ALIMENTAZIONE DEI PICCOLI ALLO STECCO Nutrire un piccolo a mano - TopicsExpress



          

ALIMENTAZIONE DEI PICCOLI ALLO STECCO Nutrire un piccolo a mano è unattività molto piacevole anche se richiede molta attenzione, tempo e disponibilità. E importante prendere i piccoli in mano regolarmente, coccolarli e parlargli dolcemente. Riconoscere la nostra voce sarà per loro molto rassicurante. Questi contatti devono ripetersi in modo costante, durante e soprattutto al di fuori del momento del pasto. I piccoli apprezzeranno molto queste attenzioni e ce ne chiederanno altre con nostra grande soddisfazione. Nutrire i piccoli con la siringa o con il cucchiaino dipende solo da noi: sta a noi decidere quale metodo sia, anche per noi, il più appropriato. Limportante è che ci sentiamo a nostro agio. I due metodi presentano entrambi vantaggi e inconvenienti. Eccoli: Ø Metodo con il cucchiaino: • La quantità ingerita dai piccoli è approssimativa. • Perdita troppo rapida di calore del composto. • Il piumaggio si sporca. • Può essere utile per dei piccoli più cresciuti. Ø Metodo con la siringa. • Quantità precisa ingerita dai piccoli. • Il composto mantiene il calore. • Il piumaggio non si sporca. • A volte si possono formare delle bolle daria: è importante eliminarle prima di alimentare i piccoli. Alcuni allevatori rimproverano a questo metodo, molto preciso ed efficace, di impedire un contatto più stretto con i piccoli. Se ciò è vero, si può rimediare facilmente dedicando loro per più tempo e più spesso le nostre attenzioni e le nostre coccole. Prima di prendere i piccoli per nutrirli o giocare con loro è consigliabile riscaldarsi le mani: il contatto con le dita fredde li indispone. Ogni mattina poi è bene pesare i piccoli e registrare la curva del peso. Un piccolo che non ingrassa o che dimagrisce deve essere visto da un veterinario. Quanti pasti al giorno? La frequenza dei pasti dipende dalletà dei piccoli. Prima del pasto il gozzo deve essere quasi vuoto. Un gozzo che tarda a vuotarsi è indice di un serio problema che va affrontato con laiuto del veterinario. Anche la quantità del composto da somministrare dipende dalletà e dalla grandezza del piccolo. Un gozzo pieno è teso senza essere troppo duro (da evitare) e ai lati del collo si forma una gobba. Anche se il nostro piccolo ghiottone domanda ancora cibo, dobbiamo smettere di dargliene. Un gozzo duro e disteso può causare dolore e fa stare il piccolo a disagio. Dovrà pazientare fino al pasto successivo. Età del Soggetto Numero dei pasti quotidiani dai 05 ai 20 giorni di età n°5 imbeccate al dì (7.30-11-15-19-23) dai 20 ai 30 giorni di età n°4 imbeccate al dì (7.30-13-18-23) dai 30 ai 40 giorni di età n°3 imbeccate al dì (7.30-15-23) dai 40 ai 45 giorni di età n°2 imbeccate al dì (7.30-20) dai 45 ai 50 giorni di età n°1 imbeccata al dì Quando passate a 3 imbeccate cominciate a mettergli un pezzetto di spiga di panico ed una ciotolina con dei semini (come quelli che usano i cocoriti) ed anche del pastoncino alluovo....... Per alimentare a mano un piccolo inseparabile è necessario stimolarlo a chiedere limbeccata e per far ciò gli si può dolcemente sollevare la testa tenendola tra il pollice e lindice e stimolargli il becco toccandolo gentilmente con le dita dellaltra mano. Ottenuto ciò si introduce la siringa inclinandola in modo da costringerlo ad alzare la testa. Il composto così scorrerà meglio dentro lesofago. Per evitare di introdurre il cibo nella trachea con conseguenze letali è necessario dirigere la crema verso il lato destro della bocca perché è da lì che comincia lesofago. Durante limbeccata è importante seguire il ritmo impresso dal nostro piccolo senza introdurre a forza il composto. Un piccolo in buona salute inghiotte il cibo senza farsi pregare. Dopo ogni pasto bisogna rimuovere dal becco e dalle piume gli eventuali resti di cibo che fossero fuoriusciti. Unigiene accurata è di fondamentale importanza per la buona salute dei piccoli e per la loro estetica. Non cè spettacolo più brutto che vedere piccoli inseparabili con le piume letteralmente incollate tra loro dai resti della crema di alimentazione. Pensate invece a quanto sono belli i piccoli alimentati dai loro genitori! Inoltre è di fondamentale importanza pulire e disinfettare gli strumenti utilizzati e riporre la siringa nella soluzione di disinfettante. E necessario ricordarsi poi di sciacquare bene la siringa prima di riutilizzarla perché i piccoli non devono inghiottire la soluzione. E consigliabile pertanto avere più siringhe a portata di mano. Tra le siringhe disponibili sul mercato sono da preferire quelle da 10 cc. 5. Lo svezzamento A partire dalla seconda settimana i piccoli non hanno bisogno di mangiare durante la notte. Possono attendere fino al mattino. In media essi assumono le seguenti dosi di cibo e ai seguenti intervalli di tempo: Ø piccoli senza piumino: da 4 a cc ogni tre ore Ø piccoli con piumino. Da 5 a 8 cc ogni 4 ore Ø piccoli con le piume: da 7 a 10 cc per 4 volte al giorno Controllare sempre, tastandolo con una leggera pressione delle dita, che il gozzo riempito sia teso senza però essere duro. Naturalmente le quantità sopra indicate non sono dogmatiche e possono, a giudizio dellallevatore, variare da piccolo a piccolo. Tuttavia ci permettiamo consigliare di non superare la quantità di 10 cc. A partire dalla quinta settimana si comincia a diminuire la frequenza dei pasti. Da 4 pasti al giorno si passa a 3 pasti al giorno e poi a 2 e infine a uno fino al completo svez-zamento. Lultimo pasto da eliminare sarà quello della sera prima di andare a dormire. Questa è una misura precauzionale tesa a garantire che il piccolo non si addormenti a stomaco vuoto qualora abbia mangiato poco durante il giorno. Come regola generale i piccoli saranno completamente svezzati tra la 7° e la 10° settimana, ma naturalmente ci saranno sempre dei piccoli che si renderanno autonomi più precocemente di altri e piccoli che invece cercheranno di prolungare ulteriormente lalimentazione a mano con loro grande piacere. Per incitarli e incoraggiarli a nutrirsi da soli sarà opportuno mettere a loro disposizione fin dalla 4° settimana una scodella con del cibo tenero e una, ovviamente non troppo piena per evitare incidenti, con dellacqua. Inoltre un po di cibo può essere sparso anche per terra. Curiosi come sono essi non tarderanno a interessarsi ad esso e a cominciare a beccarlo. Naturalmente una tale pratica prevede un cambio più frequente nellarco della giornata del fondo della gabbia per evitare che il cibo possa essere sporcato con le loro feci e quindi ingerito. Non appena i piccoli si abitueranno a mangiare nella scodella si smetterà di porre il cibo sul fondo della gabbia. Un ulteriore accorgimento da seguire è di porre nella gabbia diverse mangiatoie a varie altezze. Se in gabbia sono presenti più piccoli, questo accorgimento permetterà a ciascun piccolo di avere la sua razione di cibo e li aiuterà quindi a svezzarsi più facilmente. Possiamo considerare i piccoli completamente svezzati quando, nonostante i nostri tentativi di nutrirli, essi rifiuteranno la crema con cui sono stati fino ad allora alimentati. Bisogna tuttavia controllare che essi si alimentino adeguatamente e, se il caso, intervenire per evitare inutili perdite. Sarebbe veramente un peccato perderne qualcuno dopo aver fatto tanti sacrifici di tempo e di denaro per allevarli.
Posted on: Sun, 10 Nov 2013 21:23:21 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015