COMPENDIO INTRODUTTIVO …Lo Spirito non si congiunge al Corpo, - TopicsExpress



          

COMPENDIO INTRODUTTIVO …Lo Spirito non si congiunge al Corpo, se non con la mediazione dell’Anima; essa, infatti, è mediatrice tra il Corpo e lo Spirito, e li congiunge insieme… ARNALDO DA VILLANOVA. La conoscenza universale più completa delle nostre origini anzitutto spirituali presuppone che sia possibile ormai riconoscere più precisamente del tutto, la realtà storica esistenziale degli Angeli, da cieli superiori fin sulla Terra e viceversa, in modo tale che si evinca un collegamento più significativo fra una realtà cosmologica superiore e quella antropologica e poi mitologica invero, dei diversi sviluppi, soprattutto culturali, della nostra umanità. Pur essendosi, infatti, ben ravvisato oggi la realtà sostanziale di un Big Bang, cioè di una corrente energetica che avrebbe evidentemente condotto alla nascita di questo nostro universo nonché a tutta una sua stessa evoluzione fino alla comparsa della vita materiale sulla Terra; Non appare ancora ben riconosciuta la realtà infusa più attendibile di un ciclo soprannaturale di congiunzione, spirituale-materiale-spirituale, dal punto di vista di un’attività metempsicotica1 degli Angeli e in altre parole, si tratterebbe più praticamente di una fusione biologica della Deità Superiore fino al sé personale di ogni uomo suo potenziale rappresentante e agente quindi sulla Terra. Tutte le culture, le religioni e le dottrine del mondo, infatti, nonostante abbiano sempre testimoniato e sostengano ancora, in ogni modo, una nostra realtà esistenziale superiore, non hanno però mai chiarito del tutto fin dal principio, l’aspetto storico vero e proprio della questione spirituale trasmigrativa dell’anima Divina. 1 ) La Teofania, che si dice, essere la legge fondamentale e la chiave maestra della teurgia pratica nelle sue applicazioni principali allo studio serio dei misteri cosmici e siderali, psichici e spirituali, attribuisce alla metempsicosi il significato, oggi più generalmente accolto, di “comunicazione” tra gli Dei (o Dio) e l’anima degli uomini. Pur concedendo, infatti, che tutti i popoli rivendicano giustamente un’origine divina, e quindi una certa discendenza spirituale, che nessuno però è ancora riuscito a collegare più comprensibilmente in realtà; Non si potrà quindi non ammettere che per una tale esigenza storica sono stati compiuti fin dai nostri tempi più antichi numerosi “sforzi” e pertanto, che si tratterebbe ora di sapere come discernere obiettivamente, di tutta una matassa testimoniale variamente ingarbugliata, il filo conduttore più tangibile della nostra storia universale. Tale fil rouge apparterebbe in vero a una storia iniziale degli Angeli, che si sarebbe poi complicata oltremodo sulla Terra e infine confusa del tutto, agli occhi degli uomini, in seguio a una vicenda tenebrosa degli Dei di Atlantide, il cui segreto storico si sarebbe comunque trasportato e rappresentato del resto mitologicamente in vari luoghi della Terra anche dopo la disfatta di Atlantide. Sir Isaac Newton, infatti, (l’iniziatore addirittura della concezione rigorosamente scientifica), inspirandosi a quegli uomini che, dall’incirca 10000 anni fa, cominciarono a ricostruire il nostro mondo culturale e che parevano dunque aver custodito una specie di segreto, guardava all’intero universo e a tutto quanto è in esso come a una specie di enigma di Dio, che poteva essere letto applicando il pensiero puro a certi fatti, certi mistici indizi della nostra storia universale che erano stati posti in ogni modo qua e là nel mondo1. Newton credeva che questi indizi fossero rintracciabili in parte nei fatti celesti e nella costituzione degli elementi, ma in parte anche sulla Terra in alcuni monumenti e tradizioni e documenti esoterici maggiormente relativi di una certa storia degli uomini e degli Dei, che sarebbero passati di mano in mano, fin dai tempi più antichi, in una catena ininterrotta di diversi personaggi storici e iniziati. 2 ) Il Mulino di Amleto di G. Santillana e Herta Von Dekend, Adelphi Edizioni -Milano 2000- ottava edizione- “Introduzione”, p. 28-29 Gli Egizi delle dinastie, per esempio, proseguendo l’attività testimoniale dei loro antenati dell’ultimo periodo predinastico e cioè la loro maggior conoscenza storica di molti popoli precedenti e successivi a una disfatta rovinosa di Atlantide, consideravano, essenzialmente, la principale Ragione Divina dell’esistenza umana a cominciare da “ Una sola Coppia originaria di Dei Superiori” che, inviata da Dio in una sorta di Caos iniziale di questo nostro più recente sistema gli aveva dato assetto, apportando soprattutto un supporto energetico, a tutto ciò che così sarebbe poi dovuto divenire di meglio, ciclicamente del tutto proprio sulla Terra. Gli antichi Egizi, infatti, dopo essere sopravvissuti anche all’ultimo Diluvio3, così come del resto diversi altri popoli in vari luoghi della Terra, si adoperarono a esprimere, a loro miglior intendere di una certa storia rimasta segreta e comunque ormai conclusa degli Dei4, tutto quello che forse poteva ancora essere da essi stessi più propriamente rappresentato. Una tale storia, infatti, assai tragica e complicata dei vari Dei e semi Dei, che era stata testimoniata più o meno diversamente anche da tutti gli altri iniziati di varie civiltà, fu riconosciuta poi più completamente, già 3500 anni or sono, da quel Mosè biblico la cui miglior intelligenza, per grazia di Dio, basandosi oltretutto sulla più genuina tradizione testimoniale di Enoch, riguardo alla possibile vera storia degli Angeli Vigilanti e dei Giganti5, gli aveva permesso di appurare fra tutte quelle testimonianze, storiche e mitologiche di molti popoli, che erano state di maggior parte riunite e documentate proprio dagli Egizi, la realtà storica iniziale più comune dei vari imperi e diverse monarchie teocratiche della Terra. (3) Molti millenni prima del Diluvio biblico ci sarebbe stato quello di Deucalione che, più che un diluvio sarebbe stato una grande inondazione, uno tzunami per dirla in temini più attuali, causato dallo sprofondamento della Civiltà di Atlantide che sarebbe prima emersa e poi ìnfine scomparsa come in un mitico “ Gorgo”. ( 4 ) Manetone, lo storico egiziano vissuto nel 350 a.C., fa iniziare la sua mitologica storia dell’Egitto predinastico nel 30544 a.C. con la dinastia degli dèi….: it.wikipedia.org/wiki/Periodo_predinastico_dell’Egitto ) (5 )La tradizione testimoniale di Enoc, riguardo gli Angeli Vigilanti e i Giganti, andrebbe fatta risalire di molto e quantomeno all’ultimo periodo preistorico antecedente il diluvio biblico cioè a 4400 anni fa n.d.t. Il maggior resoconto documentale di quell’indagine condotta da Mosè, fu però secretato da lui stesso nell’impenetrabilità dell’Arca dell’Alleanza, in attesa di tempi futuri meglio evoluti e quindi più propizi alla rivelazione di tutti quei fatti più antichi della nostra storia universale che permetterebbero dunque di riconoscere ben diversamente la realtà materiale di un peccato originale commesso, non certo da Adamo ed Eva 4500 anni fa6, bensì molto ma molto tempo prima proprio in Atlantide, da alcuni Angeli-Atlanti-Dei ( I Giganti ) che, capeggiati da Satana, sarebbero infine diventati, oltretutto, anche ribelli a cominciare dal momento in cui si era terminata la costruzione della città di Atlantide. La vera storia di quegli Angeli Ribelli e della loro successione materiale sulla Terra, anche dopo l’inabissamento di Atlantide, avvenuto all’incirca 12000 anni or sono, si sarebbe quindi conclusa materialmente soltanto con l’ultimo Diluvio Universale di 4350 anni fa. (6) Considerando l’attendibilità di varie testimonianze soprattutto scientifiche, che hanno permesso di stabilire che l’ultimo ben noto diluvio biblico avvenne 4350 anni fa, la vera storia di Adamo ed Eva non può essere fatta risalire a più di 4500 anni fa. La più moderna conoscenza scientifica, infatti, ci attesta oggi, inconfutabilmente, che l’essere umano, quello moderno è notoriamente il più longevo, non ha ancora superato nei casi più eccezionali i 122 anni di vita ( curiosamente nella più attuale graduatoria delle persone ultracentenarie la maggior parte di esse sono donne) e per tanto, pur ammettendo che per grazia di Dio la vita di alcuni patriarchi biblici potrebbe anche essere stata un po’ più lunga del loro solito epocale, sarebbe più credibile, secondo lo stesso racconto biblico di Mosè, che il famoso Matusalemme potrebbe aver vissuto, non certo novecentoottant’anni ma, al massimo “forse” centottantasette, Lamec del resto ne avrebbe vissuti centottantadue, Adamo visse centotrent’anni, Set centocinque , Enos novant’anni, Enoch sessantacinque. Oltre a ciò, assolutamente nessuno dei patriarchi potrebbe aver concepito in età avanzata “altri figli e figlie” ( i 3 figli di Noè ad esempio, sarebbero stati da lui concepiti all’età di cinquecento anni; Gen.5,32) ; Recepito ciò, si potrà giustamente convenire che in realtà lo scopo finale di tutti quegli anni in più “attribuiti da Mosè” ai patriarchi, durante i quali essi avrebbero generato ( sic, il rè è nudo) un numero del resto imprecisato di figli e figlie, fu evidentemente quello di riempire in tal modo un certo maggior lasso di tempo precedente nonché pure successivo al diluvio in modo tale da poter far discendere così più verosimilmente di tutti quei “figli e figlie” imprecisati, che sarebbero stati concepiti in età tanto avanzata dei patriarchi biblici, la vera storia eventuale anche di altri popoli… che sarebbe stata altrimenti, ben più spinosa e assai controversa da trattare diversamente in verità di ogni popolo per quanto attiene agli strascichi soprattutto ideologici di un complessa epoca atlantidea con tutto il suo bagaglio di corruttela o no infino alla stessa storia delle varie Torri di Babele che, in verità dei fatti, si dovrebbe finalmente restituire al suo vero tempo che ha in vero preceduto e di molto gli stessi Adamo ed Eva i quali in verità , soltanto 4500 anni fa, ben lungi dall’aver commesso il famoso peccato originale, non furono certo scacciati da Dio da un imprecisato luogo del paradiso terrestre poiché, in onor del vero essi sarebbero infine fuoriusciti, o per meglio dire fuggiti insieme, per grazia di Dio, proprio da quella Torre di Babele biblica. Va da sé che per tanto il vero tempo, in cui ebbe inizio la costruzione della Torre di Babele andrebbe ben anticipato e di molto!. Leggendo quindi con maggior attenzione la Bibbia, ci sarebbe poi molto altro da dire di meglio anche della storia di Caino e di Abele e di Set.. e via di seguito più precisamente della Genesi. E’ abbastanza evidente, infatti, secondo la stessa Bibbia, che Set altro non è che un nuovo nome dello stesso Abele che, Mosè ci avrebbe raccontato ucciso da Caino, soltanto per mostrarci così più semplicemente, la ben più antica e complessa differenza fra il bene e il male degli Angeli e degli Uomini. L’intento principale di una tale Genesi, redatta da Mosè, fu dunque evidentemente quello di riassumere più semplicemente in capo ad Adamo ed Eva e quindi alla loro discendenza, in favore di tutti gli uomini, la ben più tragica verità storica di un peccato originale, commesso in verità ben molto tempo prima dagli angeli ribelli..., le cui più diverse e tragiche conseguenze si sarebbero infatti propagate in ogni luogo sulla Terra anche dopo la scomparsa di Atlantide contaminando, soprattutto culturalmente, gli uomini per parecchi altri millenni e determinando infine, dopo il diluvio biblico, la necessità di una specie di oblio storico di tutta quell’epoca che poi Mosè dal canto suo aveva creduto di doversi comunque testimoniare per lo meno così.. Mosè, ci avrebbe quindi evidentemente riassunto, in quei suoi sette giorni universali della Genesi biblica, la nostra storia universale più antica, mostrandoci Iddio che crea più semplicemente i Cieli e la Terra con la sua parola ed invero l’uomo a sua immagine e somiglianza e tutti gli Angeli e gli uomini pertanto, compresi così più comunemente a ricominciare infine da un sol uomo divino, creato appunto da Dio e la sua stessa femmina proprio da lui estratta e, la malvagia malizia dello spirito tentatore di Satana, in figura di serpente, che ha causato l’allontanamento della nostra umanità da una conoscenza storica e spirituale più appropriata di questo nostro paradiso terrestre. In una tale Genesi dell’Antico Testamento redatto in nuovo da Mosè, appare ancora abbastanza evidentemente nonostante tutto, in (Gen.: 6,4), la realtà materiale più essenzialmente utile di un “mito primitivo” che atterrebbe alla presenza degli Angeli Atlanti-Déi ma anche degli Angeli sulla Terra: «In quel tempo ( Epoca pre- Atlantidea e Atlantidea ) c’erano sulla Terra i Giganti ed essi, potenti e dominatori, ci furono anche in seguito, quando ( epoca post Atlantidea e della Torre di Babele e poi di Adamo ed Eva fino al Diluvio Universale) i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed ebbero da loro dei figli». Una tale affermazione della Genesi, molto sintetica e occulta ma che comunque anche i redattori successivi della narrazione hanno mantenuto intatta fino a oggi, presuppone dunque la possibilità di potersi prima o poi riconoscere più utilmente una tale realtà dei fatti più vera e propria di una complessa storia universale degli Angeli ribelli e comunque anche degli Angeli e degli uomini sulla Terra fino al tempo del Diluvio biblico. Storia che del resto Mosè, («il più antico di tutti gli storici moderni, il più savio fra i legislatori e il più sublime forse anche fra i filosofi7), avrebbe anche potuto riferire ben più precisamente della nostra storia più antica ovvero, a maggior favore della più reale discendenza di Adamo ed Eva. (7) Discorso sopra la storia Universale di Monsignor B. J. Bossuet, Vescovo di Meaux, consigliere del Re Luigi XIV e già suo Precettore, trasportato dalla lingua Francese nell’Italiana da Selvaggio Canturani, Stampato, con Licenza dei Superiori, in Venezia nel 1796 da- Stamperia Baglioni. Per un tale riassunto più semplice della nostra storia più antica, Mosè, assumendosi la propria responsabilità testimoniale8, ci avrebbe dunque raccontato ben diversamente soprattutto delle origini di Adamo ed Eva e poi, come se fossero stati loro a commettere per primi un peccato originale. Mosè ci avrebbe poi raccontato oltretutto, anche l’omicidio di Caino, ma…. la concordia comunque di Adamo ed Eva e del loro matrimonio e pertanto la prima promessa di Dio, di Redenzione e di vittoria del genere umano sopra il Demonio che li aveva mandati in rovina. Su quest’ultimo più semplice fondamento, infatti, Mosè avrebbe stabilito la nostra storia più attuale e quindi la sua dottrina e le sue leggi9 lasciandoci così alla fin fine, di un complesso segreto storico e spirituale della nostra umanità più antica, una più conveniente tradizione di altre migliori attese testimoniali. Una tale tradizione, infatti, si sarebbe poi protratta, anche tramite vari profeti, fino alla venuta di un Messia i cui Maggiori Misteri, che sono dunque alla base di un Nuovo Testamento, sono stati comunque onorati, soprattutto in virtù sacrificale di una pacifica realtà testimoniale e salvifica di resurrezione più vera e propria di un Cristo la cui vera identità spirituale però, che avrebbe preceduto e del resto pure succeduto nel materiale umano lo stesso Gesù, avrebbe ancora da essere maggiormente dispiegata10 più precisamente del tutto fin dal principio. La meno nota eredità testimoniale di Mosè, esotericamente comunque del contenuto documentale più vero e proprio dell’Arca dell’Alleanza, sarebbe stata infine raccolta dai Cavalieri Templari il cui segreto di conoscenza, più semplicemente del maschile e del femminile di un Santo Graal, sarebbe poi passato così alla storia successiva di quelle monarchie, le cui migliori attese genealogiche, pur essendosi riconosciute alla fine soprattutto cristiane, sono sempre state comunque quelle di poter accogliere materialmente fra le loro discendenze la realtà esistenziale di quella coppia primordiale di Arcangeli più vera e propria di quella Trinità spirituale trasmigrativa dell’anima di Dio che è stata sostentatrice fin dal principio del nostro più attuale sistema e pertanto, maggiormente testimoniale della nostra vera storia universale. (8) Nel Nuovo Testamento si parlerebbe proprio di una contesa fra l’Arcangelo Michele e il Diavolo disputando, infatti, per il “corpo” o, per le “azioni” vere e proprie di Mosè. Lettera di Giuda (2 P 2; APC 2, 9) (9) Monsignor Bossuet, Ivi, Pag.9 (10) Ci sono moltissime testimonianze che equiparano Gesù con l’Arcangelo Michele Tutte le monarchie, infatti, fin dalle più antiche, nel loro amalgamarsi e riamalgamarsi genetico dettato più che altro da una certa incognita storica e quindi trasmigrativa soprattutto di un tal “Sacro Femminile” più vero e proprio di “Lucifera11”, ambivano a poter incarnare soprattutto quell’Arcangelo Michele riconosciuto fin dai tempi più antichi come testimone fedele e difensore storico della nostra umanità ed eletto, infatti, patrono di molte monarchie. La storia materiale trasmigrativa della spiritualità di Michele e di Lucifera comunque, dopo gli eventi di Atlantide, si sarebbe diversamente succeduta fra molte altre vicissitudini in vari luoghi della Terra fino ad Adamo ed Eva. In seguito, di pari passo con la storia della nostra più recente umanità, la vicenda storico-trasmigrativa più appropriata di quella coppia primordiale di Arcangeli sarebbe alla fine approdata proprio in Europa dove, infatti, il fior fiore genealogico raffinato delle più antiche monarchie della Terra si sarebbe infine concentrato proprio in Italia, a sostegno e difesa della cristianità dei papi della Chiesa. Non a caso il primo foglio di guardia di un Codice Visconteo Sforzesco, detto Della storia di San Gioacchino e Sant’Anna e della natività di Maria, detto anche Codice Varia 124, ( codice miniato dal Depredis in occasione delle nozze del Duca Galeazzo Maria Sforza con Bona di Savoia e conservato oggi nella Biblioteca Reale di Torino), cominciava con le seguenti parole in francese: «Questi sono i nomi dei figli di Israele…». Seguiva poi un secondo foglio di guardia con un albero genealogico che, fin dalle origini delle più antiche monarchie della Terra collegava fin proprio in Europa la storia genealogica soprattutto di quei re d’Israele della stirpe di David e introducendo del resto il frontespizio vero e proprio di quelle nozze Sforza-Savoia. Purtroppo però il foglio di quell’albero genealogico, più vero e proprio di quel Codice, risulterà, guarda caso, andato disperso, così come del resto sarebbe andata pure dispersa, fra vari traslochi e dislocamenti della maggior parte degli Archivi segreti dei Savoia, tutta la documentazione successiva di una più recente e approfondita ricerca di “ricollegamento” a quell’albero genealogico del codice De Predis; Ricerca che, in buona sostanza, era stata condotta proprio da Carlo Alberto di Savoia, principe di Carignano, re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme. 11 ) Lucifera ovvero cioè La Portatrice di Luce o, Colei che farà Luce. Lucifera quindi, non è assolutamente da confondere con Satana che è, infatti, l’oscurità spirituale e quindi anche intellettuale all’ennesima potenza. Carlo Alberto, infatti, si era anch’egli molto adoperato, a suo tempo, in un’imponente ricerca documentale sul segreto esistenziale del maschile e specialmente del femminile del Graal. Tale ricerca avrebbe permesso a Carlo Alberto di riunire alcuni importanti documenti esoterici maggiormente relativi di tutta una certa vicenda trasmigrativa, di quella coppia primordiale di Arcangeli per quanto di meglio sarebbe dunque attenuto soprattutto a quel Sacro femminile di Lucifera e pertanto, infine, anche alle migliori attese genealogiche delle monarchie di poter forse incarnare quella spiritualità dell’Arcangelo Michele che tutte le monarchie, infatti, erano a loro modo preparate ad accogliere e quindi a proteggere, soprattutto testimonialmente. Proprio in Italia, infatti, nella genealogia di Carlo Alberto, la materialità spirituale dell’Arcangelo Michele sarebbe infine nuovamente sbocciata. Carlo Alberto, però, la cui vicenda politica è stata particolarmente difficile e travagliata, non sarebbe a suo tempo riuscito, a realizzarsi riminiscenzialmente, e quindi a collegarsi del tutto metempsicoticamente con quella propria spiritualità dell’Arcangelo Michele, che Carlo Alberto aveva comunque risolto di poter protrarre in ogni caso animicamente nella propria successione primogeniturale, lasciandole dunque come sua maggior eredità esistenziale un tale compito testimoniale dell’Arcangelo Michele, che Carlo Alberto del resto, sperava così di poter adempiere comunque. Per questo motivo Carlo Alberto fece coniare nel 1844 una medaglia dove, sul retro, insieme alla sua effige compare anche un vecchio motto del Conte Verde di Savoia: «Io attendo la mia Stella». Sul fronte di quella medaglia compare lo stesso leone o “molossoide”, con elmo e celata, del frontispizio del codice De Predis che, reca però adesso sul dorso lo stemma dei Savoia e trattiene sotto le sue zampe l’aquila Asburgica, non certo per rappresentare, come si è sempre erroneamente creduto, o voluto far credere, una dichiarata avversità di Carlo Alberto verso gli Asburgo, bensì per rappresentare proprio araldicamente il più attuale stato di fatto di quell’albero genealogico del codice De Predis,12 in altre parole il connubio ideale delle nozze di Carlo Alberto con Maria Teresa d’Asburgo Toscana. 12) L’analoga araldica del Codice Depredis riguardo all’impresa connubiale delle nozze di Galeazzo M. Sforza, è rappresentata dal leone, che simboleggia lo Sforza mentre trattiene fra le zampe il fuoco di Bona di Savoia. Il Fuoco rappresenterebbe, esotericamente, la spiritualità di Lucifera. Attraverso questo matrimonio, infatti, Carlo Alberto avrebbe protratto, nella successione della sua primogenitura, la possibilità di un avvento materiale di quella particolare spiritualità dell’Arcangelo Michele la cui testimonianza, avrebbe potuto facilitare un riconoscimento storico più adeguato di tutti quei fatti realmente accaduti fin dal principio nel lungo decorso dei tempi del mondo. Fatti storici dunque dalla cui miglior comprensione dipenderebbe, ancor oggi, il riconoscimento stesso di un contenuto documentale dell’Arca dell’Alleanza, indipendentemente quindi dal luogo, dove Essa si trovi, in Etiopia o in Francia o a Torino o in qualunque altra parte del mondo. Per quanto atterrebbe dunque a una tale possibilità testimoniale, bisognerà dire che l’esistenza materiale dell’Arcangelo Michele, dopo una prima incarnazione, successiva alla storia di Atlantide, si sarebbe protratta più volte in un continuo andirivieni spirituale da presso Dio. Tale andirivieni, trasmigrando animicamente, all’occorrenza anche per reincarnazione in varie identità materiali e luoghi diversi sulla Terra, sarebbe a un certo punto approdato ad Adamo protraendosi poi da lì, attraverso altre pur varie genealogie… fin’appunto a Carlo Alberto e proseguendo quindi ininterrottamente da lui fino ad oggi. Tutta la vicenda successiva della primogenitura di Carlo Alberto però, è stata, anch’essa, molto complicata storicamente, a cominciare da quel famoso incendio del 22 settembre 1822, nella dimora fiorentina di Poggio Imperiale, in cui fu dato per morto il figlio primogenito di Carlo Alberto, la cui identità sarebbe stata conferita, per esigenze materiali diverse di quei particolari momenti politici, al figlio di tale Tanaca, un macellaio di Porta Romana a Firenze, divenuto così Duca di Savoia e poi primo re d’Italia. Questo fatto è testimoniato da tutti i conoscitori più accreditati della storia d’Italia, a cominciare da Massimo d’Azeglio, mentre del resto, però, pur essendo altrettanto testimoniato e quindi notoriamente risaputo che il vero primogenito di Carlo Alberto sarebbe comunque sopravvissuto a quel rogo, nessuno ha più potuto né saputo, fino ad oggi, aggiungere nient’altro sulla sua vera vicenda successiva. La storia del vero figlio primogenito di Carlo Alberto principe di Carignano, infatti, uscita fin dal 1822 dal suo alveo storico maggiormente riconoscibile, sarebbe quindi proceduta diversamente fra moltissime altre vicissitudini e complicazioni, ma di pari passo comunque con la storia stessa dell’indipendenza d’Italia, protraendosi quindi, trasmigrativamente di quella “Stella” dell’Arcangelo Michele, fino a quando, un discendente di quella genealogia, fortunatamente ininterrotta di Carlo Alberto, risvegliatosi finalmente nel ricordo riminiscenziale più completo di una sua realtà esistenziale trasmigrativa da precedenti esperienze di vita, avrebbe quindi realizzato un collegamento metempsicotico con quella spiritualità dell’Arcangelo Michele, sulla cui testimonianza si fonda pertanto il racconto di questo libro. Per quanto i toni della narrazione, in queste battute iniziali, possano forse apparire, per tanta semplicità di sintesi, come un concentrato troppo ambizioso ed egocentrico della nostra storia, il racconto che segue dispiegherà comunque fin dal principio, nel modo più semplice possibile, l’origine spirituale del nostro universo a cominciare da come e perché quel Dio Uno e Onnipotente abbia concepito le sue energie angeliche destinandole, infatti, anche alla realizzazione materiale più indipendente di questo nostro sistema in tutte le sue più diverse componenti di varie sfere e ruote. Tale racconto fornirà quindi, indicazioni ben precise di quel famoso anello di congiunzione che trattando anzitutto una vicenda principale degli Angeli nel suo lungo decorso attraverso i tempi e gli spazi permetterà di collegare la storia di Dio e del nostro universo infino a quella della nostra più recente umanità discoprendo, infatti, molti sentieri e recessi in parte noti del nostro passato più remoto, che sono rimasti comunque inesplorati all’interno di una più apparente ma comunque diversa realtà storica che, infatti, sembrerebbe negare ancor oggi l’evidenza più comune di tutto ciò che ogni civiltà o religione è riuscita a produrre di meglio dal punto di vista culturale. Tale sorta di racconto, trascendendo dunque i ragionamenti empirici e le speculazioni storiche, ideologiche ed escatologiche, si propone di dispiegare più semplicemente le “tracce” spirituali e materiali di un passato e, permetterà quindi di potersi finalmente riscoprire tutti quei segnali che sono sparsi negli antichi dati delle scritture e della narrazione di tutti i popoli, segnacoli morfologici che, se riconosciuti più concretamente, permetteranno all’uomo moderno di risolvere tutto ciò che non si è mai completamente disvelato più precisamente di Dio e cioè di quei suoi semi Angelici originari che, fin dalle origini stesse della nostra storia universale, si sono propagati e perfezionati comunque lungo le correnti del tempo fino a un presente che ci si rappresenterà quindi, più comprensibilmente della nostra storia, persino di quella antropologica più remota tale e quale ci è già stata di maggior parte restituita fino ad oggi, con tutti i suoi misteri e no, dalle varie attività testimoniali e di ricerca. Il potersi comprendere, infatti, tutto ciò che fin dal principio riguarda la realtà storica iniziale più vera e, propria della successione spirituale e materiale delle cose, permetterà al pensiero più libero di ognuno di comprendere meglio anche il vero rapporto che ogni storia può avere con le altre e pertanto, alla luce delle migliori esperienze maturate, ciò che possono le passioni e gli interessi, i tempi e le occasioni, i buoni e i cattivi consigli e i memorabili cambiamenti che la forza invincibile dell’amore ha operato fin dall’inizio nel lungo decorso dei tempi del mondo e del genere umano fino ad oggi. Non c’è altro modo, infatti, per cercare di stabilire il presupposto necessario a un futuro migliore, che riconoscere più precisamente nell’esempio migliore di tutti i tempi trascorsi, il filo conduttore più tangibile di tutti gli avvenimenti della nostra storia sicché tutto l’ordine dei tempi in un batter d’occhio si vedrà. L’uomo moderno potrà quindi riconoscersi in Dio; non nel Dio buono o cattivo, bensì, più semplicemente, nella Verità di Dio. Tutti gli uomini pertanto potranno essere finalmente più consapevoli che esistono diversi modi di appartenenza alla verità, e potranno andarsi incontro gli uni agli altri con una nuova capacità di apertura, spalancando, di fatto, le porte alle più svariate ragioni storiche, religiose e scientifiche e, infine, anche alle più odierne necessità politiche di perfezionamento dialogico, più pacifico e ricostruttivo. Dall’effettiva possibilità di successo di un tale dialogo sembra dipendere, infatti, il futuro stesso della nostra umanità. Sarebbe, infatti, cosa indegna, per ogni moderno uomo d’onore, e in generale per ogni uomo, ignorare la verità del pensiero imparziale e liberale più vero e proprio di Dio. È giunto quindi il momento di darsi veramente da fare, sicché possa brillare almeno una piccola luce che, liberando l’uomo dal pensiero della morte e volgendolo più precisamente all’eternità gli permetta di cominciare a recuperare così l’energia perduta di un tempo universale che altrimenti per noi è ormai prossimo a scadere. Noi non dobbiamo pertanto privare i nostri figli dell’ultima speranza che abbiamo di entrare in possesso di un’eredità materiale che è soprattutto spirituale, poiché ci viene, infatti, direttamente da Dio. La scienza, la storia e le religioni, in tutte le loro branche, potranno quindi finalmente mostrarci il Dio della rivelazione all’opera fin dal principio, a più riprese e in maniere diverse fino a oggi, facendo sì che i vari imperativi religiosi, storici e scientifici non appaiano più solo come zavorre che immobilizzano l’uomo, bensì ali che lo portano in alto provandoci come fin dall’inizio c’è sempre stata comunque una doppia corrente energetica, uno scambio tra la Terra e il cielo, per esempio come quando a Betel, in un sogno, Giacobbe vide una scala innalzata verso il cielo e gli Angeli di Dio che salivano e scendevano (Genesi: 28,12).
Posted on: Fri, 27 Sep 2013 08:48:26 +0000

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