“ArtiNDIPENDENTI non si pone in competizione con il commercio dell’arte estiva, si pone come politica culturale alternativa, dal basso, di un quartiere che deve reagire alla socialità del consumo che vogliono farci ingurgitare. Fors’anche dal buon sapore ne accuseremo le fitte. Fotografe, Pittori, Muralisti, Teatranti, Artigiani, Musici, Muratori, Falegnami, Agricoltori, Fabbri, tecnici del suono e delle luci, elettriciste, avvocate, sarte, biologhe, insegnanti, camerieri, idraulici. Non chiamateli artisti. Qui si sta in strada. E non per denaro o gloria che sia, ma per ricercare una politica rubata, sottratta e a volte dimenticata. Senza lagne e senza pietà, ma sapendo che esistono sotto queste stelle spazi occupati e liberi per costruire l’utopia che come una linea dell’orizzonte si allontana ma è solo quella linea che ci spinge a camminare. Se un canto non saccheggia una stazione, a che serve la corrente alternata? Se uno spettacolo non ferma un ponte a cosa serve solcare il palco? Se una foto non scatena una reazione a cosa serve un diaframma? Senza soldi, a parte quelli che date voi. Che sostengono questo spazio. Che è ancora una fabbrica. Ma non si produce più la viscosa. Si produce agitazione, trasformazione, affinché non ci siano più fabbriche come questa ad appestare le vite. Perché non ci sia più un lavoro per cui valga la pena rischiare la morte o sprecare la vita. Perché ancora sgobbare in fabbrica, perché sporcarsi il muso di fuliggine, e, la sera, poi, desiderare il lusso davanti alla tv. Artindipendenti, moti artistici e teatrali per far scaturire reazioni, moti civili e sociali. Musica, mostre, spettacoli per far breccia e per far crescere consapevolezza e forza d’azione, opinione, e rispetto verso l’umanità che per necessità di consumo viene strappata, lacerata e sgretolata. Artindipendenti E’ l’insurrezione dell’arte allo scempio del mercato. ArtinDIPENDENTI senza padroni, senza parenti, senza padrini.”
Posted on: Sun, 23 Jun 2013 20:52:27 +0000