Borzacchini rivisitato A cura del Prof. Lucio Gellini, docente di - TopicsExpress



          

Borzacchini rivisitato A cura del Prof. Lucio Gellini, docente di letteratura immunologica all’università di Reichiavic. Caarsi addosso (o in mano) Istruzioni per l’uso. Altrove “cacarsi addosso” denota l’effetto di un sentimento di paura. Nel livornese invece si usa questo modo di dire, anche nella formula “ti sei caato in mano”, quando il soggetto al quale ci si rivolge si rende pienamente conto dell’inadeguatezza della posizione da lui raggiunta in una situazione nella quale si era proposto quale il più figo di tutti. Pieno di vergogna per l’insuccesso registrato egli palesa la sua impreparazione, paragonabile ad una improvvisa e non controllata emissione di feci nelle mutande alla quale si tenterebbe di porre rimedio usando le mani. Pur arrivando ad essere spesso una metafora, qualche volta può capitare a chiunque di caarsi addosso, per esempio dopo una immane scorpacciata di prugne o susine, o di poponi diacci marmati, oppure a causa dei cibi avariati (rigorosamente tipici) che un qualsiasi ristorante turistico che si rispetti conserva amorevolmente nei suoi frighi per qualche settimana di troppo e propina agli entusiasti avventori ben oltre la loro scadenza naturale. Ci sono luoghi più o meno indicati per affrontare questa scioccante esperienza, luoghi che andiamo tosto ad esaminare. Il posto meno indicato risulta essere un parcheggio pubblico, quello per esempio della coop, dove folle festanti e concentrate di eterogenea composizione vi turbinano attorno rendendovi una statua di sale e costringendovi a umilianti posizioni corporali tutte contaminanti. In un luogo chiuso avrete maggior possibilità di raggiungere una toilette, assumendo un incedere obliquo con gli occhi roteanti a cercare uno sguardo interrogativo probabile e assai imbarazzante nella folla circostante. Ma il posto di gran lunga più indicato per vivere positivamente questa esperienza con il vostro intestino è sicuramente la foresta. State rientrando dalle vacanze e vi siete fermati all’osteria del buon pastore dove avete consumato sottoli “fatti in casa” e antipastini di ovile. Riprendete la macchina e uno strano stimolo vi solletica tra la vescica e il colon; reputate di dover fare una pisciatina e scegliete uno sterrato che vi conduce ad una piccola foresta disabitata; estraete l’attrezzo poco convinti e dopo poche gocce… patatrac, lo stronzolo esce senza prestare la benche minima attenzione ai vostri tentativi di contenimento. Ma niente paura, siete ben protetti dagli alberi intorno e dagli alti cespugli. Con una mossa rapida, con le gambe leggermente piegate e il tronco spostato all’indietro, sperando che non si tratti di squaqquarella, abbassate i pantaloni e delicatamente afferrate il bordo posteriore della mutanda rovesciandolo piano in modo che l’ospite indesiderato scivoli a terra. A questo punto abbassate cautamente anche le mutande e vi spostate di qualche metro per non correre il rischio di pestarla, il che sarebbe davvero troppo. Vi levate pantaloni e mutande (quest’ultime con precauzione in quanto sporche della vostra cacca), finite di espletare le funzioni precedentemente interrotte , vi lavate bene con l’acqua che sempre avete in macchina per placare la vostra sete, accartocciate le mutande in un sacchetto, o le buttate via, a seconda del sentimento che provate per esse, vi rimettete i pantaloni e voilà, l’emergenza è brillantemente superata.Poi completate l’opera di lavaggio corporale in un qualsiasi bagno, pubblico o privato, cosi da eliminare anche gli eventuali odori residui.
Posted on: Tue, 22 Oct 2013 10:37:20 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015