a quartieri residenziali al servizio di attività che hanno i centri nevralgici nella capitale, annullando ogni identità ambientale, storica, culturale ed economica dei luoghi asserviti. L’area pontina, nella quale l’aeroporto si collocherebbe, è particolarmente antropizzata, con presenza di una struttura urbana costituita non solo dal Comune di Cisterna, dalla parte di pianura – ormai prevalente – del Comune di Sermoneta, da Latina Scalo e da altri Comuni di pianura di recente nascita, anche da quelli collinari dei Monti Lepini, di più antica storia, che caratterizzano l’area per le forme antiche e medievali delle città e degli edifici, per l’ambiente naturale e per il paesaggio, per il carico di cultura che custodiscono (basta riferirsi ai segni lasciati dal Casato Caetani che, a partire dal XIII secolo, attraverso edifici ed opere, tuttora connotano l’area pontina, in primo luogo con il Monumento Naturale di Ninfa, istituito con Decreto del Presidente della Giunta Regionale 25 febbraio 2000, n. 125, affidato per la gestione alla Fondazione Roffredo Caetani). Poiché coloro che si adoprano per la collocazione dell’aeroporto nell’area pontina ne sostengono la convenienza per la economia locale, ritengo andrebbero più attentamente valutate le basi di uno sviluppo duraturo. Negli anni cinquanta e sessanta (quelli della Cassa per il Mezzogiorno) puntammo sull’industrializzazione del territorio pontino, dando luogo a trasformazioni rilevanti (l’area di sviluppo industriale ed i nuclei di industrializzazione) alle quali non è conseguita la localizzazione e lo sviluppo industriale auspicato. L’agricoltura ed il turismo (il mare ed i Monti Lepini vanno coniugati insieme tramite intelligenti circuiti) sono due settori trainanti della economia pontina. Siamo certi che ad essi gioverebbe l’aeroporto, con il carico di inquinamento (acustico ed atmosferico) e di congestione del carente sistema infrastrutturale di mobilità? I voli che farebbero, in arrivo ed in partenza, riferimento all’aeroporto di Latina sarebbero al servizio di quella universalmente unica realtà che è Roma. Tutto il sistema di mobilità dovrebbe essere realizzato e gestito per servire Roma. La eventuale autostrada Latina-Roma (discutibile, se non si pensa al suo proseguimento verso Gaeta-Formia, proprio perché sarebbe un modo attraverso il quale l’area metropolitana romana si estenderebbe nella provincia pontina con gli effetti tsunami ai quali sopra ho accennato), diventerebbe presto insufficiente a smaltire il traffico turistico e quello conseguente alla dipendenza economica di Latina verso la Capitale. Chi viaggia sui treni che transitano per Latina (perennemente affollati, in ritardo ed altro), sa già che la tratta ferroviaria Latina-Roma non è in grado di affrontare un aumento del traffico sufficiente a soddisfare un servizio aggiuntivo per milioni di passeggeri annui in conseguenza dell’aeroporto. L’entrata a regime della linea ferroviaria ad alta capacità Roma-Napoli non consentirà di inserire nella programmazione della linea ferroviaria Roma-Formia-Napoli nuove tracce orarie in misura adeguata all’aumento dei passeggeri da aeroporto. A prescindere da altre valutazioni, le decisioni relative alla collocazione dell’aeroporto non possono essere indipendenti dalla valutazione dell’intero sistema di infrastrutture per la mobilità dell’area pontina. La congestione di terra sarebbe la conseguenza del successo dell’aeroporto (dal punto di vista della quantità di voli e di passeggeri). Che cosa ne sarebbe, in relazione all’inquinamento acustico ed atmosferico, per l’intera area pontina? Come cambierebbero le condizioni ambientali sulle quali si fonda un certo tipo di agricoltura ed un turismo qualificato dalle connotazioni paesaggistiche, storiche e culturali alle quali sopra ho fatto riferimento? La qualità della vita della intera area pontina cambierebbe in peggio a causa di un irruento inserimento dell’aeroporto, tra centri urbani delle dimensioni di Cisterna, della Sermoneta di pianura, di Latina scalo e tra diffuse e sparse presenze abitative o al servizio delle attività agricole. Anche i centri lepini subirebbero le negative conseguenze ambientali derivanti dall’inquinamento da aeroporto e le aspirazioni ad un turismo fondato sul godimento di beni ambientali, storici e culturali sarebbero vanificate. E i tentativi di arrestare l’abbandono ed il degrado dei centri storici subirebbero un rilevante contraccolpo negativo. Non posso non pensare (perché, come Vice Presidente, cerco di concorrere al mantenimento del prestigio della Fondazione Roffredo Caetani) che ne sarebbe del Monumento Naturale di Ninfa, noto nel mondo per le sue caratteristiche naturalistiche, archeologiche, storiche e culturali. E che fine farebbero gli sforzi di molti Comuni, tra i quali voglio esplicitamente citare Cisterna, per recuperare, attraverso progetti regionali ed europei, il patrimonio ambientale, archeologico, storico e culturale, se venisse annullata, dagli inquinamenti da aeroporto, quella qualità del soggiorno che costituisce, in questa affannosa ed affannata nostra epoca, la ragione fondamentale per sperare ed operare per uno sviluppo economico duraturo e compatibile con irrinunciabili e profonde esigenze umane? Ritengo sarebbe cosa saggia se, attraverso approfondimenti ed ulteriori valutazioni, da compiere non solo nelle sedi istituzionali ma anche in appositi forum ove organizzazioni della cosiddetta società civile e singoli cittadini possano intervenire ed esporre le proprie ragioni, si ragionasse ulteriormente su tale importante questione, non rifuggendo da alcuna ipotesi (ad esempio, quella di utilizzare, per un aeroporto di grandi dimensioni che resista al tempo, una area più idonea di quelle antropizzate e morfologicamente discutibili di Frosinone, Latina e Viterbo, come quella di Pratica di mare). Per decidere il futuro del territorio, dell’ambiente, della storia e della economia della Regione Lazio, delle relative Province e di numerosi Comuni, con la valenza nazionale ed internazionale che li caratterizza, è consigliabile affrancarsi da pregiudizi e da esigenze di schieramenti politici, da opportunismi che lascerebbero il tempo che hanno trovato, da sommarietà e superficialità di analisi, da carenza di adeguato inquadramento delle problematiche da affrontare. Con profondo rispetto per il ruolo e le funzioni istituzionali che esercitate, ringraziandoVi per l’attenzione, cordiali saluti, Gabriele Panizzi Terracina, 24 settembre 2007
Posted on: Sat, 27 Jul 2013 17:50:47 +0000

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